il Fatto Quotidiano 23/7/2010;, 23 luglio 2010
CHI SONO I 5 OPERAI LICENZIATI
Dopo la vittoria della Fiom al referendum sul futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco, sono accaduti diversi episodi che sono stati considerati da alcuni sindacati e dai lavoratori come ritorsioni da parte del Lingotto. In primis, i ”licenziamenti politici” dell’ultimo periodo: a perdere il lavoro sono stati cinque dipendenti Fiat nel giro di due settimane. I primi tre operai cacciati sono stati Giovanni Barozzino, 45 anni e due figli, Antonio Lamorte, prossimo alle nozze e Marco Pignatelli, il più giovane. I tre lavoravano allo stabilimento di Melfi e sono stati accusati di aver bloccato i carrelli che portano i pezzi in linea. Due di loro sono delegati Fiom, mentre Pignatelli è semplicemente tesserato al sindacato dei metalmeccanici. Poi è toccato a Pino Capozzo, 32 anni, anche lui delegato Fiom: l’accusa è di aver criticato l’azienda facendo girare una mail di solidarietà proveniente dalla Polonia. L’ultimo licenziato in ordine di tempo è Giovanni Musacchio, 32enne operaio di Fiat Powertrain a Termoli. Lui si era assentato perchè la figlia stava male e aveva manifestato in serata. Ma all’azienda non andava bene.