Francesca Milano, Il Sole-24 Ore 20/7/2010;, 20 luglio 2010
CENSIMENTO SOFT PER I SENZATETTO
Tanto rumore per nulla. E mentre le associazioni tirano un sospiro di sollievo i comuni si preparano a riportare nel registro nazionale dei senza fissa dimora tutti i clochard finora schedati negli elenchi territoriali. Il decreto 6 luglio 2010 pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 165 del 17 luglio (si veda Il Sole 24 Ore del 18 luglio) che stabilisce le modalità di funzionamento del registro in realtà altro non è che un prontuario tecnico per gli uffici anagrafici che dovranno censire i senzatetto, o meglio, solo quelli che ne faranno richiesta. Perchè, nonostante la legge n. 94/2009 preveda, come spiegano dal ministero,«l’obbligatorietà per tutti coloro che si trovano sul territorio nazionale di iscriversi all’anagrafe comunale » non ci saranno censimenti forzati.
«La volontarietà è un criterio fondamentale – spiega Davide Boldrini, vicepresidente della Fiopsd, la federazione italiana organismi persone senza dimora ”. La temuta "schedatura" annunciata dal pacchetto sicurezza del 2009 si potrebbe trasformare in un’occasione di inclusione sociale ». Rimane il problema della residenza fittizia – che non tutti i comuni assegnano ”e dell’accertamento del domicilio. Su questi due fronti ogni comune fa un po’ come gli pare: a Roma, per esempio, i senzatetto che chiedono la residenza finiscono per "vivere" tutti in via Modesta Valenti (una donna morta nel 1983 alla stazione Termini), mentre a Milano si preferisce iscriverli all’indirizzo delle strutture di accoglienza che frequentano. Che sia quello della Caritas o via della casa comunale, comunque,l’indirizzo non sarà inserito nel registro, che conterrà solo il comune. «Sapere quanti sono i senzatetto serve per organizzare meglio i servizi sociali » spiega Stefano Giovanni Pillitteri, assessore di Milano ai servizi civici.
Il registro della città di Torino è attivo dal 1998 ma adesso finalmente i dati verranno convogliati nell’Ina (l’indice nazionale delle anagrafi). «Incrociare i dati – spiega Stefania Campagnolo, responsabile degli uffici anagrafici del comune di Torino – può servire anche per non perdere le tracce di queste persone ».
La "lista" tanto temuta non ci sarà, dunque, e il registro contenente le iscrizioni (in teoria obbligatorie, di fatto volontarie) sarà accessibile esclusivamente dal ministero, scongiurando così anche il rischio di violazione della privacy. «Quello che ancora serve – spiega Paolo Pezzana, presidente della Fiopsd – è una circolare che imponga ai comuni di uniformarsi sulle residenze fittizie e sulle modalità di accertamento del domicilio. Ai senzatetto il messo comunale non può lasciare un avviso e ritornare a verificare, e questo rende spesso difficile l’accesso alla residenza e ai relativi benefici».