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 2010  luglio 29 Giovedì calendario

IL MASSACRO CASATI: OGGI LA VERITA’


La notte di domenica 30 agosto 1970 la rivoluzione sessuale del nostro Paese prese la rincorsa. Accadde dopo le fucilate che Camillo Casati sparò alla moglie Anna, a Massimo Minorenti, il ragazzo che credeva fosse suo amante, e a se stesso. Accadde perché la polizia, indagando nella casa romana di via Puccini che fece da sfondo alla strage, trovò uno dei tanti diari - il più recente - in cui il marchese annotava ogni particolare dei rapporti sessuali che la moglie aveva con altri uomini da lui pagati per assistervi, scattare foto e, in caso di prestazioni deludenti, entrare in scena. Furono quelle pagine, pubblicate in versioni più o meno fantasiose su tutti i giornali, ad abbassare per sempre la soglia del pudore degli italiani. Ma una sola persona ne ebbe due tra le mani, strappate dal diario e affidatele dalla marchesa in persona: Mariateresa Fiumanò, oggi criminologa, neurologa e autrice di La marchesa Casati (edizioni Anordest, 239 pagine, 15 euro) e, all’epoca, adolescente imparentata con la marchesa Casati attraverso il nonno paterno, fratello della mamma di Anna.

Mariateresa riceve il primo invito della zia-cugina per passare insieme il mese di agosto 1961 quando ha 15 anni. La meta è l’isola di Zannone, un puntino nell’arcipelago di Ponza che, benché la famiglia Casati abbia solo in gestione, il marchese Camillo considera feudo personale al punto di cacciare "gli intrusi" a fucilate. Uno spiccatissimo senso della privacy che si spiega anche con le abitudini dei marchesi e dei loro amici, nudi a qualsiasi ora, in casa o fuori. «Io quasi non ci facevo caso», racconta Mariateresa. «Durante il giorno lasciavo gli adulti al loro mondo e me ne andavo a spasso con i cani per l’isola, godendomi una vita senza regole o imposizioni». La sera, invece, il suo ruolo di dama di compagnia si consolida attraverso le piccanti confidenze della zia sul passato di aspirante attrice inutilmente passata da un divano all’altro e sul rapporto con Camillo. Che, nel racconto di Anna a Mariateresa, fin dalle primissime battute viaggia sul filo del rasoio, con quelli che allora erano i rispettivi coniugi mollati a una festa e loro due scappati in un hotel dove Camillo aveva ordinato, nell’ordine, champagne e cameriere, chiedendo a quest’ultimo di restare immobile davanti al letto mentre si esibivano in sesso furibondo.

Sfatando i luoghi comuni sulla vita coniugale, i dieci anni di matrimonio che seguirono non raffreddarono Camillo, che anzi dimostrava esigenze erotiche sempre più audaci e affollate: andavano bene amici o sconosciuti, uomini o donne, chiunque acconsentisse a fare sesso con Anna senza rifiutare la regia, per niente occulta, del marito. «Ma lei cominciava a essere insofferente», racconta Mariateresa. «Non voleva lasciarlo, ma avere con lui una vita ”normale”. E per ottenerla era disposta a minacciare Camillo di rendere pubbliche le prove delle sue deviazioni. Ecco perché strappò due pagine dal bloc-notes che lui usava per la brutta copia del suo diario, e me le diede perché le conservassi. Lei mi stimava e, soprattutto, era una donna molto sola. Altrimenti non si spiega come mai, a 40 anni, si affidasse a una ragazzina. Il tutto, però, in segreto; tant’è che quelle pagine le buttai subito dopo la tragedia per paura che le scoprisse mio padre». II mistero delle ultime ore prima della strage, con Anna e Camillo che, al clou della tensione, si diedero appuntamento in via Puccini, è tutto lì: «Per Anna non era un addio, ma un goffo tentativo di mettere il marito con le spalle al muro per farsi finalmente ascoltare», continua Mariateresa. «Il suo errore fu di portarsi dietro Massimo, uno dei tanti ragazzi reclutati dai coniugi che, sperando di ricavare qualche quattrino da quel pasticcio, finì per lasciarci la pelle. Infatti, chissà, Corse Camillo fraintese». E sparò, mettendo fine a tre vite e alla presunta ingenuità di un Paese.

Antonella Ottolina


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Mariateresa Fiumanó, autrice di La marchesa Casati, di cui la Ares Film ha appena comprato i diritti cinematografici.

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Anna Casati è stata una delle prime donne italiane a sottoporsi alla chirurgia plastica per aumentare il seno.

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Dopo la tragedia, la villa di Arcore dove i coniugi Anna e Camillo Casati vivevano, è stata acquistata da Silvio Berlusconi.

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La villa di Arcore, allora Villa San Martino, venne ereditata da Camillo Casati Stampa di Soncino nel 1955, ed era la dimora principale della coppia. Anche se, come racconta Mariateresa Fiumano nel suo libro La marchesa Casati, Anna non amava viverci: «Sento cigolii di porte che si aprono e si chiudono», raccontava, «passi furtivi, soffi di aria fredda, vedo strane ombre che appaiono e scompaiono. Per questo cerco di starci il meno possibile». Curioso visto che, oggi, voci sulla villa comprata poi da Berlusconi parlano in effetti di uno spettro. Solo che, fino a oggi, si supponeva fosse quello della marchesa Casati.