Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 23/7/2010;, 23 luglio 2010
IL FATTO DI IERI - 23 LUGLIO 1967
C’era una volta Detroit. Quella dei grandi pionieri, delle officine Ransom Olds di inizio ”900, della prima catena di montaggio impiantata da Henry Ford per assemblare la mitica Model T. Paradiso industriale, 70 mila posti di lavoro in poco tempo, il simbolo dell’american dream anni ”20. C’era una volta Detroit, oggi città fantasma, edifici a pezzi, capannoni distrutti, magazzini squartati. E forse tutto cominciò quel 23 luglio ”67 con la ”12th Street Riot”, la rivolta della 12esima strada, figlia di violente discriminazioni razziali, di rabbia e disperazione tra gli afroamericani, prime vittime di una ristrutturazione industriale annunciata e di subdole forme di apartheid. Cinque giorni di guerriglia urbana, iniziata con un raid della polizia in un locale del ghetto nero e finita nel sangue. Più di 40 morti, le strade della città ridotte a un girone infernale, le squadre speciali di Johnson inviate a reprimere ”con ogni mezzo i tumulti neri”. Inizia il declino, la grande fuga da Detroit. Complice la crisi, metà della popolazione, bianca in primis, abbandona le case. La capitale dell’auto diventa una ”povera città nera” in disfacimento. Un pezzo di Terzo Mondo, ancor oggi, nel cuore degli Usa.