Frammenti, 2 luglio 2010
Tags : Riccardo Chailly
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CHAILLY, RICCARDO"
Il nuovo auditorium di Milano ha riaperto mercoledì sera (con un concerto diretto da Riccardo Chailly) dopo soli due anni di lavori finanziati da un mecenate che ha preteso fino all’ultimo di restare anonimo.
G. Ma. ìCorriere della Seraî 5/10/99
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CHAILLY Luciano (Ferrara 1920, Milano 2002). Violinista, compositore, didatta, organizzatore, saggista […] Padre del direttore Riccardo, dell’artista Cecilia • […] autore di numerosi saggi e volumi critici tra cui I musicisti di Buzzati, si era affermato come autore versatile fin dagli anni 50 con numerosi lavori dal camera tra cui spiccano le dodici Sonate tritematiche (1951-61) concepite in esplicito riferimento alle Kammermusik hindemithiane, per orchestra e sinfonico-corali come il Kinder Requiem (1977) diretto in prima esecuzione dal figlio Riccardo. […]
Enrico Girardi, ”Corriere della Sera” 27/12/2002 - Scheda Parrini su CHAILLY Luciano
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BETTINELLI Bruno. Compositore. «Aveva studiato presso il Conservatorio ”Giuseppe Verdi”, diplomandosi in pianoforte, musica corale e composizione; dal 1938 aveva poi insegnato presso quel conservatorio, approdando nel 1957 alla cattedra di composizione. In quella classe sono passati, fra i molti, Claudio Abbado, Aldo Ceccato, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Maurizio Pollini, Uto Ughi, […].
Arrigo Quattrocchi, ”il manifesto” 14/11/2004 – Scheda Parrini su BETTINELLI Bruno
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JANSONS Mariss. Direttore d’orchestra. «[…]guida oggi due formazioni tra le più cariche di gloria: l’Orchestra della Radio Bavarese e quella del Concertgebouw di Amsterdam, dove è succeduto a Riccardo Chailly [...]».
Enrico Girardi, ”Corriere della Sera” 3/9/2005 – Scheda Parrini su JANSONS Mariss
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Diminuiscono i direttori d’orchestra che indossano il frac. Tra coloro che resistono ci sono Riccardo Muti, Claudio Abbado, Zubin Metha, Riccardo Chailly, Lorin Maazel, Aldo Ceccato e Daniele Gatti […].
Laura Dubini, Corriere della Sera 25/11/2005, pagina 29.
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[…] Nell’ ambito delle iniziative promosse dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane (2004-2008), istituito per i 150 dalla nascita del musicista di Torre del Lago. Celebrazioni che domani sera, avranno un primo «grande evento» con il concerto della Filarmonica e Coro della Scala diretti da Riccardo Chailly nella Basilica di San Frediano a Lucca […].
Corriere della Sera 15/10/2005, pag.41 Pierluigi Panza
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[…] In compenso a [CARLO ] Fontana era riuscito di riportare [ALLA SCALA] Riccardo Chailly con ”L’Angelo di Fuoco”, rondine che non farà primavera. […] Ma sui rifiuti opposti ai grandi direttori si sconfina nella leggenda: un orchestrale ha raccontato di un diniego che Muti avrebbe rivolto addirittura a un Carlos Kleiber che voleva fare l’Otello. Il magistrato-melomane Renato Caccamo invece ha parlato di autentico veto nei confronti di Riccardo Chailly e Daniele Gatti […]. Quando Riccardo Chailly ottenne un consenso piuttosto risicato dai suoi orchestrali del Concertgebouw di Amsterdam, anni addietro, Muti aveva detto così: con un solo voto contro, io, mi dimetterei. Ora contro ne ha settecento ma rimane lì […].
Il Foglio 02/04/2005, Filippo Facci
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[L’AIDA] il 7 dicembre debutterà al Piermarini con Riccardo Chailly sul podio, nel cast Violeta Urmana, Roberto Alagna, Irina Makarova, Carlo Guelfi, avrà impresse nelle scene e nella regia le stimmate del marchio Zeffirelli […].
