Varie, 20 luglio 2010
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Eitan Rafi
• Ein Harod (Israele) 23 novembre 1926. Politico. Ha servito nel Mossad e nello Shin Bet e nel 1960 è entrato nella storia di Israele partecipando al rapimento in Argentina del gerarca nazista Adolf Eichmann. Nel 1986 poi è stato lui a reclutare l’ebreo statunitense Jonathan Pollard, in seguito condannato all’ergastolo per spionaggio negli Stati Uniti, e mai liberato nonostante le richieste di Israele • «[...] grande vecchio dell’intelligence israeliana [...] Guida il Partito dei pensionati [...] è un pezzo di storia d’Israele [...] e ne ha viste di tutti i colori, non soltanto perché era dentro al Mapai, l’antenato del Partito laburista di oggi, e poi ha conosciuto Ariel Sharon mentre stava costituendo il Likud ed è diventato uno dei suoi amici più cari, non soltanto perché ha contribuito negli anni Sessanta alla cattura del generale nazista Adolf Eichmann, non soltanto perché è stato uno dei leader del Mossad più carismatici che si ricordi, non soltanto perché per dieci anni è stato il principale consigliere di antiterrorismo dei governi israeliani, ma anche e soprattutto perché lui fu colui che assoldò Jonathan Pollard, cioè l’uomo dello scandalo delle spie tra Israele e Stati Uniti. Erano gli anni Ottanta. Metà degli anni Ottanta. Pollard lavorava all’American Naval Intelligence e a un certo punto del 1983 venne a sapere notizie decisive per il futuro della sicurezza di Israele. Di religione ebraica, Pollard era nato e cresciuto negli Stati Uniti e aveva sempre avuto una passione per le spie e i servizi segreti. Quando si accorse di avere tra le mani informazioni importanti andò dai suoi superiori, chiedendo se non fosse il caso di informare il governo israeliano. La risposta fu negativa. E Pollard ci pensò da solo a prendere i contatti con Gerusalemme. Sulla sua strada incontrò Rafi Eitan, direttore dell’agenzia del Mossad chiamata Lakam, allora – la Guerra fredda era lì lì per finire, ma nessuno lo sapeva – era dedicato ad acquisire tecnologia e materiali per il programma nucleare e di difesa di Israele. Per un anno e mezzo, grazie anche ad Aviem Sela, che lavorava nell’Air Force Operations, e all’attaché dell’ambasciata israeliana a Washington, Eitan raccolse informazioni da Pollard: fotografie satellitari, dati sui sistemi missilistici dei paesi arabi, note sullo stato dell’arte degli armamenti. ”Una tentazione” cui non si poteva resistere, ha detto [...] ”Fu una mia decisione, mia soltanto. Decisi di prendermi dei rischi, che conoscevo, anche se non immaginavo che le cose sarebbero arrivate fino a questo punto. Corri sempre un rischio quando usi qualsiasi agente”. Nel 1985 Pollard si trovò uno dell’Fbi ad aspettarlo invece che il solito contatto del Mossad. Scappò all’ambasciata israeliana con la moglie Anna e cercò rifugio. Durò poco. Catturato. Un processo lo condannò all’ergastolo. In Israele Pollard è una figura controversa. Molti organizzano di tanto in tanto manifestazioni per la sua liberazione e lo stesso Eitan ha detto di avere a cuore l’uscita dal carcere di Pollard. Ma gli americani la vedono in un altro modo, anche perché Casper Weinberger, segretario alla Difesa quando scoppiò lo scandalo, tra le accuse presentò non soltanto l’attività di spionaggio, ma anche quella di aver fatto scoprire altre 11 spie alla Russia. Questo Eitan l’ha smentito. ”una sfrontata bugia – ha detto – Tutto quello che Pollard ci ha fatto sapere è rimasto negli ambienti dell’intelligence, non è mai uscito”. Tra queste informazioni c’erano i piani missilistici di Saddam contro Israele. [...] Eitan – che Sharon ha sempre chiamato ”stinky Rafi”, Rafi il puzzone, perché in un’operazione era finito in una fogna – è considerato dalle autorità americane un ”unindicted co-conspirator”, uno che non è finito in galera ma che ha cospirato contro gli Stati Uniti. Secondo molte fonti, Eitan non può entrare in territorio americano, altrimenti può essere soggetto a interrogatorio. Gira voce che lui sia andato in America più volte sotto falso nome. L’amico Sharon l’ha sempre difeso e, involontariamente, è stato lui a lanciare Eitan nella vita politica. ”Un gruppo di pensionati è venuto da me chiedendo rappresentanza politica. Io li ho presentati ad Arik, per portarli in Kadima”. Poi la malattia ha portato via Sharon ed Eitan è diventato il leader di un partito [...]» (’Il Foglio” 31/3/2006)