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 2010  giugno 30 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CELENTANO

Adriano"

Jannacci racconta di una trasferta a Norimberga come pianista di Celentano. ”Il clou doveva essere Elvis Presley, militare lì vicino, ma non gli hanno dato la libera uscita e abbiamo dovuto cavarcela noi. Adriano non se l’è filato nessuno. Meno male che Tenco ha tenuto su la baracca col suo sax”.
Fonte: Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 17/10/1998

[Serena Grandi] Vera la liaison con Adriano Celentano
Fonte: Fulvia Caprara, ”La Stampa” 20/11/2003

A Del Noce litigare non dispiace. Gli amici spiegano ”che è uno che dice sempre quello che pensa”, i nemici che gode ”nell’esercitare il potere assoluto”. Comunque sia nel suo curriculum di risse verbali ce ne sono state molte, tra cui quella con Claudia Mori, strascico della lite con il marito Adriano Celentano reo di non mostrare al direttore i copioni di Rockpolitik.
Fonte: Maria Corbi, ”La Stampa” 6/3/2007

Avendo sognato di fare una gara di rock contro Adriano Celentano (gara poi finita in rissa), Little Tony ha giocato al Lotto i numeri relativi al suo sogno e ha fatto un ambo sulla ruota di Cagliari.

Fonte: La Stampa 28/01/1998

Compensi di Adriano Celentano per il programma che farà in Rai la primavera prossima secondo Giancarlo Magalli: 200 milioni a puntata. Il cantante, per il ”Fantastico” condotto nel 1987/88, prese dalla Rai 3 miliardi.
Fonte: Maria Volpe, Corriere della Sera, 11/01/1997

«Il ricordo più bello è stato il "Fantastico 8" con Celentano. Io venivo dalla scuola di ballo e avevo una preparazione molto rigida. Ma con Adriano non si sapeva mai cosa succedeva. Dietro le quinte gli addetti ai lavori impazzivano, ma per me è stata un’ esperienza unica, un cambio molto positivo nel mio modo di lavorare e un momento storico nella tv italiana» (Heater Parisi).

Fonte: Pasquale Elia, Renato Franco, Maria Volpe, Claudia Voltattorni, ”Corriere delle Sera” 29/12/2003 pagina 31

[Gianmarco Mazzi] ma la svolta arriva nel’92 quando diventa il manager di Adriano Celentano. Dopo due anni come direttore della promozione della Cgd-Time Warner collabora ancora con Celentano per la realizzazione dell’album con Mina (’97) e poi per conto del Clan delle trasmissioni del Molleggiato su RaiUno Francamente me ne infischio (’99) e 125 milioni di ca...te (2001). Nel 2003 diventa consulente del direttore generale Cattaneo per la musica e direttore artistico-ombra per Tony Renis. Grazie a lui Celentano arriva all’Ariston come ospite a sorpresa. E gli ascolti si impennano».
Fonte: c. m., ”la Repubblica” 6/1/2005

[Intervista a Lucio Presta] Hai litigato con Celentano. "Adriano, guidato da una mano cattiva, disse che era incredibile che Bonolis prendesse 500 milioni a puntata per venire a condurre un programma in Rai. Ma io ho lavorato per Celentano e so tutto della televisione, chi piglia i soldi, come, quando, dove. Conosco il sistema. E allora dissi: ”Tiriamo fuori le carte: noi le nostre e tu le tue”. Non disse più niente. E io continuo ad avere grande stima di lui".
Fonte: Corriere della Sera Magazine 02/06/2005, Claudio Sabelli Fioretti

[Intervista a Bibi Ballandi] Facciamo un governo di artisti. "Primo ministro Celentano". Populista al punto giusto.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 09/06/2005, Claudio Sabelli Fioretti

