Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 20 Martedì calendario

FIAT RICOMINCIA DA DETROIT, VIA ALLO SCORPORO - DETROIT

Al quartier generale della Chrysler, sulle rive del Lago Michigan, arriva a bordo di una Grand Cherokee ultima versione. Fra sei mesi conta di poterlo fare a bordo di una Fiat 500 e per lui, Sergio Marchionne, sarà la prima vera vittoria della "campagna americana". Da qui Pomigliano d´Arco e gli scioperi di Melfi e di Mirafiori sono lontani come la luna, perché qui il numero uno del Lingotto ha vinto mentre in casa rischia di perdere o comunque fatica a vincere. A meno che, come insinua qualche analista maliziosamente, non consideri questa la casa principale, il ponte di comando dal quale governare la nave Fiat-Chrysler. Una tentazione, che in questi giorni caldi dell´estate italiana 2010, deve averlo sfiorato più volte.
L´idea di tenere a Detroit il cda di metà anno del Lingotto Marchionne l´aveva già quando in aprile ha presentato a Torino il piano strategico 2010-2014. Oggi è ancor più convinto di quella decisione, perché visto dalla sponda americana il cammino verso la "nuova Fiat" appare meno in salita di quanto non sembri guardato da Mirafiori e dintorni. "Una volta che il progetto sarà stato approvato formalmente dal board saremo in grado di completare l´operazione in sei mesi" aveva comunicato l´ad del Lingotto riferendosi allo spin-off e alla nascita di Fiat Industrial. Il board è appunto quello di domani e si capisce che esso sarà importante non tanto per i risultati del secondo trimestre di Fiat, non proprio entusiasmanti dopo la flessione delle vendite seguita alla fine della stagione europea degli ecoincentivi, quanto per la definizione del nuovo assetto societario del Lingotto.
Marchionne ha preferito cominciare dall´America dove i risultati sono decisamente più incoraggianti. Il 33 e il 35% di aumento delle vendite di Chrysler in Usa, rispettivamente in maggio e in giugno, con andamenti più o meno dello stesso tenore in Canada, hanno fatto cambiare idea persino al Wall Street Journal che nei giorni scorsi ha parlato di "Resurrezione della Chrysler". E hanno portato complessivamente al 12% il margine di crescita dei primi sei mesi dell´anno. I 143 milioni di dollari di utile operativo registrati nel primo trimestre del 2010 sono stati il segnale della svolta che Marchionne inseguiva da quando ha messo mano all´operazione americana. La più piccola delle big three americane, che un anno fa era affaccioata sull´abisso del fallimento, ha ripreso a fare cassa. Questo vuol dire che Marchionne può restituire al Tesoro americano i soldi avuti in prestito, accelerare il ritorno della società in Borsa previsto per il 2011, avere una base più solida per procedere verso lo spin-off.
Il controllo della Chrysler ha le tappe ben scandite. Il primo motore certificato per l´uso in America porterà al 25% l´attuale quota del 20; l´avvio della produzione in Usa di auto su piattaforma Fiat vale altri 5 punti; l´esportazione di veicoli prodotti in America con tecnolgia Fiat ne ancora 5. Con questi tre step il Lingotto raggiungerà quota 35%. Oltre questa soglia e fino al 49 sarà possibile arrivare soltanto dopo che il debito verso il Tesoro americano e il governo canadese risulterà più che dimezzato e dunque inferiore ai 3 miliardi di dollari rispetto alla cifra iniziale di 7,4 miliardi. Per sforare quota 49 per cento Fiat dovrà prima saldare il debito e questo è previsto per il 2014.
La flessione del mercato dei suv e dei pik-up (-9% in tre anni) dimostra che gli americani hanno cominciato a convertirsi alle auto di piccola e media cilindrata. E´ un buon segnale questo per Marchionne che entro il prossimo autunno conta di portare la 500 nelle vetrine di ben 41 stati a stelle e strisce. Il primo traguardo è già in vista ma presto la Fiat punta a sfondare anche con i motori ecologici di cui dispone. Marchionne e i suoi uomini, alcuni dei quali come Alfredo Altavilla, Harald Wester, Olivier François sono pendolari tra Torino e Detroit, non dimenticano che la loro avventura americana ha avuto inizio con la scommessa ambientalista di Obama. I risultati conseguiti e che dovrebbero portare al pareggio di bilancio entro la fine di quest´anno gli permettono di dedicarsi all´operazione scorporo e al rimpasto dei manager ai quali affidare le sorti di Iveco e CNH confluite nella Fiat Industrial. E c´è chi dice che dopo lo spin-off si capirà se in futuro si dovrà parlare di Fiat-Chrysler o di Chrysler-Fiat. Che non è esattamente la stessa cosa. Intanto l´agenzia Fitch ha confermato a Fiat il rating BB+ e l´outlook negativo: «la flessibilità finanziaria è migliorata ma ci sono incertezze sulla futura struttura finanziaria del gruppo, dopo lo scorporo».