Giuseppina Manin, Corriere della Sera 19/11/2006, pagina 39.
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[…] A Riccardo Chailly piace farsi trainare, appeso ad un paracadute ascensionale, da un motoscafo che sfreccia in mare.
’Corriere della Sera” 30 novembre 2006
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CHAILLY Cecilia […] il fratello Riccardo, direttore d’orchestra di fama internazionale.
(Andrea Scanzi, ”La Stampa” 9/12/2006).
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[…] Riccardo Chailly a Lipsia, Paolo Carignani a Francoforte e Fabio Luisi a Dresda formano una piccola ma apprezzata colonia di direttori italiani stabili in Germania […].
Enrico Girardi, Corriere della Sera 17/4/2007
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Nel 2003 […] Il direttore musicale [DELL’ORCHESTRA VERDI] di allora, Riccardo Chailly, […].
Corriere della Sera 10/05/2007, pag.47 Sergio Romano
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[…] E sempre Novecento sarà con Puccini. Due opere per i 150 anni dalla sua nascita: Il trittico con l’accoppiata Riccardo Chailly e Luca Ronconi, Bohème nell’edizione classica di Zeffirelli e la giovane direzione di Gustavo Dudamel […].
Giuseppina Manin, Corriere della Sera 30/5/2007
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[…] Luca Ronconi è il regista che firmerà uno degli appuntamenti più attesi dell´anniversario pucciniano: il suggestivo Trittico alla Scala dal 6 marzo. Forse con Turandot il titolo più ammirato di Puccini, si ascolterà con Riccardo Chailly sul podio e un cast di prim´ordine […].
Laura Laurenzi, la Repubblica 6/12/2007
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[…] 200 anni di Ricordi. […] Per tornare alle celebrazioni, sempre l’11 gennaio Riccardo Chailly dirige alla Scala musiche di Verdi, Rossini, Puccini-Berio e dello stesso Giulio Ricordi che da compositore adottò il soprannome di Jules Burgmein.
corriere della Sera 09/01/2008, Benedetta de Micheli
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A volte mi rivedo ragazzo accompagnare mio padre Luciano, che era compositore, alla sede della Ricordi in via Berchet. Lui aveva sotto braccio l’ingombrante manoscritto della sua musica, note che amava comporre con la penna stilografica su fogli enormi. Mi affascinava questo passaggio dalla fantasia della mente alla penna fino alle bozze di stampa. Come per magia si materializzava qualcosa che prima non esisteva.
Più tardi sono diventato un appassionato frequentatore di biblioteche. E tale sono rimasto. Grazie all’assistenza di Lionello Semprini prima e di Cristiano Ostinelli e Gabriele Dotto oggi, ho passato tanti lunghi pomeriggi nel caveau di via Salomone alla ricerca di meravigliose partiture di musica sinfonica. Una volta trascorsi lì dentro un’intera settimana avendo la possibilità di consultare la prima edizione a stampa della «Fanciulla del West» con le correzioni di pugno fatte da Arturo Toscanini.
Sono centinaia, molte riguardavano le parti corali per renderle più efficaci nel vecchio Metropolitan di New York, così avaro di acustica; molte riguardavano invece la scrittura strumentale. Aveva il senso del teatro il grande direttore e Puccini accettò gli interventi toscaniniani. […] Tornerò a consultare quei documenti, se potrò, io che ho la mania delle versioni originali […].
La conclusione della serata sarà dedicata a Giacomo Puccini, da me profondamente amato, con l’Atto III della «Turandot ». Dell’opera incompiuta del compositore non proporremo però l’abituale finale di Franco Alfano, ma quello scritto nel 2002 da Luciano Berio, (anche qui si tratta di un debutto scaligero) che io ebbi l’onore di dirigere per la prima assoluta alle Isole Canarie e poi ad Amsterdam in forma scenica […].
corriere della Sera 09/01/2008, RICCARDO CHAILLY
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L’opera di un compositore spesso tesse misteriose trame, intricati disegni, con quella del suo interprete. Ne traggono linfa per i loro testi gli esegeti, creando proverbiali connubi fra Verdi e Toscanini, Rossini e Abbado, Richard Strauss e Sinopoli o Cherubini e Muti. Questa delicata alchimia si è prodotta anche fra Puccini e Riccardo Chailly. "Partii prima con l’esperienza pucciniana e poi con quella mahleriana, un parallelo per me decisivo, due coordinate fondamentali della mia vita musicale, presenze intese come l’una complementare all’altra, con molti aspetti in comune", afferma baldanzoso il cinquantacinquenne direttore milanese […].
