Frammenti, 9 luglio 2010
Tags : Livio Berruti
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BERRUTI, LIVIO"
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«Il doping ha introdotto un sospetto generalizzato, la diffidenza verso chi vince. Noi eravamo dei polli ruspanti, qui ci sono dei bronzi di Riace dei quali anche il più sano ha bisogno di supporti medici strutturati». (Le prossime Olimpiadi secondo Livio Berruti, oro dei 200 metri a Roma nel 1960)
Corrado Sannucci, "la Repubblica" 25/7/2008
Sui blocchi dei 200, all’Olimpiade che conquistò, Berruti salutò uno a uno gli avversari: «E feci loro gli auguri. Pensavano fossi roso dallo stress dei Giochi in Italia, ed io feci finta che non fosse così».
Gaia Piccardi, Corriere della sera 23/7/2009
«Ho sognato di scrivere questo articolo per tutta la mia vita». Così, concedendosi la necessaria retorica, Gianni Brera avvia il pezzo che celebra su Il Giorno del 4 settembre del ’60 la vittoria di Livio Berruti nei duecento piani alle Olimpiadi di Roma, un trionfo che le immagini di repertorio hanno reso leggendario, con il volo augurale dei colombi che accompagna il rettifilo del campione piemontese. «Furono dieci secondi così tormentosi da stupirmi ancora adesso di averli potuti superare. Infine scorsi il filo di lana tendersi sul suo petto: e Berruti cadere. E forse baciare la terra; e il pubblico urlare per lui che aveva vinto. (...) Dovremo ricordarci di questo giorno. Lo sport italiano non ne ha mai vissuti di più esaltanti nella sua storia, che pure è molto notevole».
La cronaca è tratta da un volume atteso da tempo, L’abatino Berruti. Scritti sull’atletica leggera (BookTime, «I libri di Gianni Brera», postfazione di Paolo Brera, pp.332, 18.00)
Massimo Raffaeli, l’Unità 14/10/2009
[Livio Berruti] In testa mentre correvo mi facevano compagnia le note jazz di Bix Beiderbecke e di quelli che poi sono diventati i miei amici, Gianni Basso e Franco Cerri.
Fonte: Massimiliano Castellani, Avvenire 17/5/2009