Sta di fatto che quando Celentano nel ’66 cantò Il ragazzo della via Gluck (bocciata al primo turno) riuscì a vedere i problemi dell’urbanizzazione, ma anche l’anomia metropolitana, la desolazione di «case su case, catrame e cemento». Ciò che per Adriano in seguito sarebbe diventato una fissazione, in quel momento festivaliero era un’intuizione. Ma lo stesso Celentano, che quattro anni più tardi canta con Claudia Mori la temibile Chi non lavora non fa l’amore, in cui il sesso coniugale è moneta di scambio e strumento di ricatto, reagisce all’autunno caldo con tutta la sua psicologia da maggioranza silenziosa, da incallito estremista di centro.
Fonte: Edmondo Berselli L’espresso, 03/03/2005

[Edmondo Berselli] Il Molleggiato conservatore e Mina senza stile:Ho parlato male di Celentano, che ormai per qualcuno è come parlar male di Garibaldi o di Ciampi. Perché a meno di trent´anni Adriano era già un reazionario della Madonna, o meglio un tardivo microfono di Dio, dato che lui preferiva e preferisce rivolgersi al Padreterno, senza mediazioni femminili. Uno che mentre tutti noi ci facevamo crescere i capelli sulle orecchie, e ascoltavamo l´Equipe e i Rokes, ma anche i Profeti e i Delfini, oltre che il meglio e il peggio dell´Inghilterra e dell´America, lui cominciava con le prediche, e a dire che tre passi avanti e crolla il mondo beat. Dev´essere per questa delusione stagionata che il primo capitolo di questo libro maltratta con ampia generosità il Molleggiato.
Fonte: brani tratti da "Qualche anno dopo: piangi con me", Postfazione a "Canzoni-Storie dell´Italia leggera", Editrice Il Mulino

«Primo applauso» (1956), il programma di esordio di Enzo Tortora in cui si esibisce per la prima volta davanti alle telecamere un certo Adriano Celentano.
Fonte: Aldo Grasso, Corriere della Sera 6/10/2007

[Intervista a Claudio Lauretta] querelato? ”Sì, con Chiambretti. Da Celentano. Piero aveva mandato una telefonata in diretta di Adriano. Solo che ero io. Lui se la prese, ci querelò, Striscia gli diede il tapiro, io gli chiesi scusa, ma non cambiò idea [...]”»
Fonte: Alessandra Comazzi, ”La Stampa” 5/1/2008

[Su Lina Carcuro] il Molleggiato ha detto di Lina: ”Dovrebbe essere espulsa dall’Ordine solo per aver partecipato al Grande Fratello e non tanto per quello che poi ha fatto nella Casa”.
Fonte: Sandra Cesarale, ”Corriere della Sera” 7/4/2008

Ma è una grande icona del boom [degli anni ”50] anche Adriano Celentano, che dopo gli inizi in sordina con Ciao ti dirò (1957), ancora nella scia di Elvis Presley, esplode al Festival rock di Ancona e domina le classifiche con Il tuo bacio è come un rock.
Fonte: Alberto Papuzzi, la Stampa 4/1/2009

Filippo Facci: Allevi sta alla musica classica come Adriano Celentano sta alla filosofia teoretica.
Fonte: Filippo Facci, il Giornale, 20/12/08

[Fabio Fazio è riuscito] a edificare una riuscita serata-tributo per il decennale della scomparsa di Fabrizio De André. Persino orchestrare una puntata monografica su Adriano Celentano, dopo che il Molleggiato lo aveva definito (nel 2001) "un ipocrita dai modi gentilini e perbenini esperto in lavaggi del cervello.
Fonte: Andrea Scanzi, Micromega di Febbraiom 2009 (da Dagospia)

[Chi si fa il vino da solo] Claudia Mori e Adriano Celentano hanno acquistato un podere vicino a Radda, in Chianti.
Fonte: Maria Corbi, La stampa 1/3/2009

[Paolo Villaggio]: Le prediche di Celentano sono agghiaccianti, qualunquismo puro, a seconda di dove tira il vento.
Fonte: Giancarlo Dotto, La stampa 9/3/2009

[Mario Giordano]: Adriano Celentano che va in Tv a dire che i palazzi di ringhiera sono molto belli, tacendo sul fatto che lui vive in una megavilla sul lago.
Fonte: Mario Giordano, il Giornale 11/5/2009

