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 2010  luglio 20 Martedì calendario

ཿ I genitori lo guardano come fosse una specie di oracolo. I bambini come un potenziale Babbo Natale

ཿ I genitori lo guardano come fosse una specie di oracolo. I bambini come un potenziale Babbo Natale. Questo perché lui può dare risposta alla fatidica domanda che, prima o poi, irrompe in quasi tutte le famiglie con figli: «Mamma, papà, mi comprate un cane?». In un anno Simone Dalla Valle, 32 anni, dog-trainer protagonista di «Missione cuccioli», è diventato un riferimento per molti. La prima edizione della trasmissione è stata un successo: la seconda ripartirà il 13 settembre, sempre su DeaKids (Canale 601 di Sky) ogni lunedì, alle 21. E Dalla Valle, da istruttore cinofilo è diventato un personaggio televisivo. E per strada la gente lo ferma per chiedergli consigli. Prima di approdare al piccolo schermo, Dalla Valle aveva una brillante carriera: laureato in filosofia con 110 e lode, a 29 anni era già vicepresidente dell’Associazione professionale nazionale educatori cinofili (Apnec). Comprensibili dunque le titubanze al momento di accettare questa sfida televisiva: «Ero un po’ scettico. Come istruttore cinofilo so bene quanto conti la consulenza nel pre-adozione e pensavo fosse difficile spiegarlo in video. La tv fino ad ora non aveva dato un’immagine corretta del cane. Adesso sono contento: un’esperienza nuova, interessante, che mi ha permesso di portare avanti i miei obiettivi». Ossia cercare di far capire quanto sia importante la relazione che si stabilisce tra cane e proprietario: «Deve essere un rapporto consapevole. Il cane non è un peluche e non è così ovvio ribadirlo». La nuova edizione del programma indagherà di più su ciò che spinge i bambini a prendersi cura di un cucciolo. E le puntate saranno dilatate fino a un’ora e 45 minuti. Per insegnare ai bambini come comportarsi con un cane, Dalla Valle - che sul tema ha risposto anche alle domande dei lettori del Corriere.it nella videochat dello scorso febbraio, linkata qui accanto - attinge dal suo passato di consulente comportamentale per i minori: «Per stabilire un rapporto con un bimbo è fondamentale riuscire a comunicare. Un processo che, a sua volta, il piccolo deve fare con il cane: stabilire una relazione, non addestrare». Il rischio più ricorrente è che un bimbo non si renda conto che il cane non è un gioco: «Bisogna spiegare loro che si ha a che fare con un essere vivente. I piccoli non vanno adultizzati ma responsabilizzati». Questo è quello che fa Dalla Valle negli incontri con le famiglie che hanno fatto richiesta di adozione attraverso il programma. «E ci sono stati anche diversi bambini che, dopo aver capito l’impegno che comporta avere un cane hanno spontaneamente rinunciato». Altri invece hanno fatto dei miglioramenti proprio grazie all’arrivo dell’animale. Nella scelta di un cane vanno infatti considerate tutta una serie di variabili, fondamentali non solo per capire l’attitudine di una famiglia a prendersi cura di un animale, ma anche quale razza è più adatta per quel contesto. Nel programma, dalla Valle – che consiglia a chiunque abbia un cane di investire almeno dieci ore nella sua educazione – per verificare se una famiglia è davvero nella condizione di adottare un animale fa una specie di interrogatorio. «L’adozione deve essere consapevole. L’interrogatorio è una versione un po’ fumettosa di ciò che faccio davvero nel mio lavoro. Ci sono molte famiglie a cui abbiamo detto no».