L’espresso 6 marzo 2008, Riccardo Lenzi
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FRITTOLI Barbara Milano 19 aprile 1967. Soprano. […] Nel 2008 applaudita nel Trittico pucciniano (regia di Luca Ronconi, direttore d’orchestra Riccardo Chailly).
Scheda Parrini su FRITTOLI Barbara
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Martha Argerich […] Altri direttori amati? «I primi che mi vengono in mente? Beh, adesso vado a suonare con Temirkanov, che mi piace tanto. Poi Claudio (Abbado, ndr), Riccardo Chailly e Charles Dutoit […]».
La Stampa 27 marzo 2008
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Milano si è appena vista assegnare l´Expo Universale del 2015: la città è in festa. Continua a non pensare a un ritorno alla Scala? [CLAUDIO ABBADO:] «Lissner sta facendo un ottimo lavoro. La soluzione dell´alternanza, con inaugurazioni affidate a Barenboim, Chailly e Gatti, è la migliore […]».
La repubblica 1 aprile 2008, LEONETTA BENTIVOGLIO
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ZANON Silvio. Baritono. «[…] Assomiglia a una bella favola a lieto fine la storia di Silvio Zanon [...] che [...] è riuscito a coronare il sogno più grande: esordire alla Scala di Milano nel Tabarro di Giacomo Puccini, diretto da Riccardo Chailly con la regia di Luca Ronconi […].
(Gianluca Amadori, ”Panorama” 17/4/2008) – Scheda Parrini su ZANON Silvio
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[PER LA Cenerentola di Rossini] Andermann cala subito il suo tris d’assi: Riccardo Chailly, che dirigerà l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Luca Ronconi regista e Vittorio Storaro per le luci.
La Stampa 25 luglio 2008, Alberto Mattioli
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ANDERMANN Andrea. Produttore. Regista. […] Nel 2009 sarà la volta di Cenerentola, ambientata nei palazzi
barocchi di Torino (Riccardo Chailly sul podio, regia di Luca Ronconi, luci di Vittorio Storaro), […].
Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008
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[…] Alla Scala le due funzioni di vertice, sovrintendenza e direzione artistica, sono già di uno straniero, appunto il francese Lissner, e non sarebbe male se il direttore musicale del primo teatro lirico italiano fosse un italiano. Non è un obbligo, ci mancherebbe. Però anche questo è un dato da non sottovalutare. Gli italiani sono due, entrambi nomi di primissimo piano, che già dirigono da tempo alla Scala: sono Daniele Gatti, quello che ha condotto la prima del Don Carlo stroncata da Isotta, e Riccardo Chailly. Di entrambi il critico del Corriere della Sera [PAOLO ISOTTA] non ha una grande opinione. Del primo dice: ”E’ mediocre”. Del secondo: ”Anche se ha una buona facilità musicale, non va bene” […].
Il Foglio, 17/2/2009, Gianni Gambarotta
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FALZONE Giovanni. Trombettista • «[...] Per sei anni, dal 1998 al 2004, è trombettista dell’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano che allora ha Riccardo Chailly come direttore stabile ma è condotta spesso da altri maestri di caratura internazionale [...]».
Franco Fayenz, ”Il Foglio” 20/1/2010 – Scheda Parrini su FALZONE Giovanni
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[…] alla Scala, per l’Aida di Chailly-Zeffirelli del dicembre 2006.
