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 2010  luglio 10 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CONTI

Quirino" -

2009
Opera. Nabucco che andrà in scena al Verdi di Salerno l´8 dicembre, lui regista alla sua settima opera, direttore d´orchestra Daniel Oren, scenografo e costumista come sempre il prestigioso Quirino Conti.
Fonte: Natalia Aspesi, la Repubblica 21/11/2009

Abbigliamento. Quirino Conti, stilista occulto e colto, ha [nno] sempre sostenuto che abbigliarsi è importante tanto quanto nutrirsi o dormire; e che fu proprio «Dio per primo a pensarci vestendo Adamo ed Eva», seppur di foglie. L’abito racconta e dice. Come potrebbe non dire. Sicuramente non è indifferente e non lascia indifferenti. Sempre Quirino Conti ama ricordare la massima espressione della bellezza della moda è tutta nella sensibilità di Proust capace di commuoversi davanti a un’asola.
Fonte: Paola Pollo, Corriere della sera 10/7/2009

2008
Il nodo della cravatta. Dicono che Mourinho il portoghese ce l’avesse lento come certe melodie del Fado anche il giorno della prima comunione. Mai stretto, nemmeno una volta nella vita [...]. Quirino Conti, costumista e stilista: ”Portare il nodo così è quasi un segnale barbarico: sembrerebbe alludere a una spregiudicatezza ribelle, a uno spirito di impunità, a un atteggiamento anarcoide”.
Fonte: Gaia Piccardi, corriere 5/06/08

2007
Piacere. Dice sempre Quirino Conti, l’intellettuale stilista, che l’abito non deve necessariamente essere funzionale all’uso ma come un oggetto di designer (o d’arte) può vivere di vita propria. Piacere e non essere utile, se non a mostrarsi.
Fonte: Paola Pollo, Corriere della Sera 9/10/2007

Sfilate Autunno 2007. «I nostri stilisti sono finalmente diventati autori - coglie Quirino Conti, un intellettuale- stilista e autore di libri sulla moda - , consapevoli di essere un fatto culturale. Non c’è più il cinema in Italia. C’è la moda. Che con saggezza ha messo un piede in qualcosa che ha che fare con la cultura. Così non è necessario che si manifesti il vestito. Ma un’identità che indichi la possibilità: penso a tutte quelle crinoline dipinte o i veli con le fate disegnate o le dee greche sui drappeggi... Ora chi mai potrà indossarli? Poche, pochissimi. Ma non è questo il punto. E’ la riflessione che ne consegue. Non è detto che un grande architetto arredi sempre le case con oggetti confortevoli, allora perché non deve essere così con il corpo».
Fonte: Corriere Della Sera 30/9/2007 - Dagospia, 29/9/2007

Rompete le righe. Vedi Articolo in sch. N. 131409
Fonte: L’Espresso 08/02/2007, Quirino Conti

2006
Seduzione. A parte il decoro simone-de-beauvoiresco della Iotti, le donne di sinistra, dagli zoccoli della Turco alle infradito bianche di Melandri, sono, per la definizione di Quirino Conti, «selezionate geneticamente per esser prive di qualsiasi strategia di seduzione».
Fonte: La Stampa 04/09/2006, pag.9 Costanza Rizzacasa

Balenciaga. Quirino Conti per esempio, nel suo bestseller Mai il mondo saprà (Feltrinelli, pp. 371, euro 19.50), gli dedica un capitolo intitolato, solennemente La luminosissima tenebra. E citando Santa Teresa d’ Avila per le abbacinanti visioni del Maestro fatte vestito, ne racconta per pagine e pagine la profonda, audace genialità: «La sua Moda. Autorevole, fiera, virtuosa, casta, come sognata; sfuggente, ardita, eppure anche carezzevole; suadente, languida e appassionata; stupefacente. Al pari di quella genia di sognatori, visionari, veggenti e mistici, alla quale, per consanguineità, Balenciaga apparteneva come nessun altro. E senz’ altra possibilità. Necessitato a quella inflessibile, costitutiva luce, nella materia come nelle forme del suo lavoro. Forse mai niente di più radioso nella Moda».
Fonte: Natalia Aspesi, la Repubblica 2/7/2006, pagina 32

2005
Prada. Quirino Conti dedicandole [a Miuccia Prada] un capitolo del suo saggio Mai il mondo saprà e citando ciò che Gertrude Stein diceva di Picasso: ”Chi crea una cosa è costretto a farla brutta”.
Fonte: atalia Aspesi, ”la Repubblica” 13/2/2005

2003
Bruce Weber. Il suo, dice uno studioso come Quirino Conti, è un sublime incantamento che nel ritrarre lo splendore del corpo umano, ricorda, addirittura, il Caravaggio.
Fonte: Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 24/9/2003

Successo. Dice lo storico del costume Quirino Conti: ”Il successo è fatto di talento, non di panna montata. O per lo meno non lo è più. Ford ha avuto l´abilità di creare un meraviglioso mondo fittizio e abbagliante che ha molto più a che fare con la finanza che con la moda. L´hanno imitato, male, in troppi, ed ora anche quel pulviscolo di mezze tacche dovrà fare i conti con la realtà”.
Fonte: Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 6/11/2003.

2001
Quirino Conti, «Non era per un’ossessione personale che Rembrandt dipingeva donne vaste, dalle pieghe profonde di carne. Ma perché in una società dove il cibo scarso era la regola, dimostravano ricchezza. Quando ritrae la moglie Saskia in "Susanna e i vecchioni", indica il vero lusso dell’epoca: il peso, che significa cibo, dunque potenza». Tutto avrebbe inizio con la Controriforma. Ai protestanti, critici nei confronti dei fasti di Roma, alcune potenze europee molto cattoliche (come la Spagna) risposero adottando uno stile ascetico, caratterizzato da abiti neri. Nei quadri di quell’epoca appaiono «uomini ossuti e pensosi, simboli di vita austera». Solo alla donna vengono concessi «l’allegria dell’adipe e delle vesti colorate». Ciò avrebbe innescato un processo logico che vuole l’intelligenza «magra, sobria e veste di scuro».
Fonte: Giusy Ferr Amica 10/1/2001 alle pagfine 44-50

1999
Tra le sfilate e il vestire è avvenuta una scissione. Quirino Conti: «L’uomo adulto è scomparso dalle sfilate perché la sua necessità di vestirsi esula dalla moda. Tra le sfilate e il vestire è avvenuta una scissione, e lo stilista usa la passerella o la presentazione come l’artista l’installazione o la performance; per creare un’ebbrezza dionisiaca, una eccitazione dei sensi, che elimini ogni razionalità, ogni realtà, nella quale i giovani si sentono del tutto ininfluenti, inascoltati, marginali».
Fonte: Natalia Aspesi, la Repubblica 02/07/1999