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 2010  luglio 21 Mercoledì calendario

INTERNET, I GIORNALI PERSONALIZZANO LE NOTIZIE

I giornali online scelgono la via della personalizzazione per attirare più lettori e piacere di conseguenza agli investitori pubblicitari. Washington Post, Usa Today ma anche i portali Yahoo! e Aol diversificano le pagine sull’attualità con articoli differenti a seconda dei gusti del singolo internauta. Il Washington Post di domani potrebbe, per esempio, pubblicare una pagina su sport, economia ed esteri per gli appassionati delle materie e, in parallelo, un’altra su cronaca e lifestyle per chi preferisce questi temi. A scegliere però i contenuti degli articoli non sono più i giornalisti in base a una gerarchi della notizia più importante, ma sono algoritmi, software e computer che elaborano quali sono le parole più immesse nei motori di ricerca online oppure quali sono i blog tematici più cliccati. Complessivamente, si tratta di un modo per accontentare i lettori, ma anche e soprattutto per incentivare gli inserzionisti con la possibilità di comprare spazi pubblicitari vicini ad articoli correlati.
 così che il Washington Post ha acquisito iCurrent, società che aggrega i contenuti di 2.700 siti d’informazione e blog a seconda dei gusti del singolo navigatore. Il motivo? Secondo dati dell’istituto di ricerca comScore, tutti i siti del gruppo Washington Post hanno riunito, lo scorso maggio, 16,7 milioni di visitatori unici. Poco in confronto ai 32,5 milioni di lettori del gruppo New York Times, di cui 13,3 milioni per il solo sito dell’omonimo quotidiano. Sono in calo anche i ricavi online del Washington Post, giù dell’8% nel 2009.
Usa Today si è alleato invece con la società hi-tech Demand Media, che cura ormai in maniera fissa la rubrica dei viaggi. A oggi, Usa Today ha 16,8 milioni di visitatori unici. Il gruppo tedesco Burda ha scelto infine il sito canadese Suite101, che divide i guadagni della raccolta pubblicitaria direttamente con gli autori degli articoli, spingendoli così a scrivere sugli argomenti che più piacciono ai lettori e di rimando agli inserzionisti. Anche le news dei portali Aol e Yahoo! non sono ordinate per importanza, piuttosto in base ai temi preferiti dai navigatori, sui quali i redattori costruiscono poi i servizi giornalistici.
Diversa la strategia di Huffington Post, che non parte dai risultati dei motori di ricerca ma da una scelta editoriale propria. Sui motori di ricerca ci arriva comunque. Come? Tramite titoli ironici che mescolano nomi di celebrità o di città famose alla vera notizia dell’articolo, in modo da comparire comunque in cima ai risultati delle ricerche più frequenti.
Sempre online s’intravedono oggi i risultati anche di un’altra piccola rivoluzione. Dalla metà dello scorso giugno il britannico Times ha scelto la via del pagamento delle notizie e ora porta a casa i primi dati: gli utenti unici sono scesi a 332.800 al giorno contro i 1,2 milioni dell’era gratuita. Secondo i dati combinati del quotidiano Guardian e dell’istituto Experian Hitwise, però, sono solo 45.700 i lettori che decidono alla fine di sottoscrivere un abbonamento, generando un traffico giornaliero di 195.700 utenti.