Frammenti, 2 luglio 2010
Tags : Giuseppe Cascini
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CASCINI
GIUSEPPE"
[Su Danilo Coppola]: I pm Lucia Lotti e Giuseppe Cascini hanno scoperto un meccanismo di compravendita di immobili tra società dello stesso gruppo. ”Scatole vuote” le hanno chiamate. Diventate ”bare fiscali”. L’inchiesta fa riferimento a un buco di bilancio di 130 milioni di euro. (e.v., ”la Repubblica” 2/3/2007)
I pm capitolini, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, che hanno indagato sulla scalata Rcs e sulle varie attività del gruppo Magiste, hanno iniziato la manovra di chiusura delle indagini e ipotizzato le richieste di rinvio a giudizio per il gip. Ricucci, dal canto suo, è intenzionato a combattere fino in fondo per contrastare quelle che ritiene le ingiustizie subite (Il Sole 24 Ore 21/02/2007, pag.42 Vincenzo Chierchia)
Stefano Ricucci parla, in sette lunghissimi estenuanti interrogatori ai pubblici ministeri di Roma Giuseppe Cascini e Rodolfo Maria Sabelli che hanno trovato riscontri e conferme a un racconto che giudicano monco magari, e troppo prudente. (Giuseppe D’Avanzo la Repubblica 16/6/2007)
La storia che muove le perquisizioni di Roma, Milano, Londra, che scuote il secondo gruppo industriale italiano, è, al momento, una storia di corruzione. In cui, se la ricostruzione proposta dall´istruttoria dei pubblici ministeri Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli è corretta, balla una tangente di 97 milioni di euro che, nella primavera del 2005, consegna l´azienda telefonica Wind, allora controllata da Enel, al finanziere egiziano Naguib Sawiris e alla sua "Orascom" per un prezzo nominale di 12,5 miliardi di euro (5 in meno di quanti, nel 1997, era costato ad Enel la start-up di Wind). (La Repubblica 29 febbraio 2008, CARLO BONINI)
Cragnotti, Geronzi, Ricucci, Coppola. A sentire «i precedenti» collezionati dai pubblici ministeri romani Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti potrebbe già farsi un’idea dei magistrati che si sono messi alle sue calcagna. E certo non è una idea tranquillizzante. [...] Cascini è più «esposto», se non altro per il suo impegno associativo che lo ha portato a fare parte del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, eletto dai colleghi nella lista della corrente «di sinistra» Magistratura democratica. Ha alle spalle anche un incarico ministeriale presso la segreteria di Franco Corleone (verdi) ai tempi dei governi Prodi-D’Alema-Amato (1996-2001). L’ex guardasigilli Clemente Mastella lo ha nominato componente della commissione ministeriale che avrebbe dovuto suggerire norme e metodi per mettere a frutto i sequestri giudiziari di beni e soldi, per riscuotere sanzioni pecuniarie e spese processuali, per gestire con più efficacia i beni confiscati oltre che studiare nuove e ulteriori forme di contrasto alla criminalità economica con riferimento particolare all’ambito di applicazione della responsabilità degli enti (guarda caso). Un incarico da paladino di una giustizia che vuole funzionare, insomma. [...]Sabelli e Cascini lavorano in tandem nelle inchieste sulle scalate, quella a Bnl da parte di Unipol, ad Antoveneta e a Rcs MediaGroup, editore del Corriere della sera. Un pezzo di cattiva storia finanziaria del paese è finita nelle loro mani.
Insieme hnnoa spedito in carcere i furbetti del quartierino Stefano Ricucci e Danilo Coppola, mandando in fumo i loro sogni di gloria su Rcs e Mediobanca. A Ricucci hanno contestato l’aggiotaggio per i tentativi illeciti di ricollocare il pacchetto di quota Rcs in suo possesso (14%). Riciclaggio e bancarotta i reati contestati a Coppola, che a Sky Tg 24 ha dichiarato di sentirsi vittima di una persecuzione. Loro però non hanno mollato. (Italia Oggi 29 febbraio 2008, Claudia Morelli)
Sul Corriere di ieri è stato pubblicato un articolo dei giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, con il titolo: «Il secondo lavoro delle toghe. Se i giudici si danno l’aumento da soli».
Solo dalla lettura attenta dell’articolo si comprende che si parla solo dei giudici amministrativi e non dei giudici ordinari. Ma il titolo induce facilmente l’equivoco. La magistratura ordinaria di questi tempi è spesso oggetto di attacchi e di aggressioni da parte di esponenti delle istituzioni. Per altro verso è in atto una vera e propria campagna denigratoria, con particolare riferimento agli stipendi e all’impegno lavorativo. Noi avvertiamo una esigenza di verità. I magistrati ordinari guadagnano molto meno dei magistrati amministrativi, dei Tar e del Consiglio di Stato. I magistrati ordinari non possono e non vogliono svolgere l’incarico di arbitro. Il divieto di partecipazione dei magistrati ordinari è stato introdotto già da anni su espressa richiesta della Associazione Nazionale Magistrati.
Luca Palamara
Presidente dell’Associazione nazionale magistrati
Giuseppe Cascini
Segretario dell’Associazione nazionale magistrati (Corriere della Sera 12/11/2008)
«Magistrati eletti sono caratteristica di Paesi dove forte è il senso delle istituzioni – riflette Giuseppe Cascini, segretario Anm ”: ma per l’idea di istituzioni che la politica italiana mostra di avere (scontro, partigianeria), con una magistratura eletta andremmo solo a peggiorare ». (Luigi Ferrarella, Corriere della Sera 10/12/2008)
«A pensare male si fa peccato, ma forse c’è da leggere nella manovra una particolare volontà di punire i magistrati italiani». Lo ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, annunciando che i magistrati italiani si apprestano allo sciopero contro le misure annunciate dal governo. I magistrati «vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese» dicono, però denunciano il contenimento degli aumenti retributivi disposto ai loro danni come discriminatorio e, dunque, punitivo. (Oscar Giannino, Panorama 10/6/2010)