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 2010  luglio 23 Venerdì calendario

BARBARESCHI EPURATO? HA APPENA VENDUTO SETTE FICTION ALLA RAI

Altissimo, purissimo, le­vissimo, è lui l’artista dell’ala fi­niana, creativo ma intransigen­te come si conviene ad un dissi­dente nel «partito di sudditi di Berlusconi» qual è il Pdl, che tut­tavia lo ha portato in Parlamen­to. Di malincuore siede alla Ca­mera che gli passa la schifezza di soli 23mila euro al mese, a mala pena bastanti se non facesse al­tri due lavori. Un custode dell’eti­ca, Luca Barbareschi, straordi­nario attore e produttore di suc­cesso, che negli ultimi 12 mesi ha vissuto una violenta presa di coscienza: se prima Berlusconi era «uno statista di livello mon­diale », l’unico paragonabile per «visibilità e rispetto a Mussolini» ( sic ), ora il Cavaliere è diventato lo statista di uno «Stato bordel­lo », uno che tramite Mediaset «blocca tutto,controlla la Rai,fre­na La7».
Però da questo monopolio berlusconiano sembrano sfuggi­te parecchie cose, tra cui un bel po’ di fiction acquistate da mam­ma Rai­e prodotte dalla Casano­va Multimedia, società di Barba­reschi. L’elenco,tra 2010 e 2011, delle fiction «attivate» (cioè ap­provate dalla direzione genera­le Rai) è questo: Le ragazze dello swing (Raiuno), Zodiaco 2 (Rai­due), in lavorazione Musica si­lenziosa
(Raiuno) e poi Il sogno del maratoneta (Raiuno), Edda Ciano e il comunista (RaiUno),
Nero Wolfe ( Raiuno), Walter Chiari ( Raiuno). Grandi cast, re­gisti importanti, opere di indub­­bio valore artistico, cui vanno ag­g­iunte altri quattro titoli prodot­ti tra 2008 e 2009, sempre in Rai. Con una predilezione per Raiu­no, come si vede. Su questo c’è chi maligna circa un rapporto privilegiato del Barbareschi con Mauro Mazza, direttore della re­te e finiano di vecchia data. Tut­te maldicenze, visto che l’onore­vole- attore denuncia una Rai monopolizzata dal premier e da Mediaset, dunque anti-finiana. Su Il sogno del maratoneta poi, in fase di ultimazione in Puglia, ieri il Cda ha sollevato delle obie­zioni formali. E Barbareschi ha subito gridato all’epurazione: «Non devo più lavorare, forse de­vo espatriare. Sono come Santo­ro ».
A proposito di Mediaset, Bar­bareschi ha bussato anche lì, per vendere un tv movie , Angelo di fuoco , pensato per Canale 5 ma poi abortito. Molto meglio gli affari vanno con mamma Rai, che tra l’altro è dirimpettaia del­la Casanova Multimedia Spa, che ha con sede esattamente da­vanti al cavallo morente di viale Mazzini (al numero 25).
Non è uomo di partito, Barba­reschi, ma quando serve si fa sen­tire. Raccontano (ancora maldi­cenze) che faccia chiamare quo­tidianamente il ministro Sandro Bondi, il sindaco di Roma Gian­ni Alemanno e l’assessore alla Cultura Umberto Croppi, per chiedere notizie sul teatro Ar­gentina di Roma, di cui Barbare­schi aspetta con trepidazione la nomina a direttore artistico. Gli sarebbe stata promessa, ma il tempo stringe e l’artista finiano non sta più nella pelle. Peccato che, dicono, Alemanno non gli risponda più al telefono. Cosa che, tanto per peggiorargli l’umore, farebbe anche Silvio Berlusconi.
In privato Barbareschi si la­menta spesso che Silvio non lo degni più delle dovute attenzio­ni, proprio lui che una volta lo ac­compagnò addirittura in un viaggio sull’aereo privato per ve­dere una partita del Milan. In­somma un ex pupillo di Silvio, ora rinnegato (roba da C’erava­mo tanti amati , primo grande successo tv di Barbareschi negli anni ”80,sulla detestabile Media­set). Per questo forse, nell’ani­mo «fragile e ipersensibile»di Lu­ca ( lo confessò lui) è maturata la svolta finiana. Cui però (capita ad uno stakanovista come Bar­bareschi) fa mancare talvolta il suo sostegno parlamentare, co­me nei dieci giorni caldi dello scontro nel Pdl (dal 3 al 13 giu­gno), quando Barbareschi volò via per il suo tour tra Inghilterra, Brasile Argentina e Uruguay (ter­ra natìa).
In effetti le presenze in aula non sono il forte del deputato-ar­tista, che si divide tra mille impe­gni, dalle sei del mattino a notte fonda, sempre vigile e operati­vo. Il suo score tocca il 52,3% di sedute bucate, anche se ha pro­messo di fare il possibile in futu­ro per ridurle. L’impegno non manca, e infatti ha già prodotto cinque proposte di legge e ha fat­to istituire la giornata contro la pedofilia.
Anche nella devozione a Fini, però, si incuneano le paturnie da animo artistico, particolar­mente sviluppate in una prima­donna come lui. In questo caso si sarebbero materializzate in una forte gelosia per il ruolo so­vraesposto di Bocchino e Grana­ta, che metterebbe in ombra il pur spericolato Luca. Fini però non ha colpe, lo ha portato con sé sull’aereo presidenziale per Israele (anche se tecnicamente Barbareschi avrebbe dovuto viaggiare col volo dei parlamen­tari del gruppo Italia-Israele) e lo ha anche invitato all’incontro con James Murdoch di New­scorp (presente, ahilui, anche Bocchino). In quel vertice si è de­ciso di far nascere un canale «fi­niano » su Sky, Babel , tutto cen­trato sull’immigrazione. Non è escluso (anzi, probabile) che lì possa avere uno spazio lo show­man- produttore-onorevole Bar­bareschi. Che così raggiungereb­be un primato: riuscire a lavora­re, vigente il monopolio e i tre­mendi veti di Berlusconi, sia sul­la Rai, sia su La7 e pure su Sky.