Il Catalogo dei viventi 2009
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[…] Due esempi a Milano si inseguono fin dal nome. Sono gli Amici del giovedì e gli Amici del venerdì. […] Gian Galeazze Piazzi Vergani, presidente dell’editoriale del Giornale, è, invece, un "Amico del venerdì": «Per le adesioni abbiamo due criteri: essere amici o buoni conoscenti di qualcuno che già è socio, e godere di un certo prestigio». Così figurano nel club, che - anche questo - si riunisce spesso alla Società del Giardino, Umberto Veronesi, Cesare Romiti, Riccardo Chailly, monsignor Buzzi […] Nati nell’immediato dopoguerra, gli Amici non sono mai stati più di trenta, oggi sono una ventina. Si ritrovano l’ultimo venerdì del mese, uno dei mèmbri invita e poi tiene una relazione […].
Enrici Mannucci, Sette 11/3/2010
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«Leggo sconcertato le notizie dall’Italia. Come si può pensare che La Fenice tanto amata da Verdi, o il San Carlo decisivo per Rossini, o il Regio di Torino e l’Opera di Roma così importanti per Puccini possano essere sacrificati?». Riccardo Chailly è direttore musicale del Gewandhaus di Lipsia, l’orchestra con il massimo organico al mondo, 185 musicisti.
Maestro, come siamo arrivati a questo punto?
« un processo che va avanti da molti anni, tutto nasce dalla scellerata decisione di ridurre da quattro a una le Orchestre Rai: è stato un segnale decisivo della perdita di centralità della cultura nella politica italiana».
Negli ultimi vent’anni la Germania ha dovuto sostenere i costi della riunificazione: è stata mai toccata la musica?
«Il confronto tra Germania e Italia in questo campo è schiacciante. Non si contano le orchestre, le associazioni concertistiche... Certo, vivo in una città privilegiata grazie a una tradizione che risale a Bach, ma nessuno, nemmeno nei momenti più difficili, si è sognato di minacciare l’identità musicale della nazione».
Ci sono colpe specifiche dei teatri italiani?
«Una su tutte: l’individualismo. Un male terribile che coinvolge anche i nostri teatri. Una pretesa di originalità a tutti i costi che va contro la collaborazione fattiva e concreta che potrebbe molto ridurre i costi di gestione».
La Scala firma coproduzioni...
«Sì, peccato che Lissner lavori volentieri con i teatri stranieri, più raramente con quelli italiani. Lo vedrò a fine maggio per parlare di future collaborazioni, ma mi piacerebbe che aprisse anche agli italiani».
Come si esce da questa situazione?
«Non sono ottimista, vedo prevalere un fiato corto. Da troppi anni sento parlare di lotta per la sopravvivenza sempre attorno allo stesso problema».
Quale?
«La dignità del lavoro artistico. Stabilito questo, diventa assai più facile scrivere le regole. La mia orchestra è formata da 185 musicisti: lavoriamo per il teatro d’opera, per la stagione dei concerti, per le cantate e gli oratori di Bach. Nessuno ritiene che sia troppo. Questa orchestra ha una storia meravigliosa, ma nello stesso tempo una straordinaria volontà di rinnovamento, la convinzione profonda che la tradizione sia il viatico migliore per il futuro».
Non la vede in Italia?
«No, e credo che questa sia la ragione profonda del male oscuro - ma forse nemmeno tanto oscuro - della nostra vita musicale. La musica è fondante nella nostra storia: c’era la musica italiana prima che ci fosse l’Italia. Sacrificare la musica è una scelta politica, prima ancora che economica».
RAFFAELLA SILIPO - La Stampa 1/5/2010, pagina 1
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I 200 ANNI DI SCHUMANN GENIO RESO FOLLE DALLA MUSICA
[…] Eppure questo anniversario sembra passare un po’ inosservato. […] Il festivl MiTo si aprirà con l’integrale (due concerti a Milano e due a Torino) delle Sinfonie e dei Concerti affidati al Gewandhaus di Lipsia (dove Schumann insegnò pianoforte in Conservatorio) e alla bacchetta di Riccardo Chailly […].
Pierachille Dolfini, ItaliaOggi 8/6/2010