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 2010  luglio 01 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CELENTANO

Alessandra"

La severità iperprofessionale di Alessandra Celentano che non ammette sconti di benevolenza per candidati ballerini somaticamente non proprio baciati dalla Natura: «Io miro alla qualità e alla totalità».
Fonte: Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 14/01/2009

L’esempio più sadico e riuscito è Alessandra Celentano, insegnante di danza classica alla scuola di «Amici», nipote di Adriano che lei definisce «giusto esempio di longevità per dare un peso al talento» e ormai centro di un programma che fa più di 5 milioni di spettatori a puntata. «Il mio ruolo è scomodo, facile farsi dare dell’antipatica ma non è che la tv debba per forza essere cattiva maestra, può essere educativa, come una volta. Diamo messaggi corretti: senza qualità, senza faticare, senza rigore lo spettacolo non lo puoi fare. Non illudiamo i ragazzi facendo finta che una persona limitata abbia possibilità di diventare famosa solo perché è il sogno di sempre». Lei i sogni li stronca con una certa logica, «anni a parlare di reality... è ora che la tv si adegui alla vita, giusta e reale. Servono persone con il coraggio di dire chi vale e chi no». A inizio stagione ha chiesto alla produzione di «Amici» di alzare il livello, ragazzi più preparati e soprattutto «disposti a tenere le distanze. Non è possibile che tra un professionista e un aspirante tale ci sia un rapporto da pari». L’hanno assecondata quando la trasmissione stava ancora in fascia pomeridiana, nella fase di scelta degli allievi per il cast serale, ora che «Amici» occupa il prime time (e ben oltre) del mercoledì sera, i colleghi arretrano: «Dicono che io sono ristretta. Sbagliato, vorrei solo che i ragazzi fossero coscienti delle loro possibilità: magari restano fissati con l’idea che possano fare i cantanti, i ballerini o le star e invece potrebbero diventare degli avvocati di successo». Due anni fa aveva come bersaglio Agata, soprannominata «collo del piede» perché sprovvista di uno dei requisiti fisici necessari per essere ballerini professionisti «e infatti oggi non balla, fa tutt’altro. Mi prendo molte soddisfazioni a telecamere spente. Può darsi che qualche ragazzo che per me è scarso combini qualcosa per sei mesi però vanno avanti solo quelli con una base. E con la voglia di lavorare. Una scuola professionale dura come minimo 8 anni, è ridicolo pensare che uno stage in tv la sostituisca». Ed è il concetto di tv che si crepa, i 15 minuti di celebrità, la comparsata eletta a carriera: «Per carità, si può anche accontentarsi di sculettare, si può diventare famose come velina. lecito, non sono contraria. Però è ora di cominciare a sottolineare le differenze tra un curriculum e l’altro. Una volta in tv ci stavano solo professionalità assolute, ora un po’ tutti, basta guardare il livello dei ballerini nei programmi». La ricerca di qualità ha occupato i talent show. Nelle prime edizioni passerelle di ossessioni personali, «desidero tanto diventare attore», in queste puntate ormai provini veri e propri. «Il pubblico capisce, diventa più selettivo ed esigente. Prima votavano a simpatia, ora non sono sempre d’accordo con i giudizi da casa però i canoni di scelta sono cambiati».
Fonte: Giulia Zonca, la Stampa 11/02/2009

Professori severissimi, come la mitica insegnante di danza Alessandra Celentano, che sferza le ragazzette sovrappeso
Fonte: Raffaella Silipo, La Stampa 22/2/2010, pagina 35