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 2010  luglio 20 Martedì calendario

PERCHE’ DIFENDO TUTTI GLI ANIMALI TRANNE LE ZANZARE

Il pezzo che segue non è un articolo scritto per Il Gior­nale, ma un discorso pub­blico improvvisato, pro­nunciato a braccio da Vit­torio Feltri in occasione di un convegno organizzato dal ministero per il Turi­smo sul tema «I diritti de­gli animali», al quale han­no partecipato il ministro Michela Vittoria Brambil­la, il professor Umberto Ve­r­onesi e la scrittrice Susan­na Tamaro. Ecco il testo tratto dalla registrazione.

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Dopo gli interventi del mini­stro Brambilla, del professor Ve­ronesi e di Susanna Tamaro, ar­rivo io che sono un giornalista e c’è il rischio che il convegno va­da in vacca. Siccome però la vac­ca tutto sommato non è fuori te­ma, anche il mio intervento può considerarsi accettabile.
Vorrei cominciare con una te­stimonianza. La signora Bram­billa non è diventata animalista nel momento in cui è entrata nel governo. Lo è sempre stata e lo posso certificare. A tutti noi sono antipatici gli zoo dove le bestie sono chiuse in gabbia o comunque tenute in cattività; per cui anche lo zoo della Bram­billa dovrebbe essere censura­to, se non fosse che è uno zoo speciale. A casa della signora, in­fatti, c’è un vero e proprio parco naturale nel quale vivono lieti e da anni molti animali di varie specie, girano in libertà per i prati. Il che dimostra che Michela Vittoria non è una animalista da parata, che si è improvvisata tale per catturare i nostri consensi. Lei ama gli animali sul serio è s a come vanno trattati.
Detto questo, vorrei aggiungere una cosa che mi sta a cuore. Si fanno tante battaglie, regolarmente perse, per abolire la caccia. Anche recentemente sono esplose polemiche sull’arte venatoria (e non si capisce che c’entri l’arte con l o sterminio dei volatili, della selvaggina). E i giornali le hanno riportate i n modo u n po’ raffazzonato. Ma non si dice mai una parola sulla pesca sportiva, e anche qui bisognerebb e precisare che cosa ci sia di sportivo nell’uccidere i pesci. Sta di fatto che la caccia è giudicata un’attività assurda da molti. Perché è incomprensibile come l’uomo possa divertirsi da matti sparando a lepri, fagiani e compagnia sfigata. difficile applaudire a chi si dedica a una simile attività. Sicché trovare gente disposta a combattere l a caccia è abbastanza agevole.
L a pesca invece non è neanche presa in esame. Eppure fa orrore il solo pensiero che u n pirla vada a pescare per divertimento. Che cosa ci sia di divertente a prendere la canna, la lenza e l’amo e usare il tutto per far sì che il pesce abbocchi, tra l’altro con un inganno atroce, è un mistero. Lui poverino è convinto di mangiare e si becca una sorta d i uncino nel palato che immagino faccia u n male cane, e chiedo scusa al cane che ho citato a sproposito.
Il pescatore che riesce a trafiggere i l pesce, anziché morire d’infarto come m eriterebbe, esulta. Probabilmente è u n pirla, ripeto. Afferra la trota, che non è il figlio di Umberto Bossi, e in malo modo le strappa l’amo e l a butta nel cestino per farla crepare lentamente, dato che fuori dall’acqua non respira più. Qui siamo davvero al peggio. Poiché i pesci sono muti come pesci e non piangono nemmeno, i o voglio essere il loro portavoce e caldeggio una campagna a loro favore e contro chi li tortura così solo perché pescare «rilassa». Rilassa un corno! Chiedetelo alla trota com e si rilassa. S i obietta che i l pesce è u n alimento sano e quindi va mangiato. Sarà anche un alimento sano, ma non mi si venga a dire che il pescatore sportivo pensa al fritto misto quando fa il pirla con la canna. Lui gode a uccidere, ed è pirla due volte. La sua è una crudeltà maggiore di quella del cacciatore che almeno spara e l’uccello muore sul colpo e non soffre. Sapete cosa vi dico? A me piacerebbe dedicarmi alla pesca al pescatore. Lo getterei i n u n lago e, quand o sta per annegare, gli lancio l’amo e lo costringo a pigliarselo in bocca, così l o tiro s u e m i rassereno. I n questa maniera divento sportivo anch’io che sono più vicino ai settanta che ai sessanta.
