PAOLO BERIZZI, la Repubblica 21/7/2010; la Repubblica 21/7/2010, 21 luglio 2010
2 articoli - E IL CAVALIERE FA IRRUZIONE ALLA LAUREA DELLA FIGLIA BARBARA - MILANO - Che sarebbe stata una sessione di laurea un po´ irrituale, si era capito subito
2 articoli - E IL CAVALIERE FA IRRUZIONE ALLA LAUREA DELLA FIGLIA BARBARA - MILANO - Che sarebbe stata una sessione di laurea un po´ irrituale, si era capito subito. Non per la vuvuzela che dà il suo contributo in aula. Non per i flash e le telecamere e nemmeno per il cronista rosa che si presenta con un mazzo di fiori. In prima fila è seduto - assente Veronica Lario - , il presidente del consiglio e padre della dottoressa in filosofia (110 e lode, laurea triennale) Barbara Berlusconi. Di fronte, con la commissione schierata al gran completo, il padrone di casa: don Luigi Verzè, fondatore e rettore dell´università del San Raffaele. Intimo del premier e dunque lieto, lui che di solito non partecipa alle proclamazioni, di presenziare, eccezionalmente, a questa di ieri mattina. Con tanto di prolusione dedicata alla tesi di Barbara (titolo: "Benessere, libertà e giustizia nel pensiero di Amartya Sen", premio nobel indiano per l´economia nel ”98). Alla neolaureata il sacerdote rivolge un doppio invito: «Collabori alla fondazione di una facoltà di economia e ne diventi docente!». Replica: «Ci penso». Applausi, foto, strette di mano, Berlusconi che dice «sono contento, è merito dei genitori». Aula Leonardo da Vinci, 12.45. Barbara Berlusconi ha discusso la sua tesi tre ore fa. Era arrivata da sola, con l´autista, alle 9, un´ora di anticipo sull´orario di convocazione (niente nome, per motivi di privacy, nell´elenco pubblico). Tre quarti d´ora è durata l´esposizione del lavoro preparato con il relatore Roberto Mordacci, docente di filosofia morale, barba e capelli lunghi. «Si è difesa bene rispondendo alle domande insidiose del controrelatore (Massimo Reichlin)», dice. Completo ecrù, un filo di trucco, tranquilla, la terzogenita del Cavaliere, la prima dei tre figli avuti con Veronica, è ritornata alle 12.30 accompagnata da due amici. «Sono emozionata, è un giorno molto importante». Arrivano anche il compagno, Giorgio Valaguzza, con cui ha avuto due figli («per loro ho ritardato un po´ la laurea»), e i fratelli Eleonora e Luigino. Passano venti minuti e si presenta Silvio Berlusconi. Stringe le mani a tutti, vuole che la laurea sia un momento della figlia ma anche suo. Gli hanno riservato la prima fila di banchi. Ecco don Verzè, Barbara è dottoressa. il momento del lancio in aria del tocco, il cappello dei laureati. Il presidente del Consiglio ne raccoglie uno. « la seconda laurea in un anno (la prima è stata quella di Eleonora, lo scorso settembre, all´università St John´s di New York)» gongola. Verzè stringe in mano la tesi di Barbara, la prende a modello e gli altri quattro laureati (tre 110 e lode e un 110) ascoltano. «Chiedo alla figlia del premier: sulla scorta di quello che hai imparato pensi si possa partire da questo concetto dei diritti e della libertà (Amartya Sen) per costruire una nuova facoltà di economia per l´innovazione e la tutela dell´uomo?». Risposta affermativa, segue ricevimento privato per la famiglia Berlusconi. In ateneo è polemica. Roberta De Monticelli, che insegna filosofia della persona: «Mi dissocio da questa violazione della pari dignità formale degli studenti». Lei, Barbara, allergica all´egotismo, fuori dall´ateneo dissimula l´imbarazzo e prova a ridistribuire meriti e attenzioni. «Sono molto contenta anche per gli altri, anche le loro tesi erano ottime». PAOLO BERIZZI, la Repubblica 21/7/2010 DON VERZ, LA NEODOTTORESSA E QUELLA NOMINA-LAMPO A DOCENTE Insegno Filosofia della Persona alla Facoltà di Filosofia dell´Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi il nostro Rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolta alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell´autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia. Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d´eccellenza quale l´Università San Raffaele giustamente aspira ad essere. Roberta De Monticelli la Repubblica 21/7/2010