Danilo Taino, Corriere della Sera 20/07/2010, 20 luglio 2010
I MANAGER DELLA MERKEL E I MUSCOLI CINESI
Alla Siemens sono allarmati e arrabbiati con Pechino. Per le Olimpiadi 2008, fornirono alla Cina 60 treni ad alta velocità, gioielli da 330 chilometri l’ora: 5 montati in Germania, 55 sul posto, con parti tutte però tedesche. Vinsero poi un’altra commessa, simile. I treni vennero tutti montati in Cina e alla Siemens fu chiesto solo di fornire la parte elettrica: il resto era tecnologia cinese. Ora pare che i cinesi siano in grado di costruire lo stesso treno interamente con tecnologia copiata da quella tedesca. «Corre voce che un loro treno sia già sui binari e che tra non molto siano in grado di competere con noi nel mondo, naturalmente con prezzi più bassi», dice un insider tedesco. Così, è successo che l’amministratore delegato della Siemens, Peter Löscher, ha attaccato pubblicamente il modo di fare affari dei cinesi, durante il viaggio della Cancelliera Angela Merkel in Cina e davanti al premier Wen Jiabao. Nello stesso incontro, l’amministratore delegato della Basf, Jürgen Hambrecht, ha denunciato il fatto che le imprese globali sono spesso costrette a trasferire le loro tecnologie e il loro know-how a quelle locali per accedere al mercato cinese. «Questo non corrisponde alla nostra idea di partnership», ha commentato. Attacchi senza precedenti che si inseriscono in una tendenza più ampia: da una parte i cinesi si sentono sempre più forti e ritengono spesso di potere fare a meno di collaborare con le multinazionali; dall’altra, queste stanno diventando insofferenti verso Pechino. Giorni fa, il numero uno dell’americana General Electric ha sostenuto che la Cina è sempre più protezionista, al punto di fargli sospettare che non sia più interessata alla presenza di grandi imprese estere nel Paese. Lo scontro tra Pechino e Google è noto. E il mese scorso i media cinesi hanno attaccato la banca di Wall Street Goldman Sachs accusata di «succhiare l’oro» del popolo. Ieri, gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno respinto come insufficiente la proposta di Pechino di stabilire parità commerciali in tema di gare per gli appalti pubblici. Il gigante inizia a mostrare i muscoli.
Danilo Taino