A proposito di amo, dimenticavo che sul medesimo i pescatori c’infilano un verme senza chiedergli il permesso d i essere infilato. D’accordo che i vermi non sono di bell’aspetto, ma non è un buon motivo per usarli come calzini dell’amo. Vi pare giusto?
Avrete poi dato un’occhiata a ciò che ci propina la televisione. Ogni giorno va in onda un servizio sul pesce fresco venduto al mercato. Il commerciante mostra con fierezza delle cassette traboccanti di totani e altri pinnati a m e sconosciuti, che s i dibattono e si contorcono nello spasimo dell’agonia. Provo una pena infinita. Il suddetto commerciante e la cretina che lo intervista gongolano: ma guarda che bel pesce, è ancora vivo! Vorrei vedere te, idiota, al posto del totano come saresti contenta.
Su quelli che scelgono l’aragosta nell’acquario del ristorante e se la mangiano bollita viva non mi esprimo per evitare il turpiloquio e una sanzione dell’Ordine dei giornalisti che, invece di punire i torturatori culinari puniscono chi, inorridito, tira loro un porcone. Scusa anche te, caro porco.
C’è un imbecille dalle mie parti che alleva maialini e li offre a prezzo di realizzo agli avventori della bettola annessa alla porcilaia. I l cliente osserva i maialini e tutto giulivo grida: «Quello, voglio quello!». L’imbecille l o afferra, l o uccide seduta stante, lo fa arrosto e lo serve fumante in tavola. I commensali applaudono. E si ingozzano. Niente d a dire sulla squisitezza del maialino. Ma andare lì, selezionare il più carino, e destinarlo prima alla padella e poi alla pancia, mi sembra un’operazione meritevole di ergastolo.
Ultimo capitolo. D a qualche tempo si vedono frequentemente degli spot con animali feroci che inseguono altri animali un po’ meno feroci. L’animale inseguitore immancabilmente incorna l’inseguito, e la scena è struggente; sennonché, si cambia inquadratura, e spunta un’auto di lusso, magari tedesca, aggressiva e lucente. Quale relazione ci sia tra le schifezze della natura – catena alimentare – e una berlina di lusso non si sa. Sarebbe opportuno vietare alla pubblicità di sfruttare gli animali dato che sono sufficienti le escort, che almeno sono volontarie?
Spesso m i criticano per i l mio amore verso gli animali. Mi trattano come un deficiente. M a i o m i domando: come si fa a non amare gli animali e poi, chessò, amare la zia Maria? Dico zia Maria perché tutti ne abbiam o una che ci sta sulle balle. Oppure: come si fa a non amare gli animali dopo aver frequentato un vagone della metropolitana nelle ore di maggior traffic o umano? Li avete guardati e annusati i vostri compagni di tratta? Io non riesco ad amarne uno che sia uno, mentre per esempio amo tutti i gatti.
Non s o s e i l professor V eronesi sia della mia opinione. Spero di sì. Oddio, lui afferma che non bisogna uccidere neppure l e zanzare. Sul punto, dissento. Anzi, dissento sulla puntura delle zanzare che, vi confesso, s e m i capitano a tiro, giuro, l e ammazzo con sollievo. Per m e questa è legittima difesa. Dopo di che confermo: le bestie mi piacciono davvero tutte, eccetto forse il dromedario. S e è vero che l’ha creato Dio, devo ammettere che non gli è venuto molto bene.