Attilio Barbieri, Libero 21/7/2010, 21 luglio 2010
LIGRESTI METTE IN VENDITA LA TORRE VELASCA SIMBOLO DEL BOOM SOTTO LA MADONNINA La Torre Velasca è in vendita
LIGRESTI METTE IN VENDITA LA TORRE VELASCA SIMBOLO DEL BOOM SOTTO LA MADONNINA La Torre Velasca è in vendita. Uno dei simboli della Milano del boom economico cambia padrone. A cedere è la Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti che si avvale per l’operazione dell’assistenza di Immobiliare Lombarda, una società del gruppo. La procedura, alquanto complessa, viene descritta nei dettagli in un sito internet (www.operazionevelasca.com) predisposto per l’occasione e accessibile a tutti. Innanzitutto occorre inviare una manifestazione d’interesse (rigorosamente su carta intestata, specifica il sito) e un accordo di riservatezza il cui unico scopo è vincolare il potenziale acquirente a non divulgare le informazioni apprese nel corso della trattativa. Entro il primo ottobre Immobiliare Lombarda si impegna a far entrare nella ”data room virtuale” i potenziali acquirenti. In pratica ad aprire i libri contabili. A quel punto, e non prima, l’acquirente potrà inviare un’offerta non vincolante. Niente prezzi di partenza. l’importanza e la nobiltà dell’edificio ad imporlo. In questi casi, a meno che la trattativa non avvenga fra due parti in via esclusiva, il prezzo si forma attraverso una gara. Settimane. Mesi, solo alla fine si conoscerà l’importo sulla base del quale la Torre Velasca cambierà padrone. Non dovrebbe scostarsi di molto, però, da una ”ragionevole quotazione di mercato”: circa 90 milioni di euro secondo alcuni immobiliaristi interpellati da Libero. «Ma in questi casi», spiega uno di loro che chiede l’anonimato, «il prezzo reale potrebbe essere influenzato da un’infinità di fattori: l’andamento del mercato del mattone, in Italia e all’estero, e il prevedibile ribasso delle quotazioni con la costruzione dei nuovi grattacieli per l’Expo del 2015». Il milione e mezzo di metri quadri di nuova costruzione finirà per avere un effetto calmiere sui prezzi degli edifici esistenti. Così Ligresti ha deciso di vendere i ventisette piani del ”Fungo”, come viene chiamato dai milanesi l’edificio realizzato nel 1958 da un gruppo di architetti milanesi, Banfi, Belgioioso, Peressutti e Rogers, attraverso la Società Generale Immobiliare. La stessa che costruì il Watergate Complex, il complesso edilizio con l’omonimo albergo dove avvennero le intercettazioni illegali costate al presidente Nixon faccia e poltrona. Dal sito internet predisposto per la vendita della Torre apprendiamo inoltre che i contratti di locazione in essere, fra uffici e abitazioni, fruttano circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno. Ma non tutte le unità immobiliari sono affittate: il 33% dei 17mila metri quadrati non ospita nessuno. Colpa della recessione e delle troppe attività che hanno cessato di esistere. Da cui non si è salvato neppure uno dei tre grattacieli storici della ex Capitale morale d’Italia. Bisogna vedere cosa accadrà agli altri due, il Pirellone e il Galfa. Quest’ultimo di proprietà sempre di Immobiliare Lombarda.