[Federica Moro] si favoleggiava di un suo flirt con Adriano Celentano… «Alla fine del film c’era la scena di un bacio megagalattico fra di noi. Lui era terrorizzato, perché avevo un po’ di febbre e non voleva prenderla. E gli altri pensavano che, data la mia inesperienza, avremmo rifatto la scena cinquanta volte. Invece c’è stato questo bacio perfetto, da ”buona la prima”. Non era un bacio del tutto cinematografico, nel film si vede. Mi è piaciuto molto e credo anche a lui. Bacia molto bene». rimasta affascinata? «Non potevo non esserlo, ha grande carisma. Era un bell’uomo, affascinante, e baciava molto bene, con quelle labbra carnosette. Ma era troppo grande per me».
Fonte: Valerio Palmieri, Chi, 9 settembre 2009

[Teo Teocoli sull’inizio della loro amicizia]: «Avevo sette anni meno di lui quindi mi dava le carezze sulla testa e mi trattava come un ragazzino».
Fonte: Irene Maria Scalise, la Repubblica 11/10/2009

Ha in cantiere un’altra cosa, Milo Manara: ventisei puntate del Ragazzo della via Gluck per Sky, protagonista Adriano Celentano, e sceneggiatore ancora Cerami.
Fonte: Andrea Marcenaro, First dicembre 2009

[Intervista a Ludovico Einaudi] Della collaborazione con Adriano Celentano che ricordo ha? «Mi ha colpito la totale coincidenza tra personaggio pubblico e privato. Nessuna recita, essere infantile e giocoso è connaturato in lui. Quando proponemmo il disco in tivù, si presentò mezz’ora prima. Per lui era come una serata tra amici».
Fonte: Andrea Scanzi, La stampa 10/12/2009

Adriano aveva diciotto anni quando un giorno il grande Fellini lo convocò a Roma per incontrarlo. Stava preparando La Dolce Vita, quando su L’Europeo vide due pagine con delle foto di un giovane cantante, sfrenato e dinoccolato, che si esibiva allo Smeraldo di Milano scatenando un putiferio tra la folla di giovani che era andata ad ascoltarlo, spaccando sedie, sfasciando automobili e bloccando il traffico. Il suo nome era Adriano Celentano. Fellini rimase così colpito da quello strano ragazzo sconosciuto che disse a qualcuno dei suoi direttori di produzione di cercarlo: lo voleva incontrare subito a Roma. Aveva deciso di scrivere per lui una scena de La Dolce Vita. Adriano prese la "valigetta" e partì per Roma. Quando incontrò Fellini rimase, per la prima e forse unica volta della sua vita, senza parole. Sapeva chi era Fellini e, proprio per questo, restò muto davanti a lui. Federico, con la sua dolce voce così particolare, lo mise subito a suo agio, spiegandogli e mimandogli la scena che avrebbe voluto che lui interpretasse nel film. Adriano ascoltava attento e quando Fellini gli disse che ci sarebbe stata anche Anita Ekberg, che avrebbe ballato e dialogato con lui, Adriano riuscì a dire solo una parola: «Urka!». La scena si girò a Caracalla. Adriano era su un palco allestito dallo scenografo del film, in mezzo ad una folla urlante di ragazzi, cantando Ready Teddy. Il complesso che lo accompagnava non era il suo ma quello scritturato dal film: I Campanino. Ad un certo punto Anita Ekberg, dopo l’esibizione canora di Adriano, gli va incontro e lo trascina con lei in un ballo. Adriano era evidentemente intimidito dalla bellissima Ekberg ma soprattutto dalla consapevolezza di essere parte di un film del grande Federico Fellini. Fellini volle quel ragazzo, "Celentano", così diverso, uguale a nessun altro, forse perché intuì che lui era la rappresentazione di quanto la società stesse mutando. La sua Dolce Vita ci segnalò in quale società stessimo vivendo: ma la speranza di come dovesse cambiare rimase nei giovani.
Fonte: CLAUDIA MORI, la Repubblica 7/2/2010

Bruno Perini, giornalista. Nipote di Adriano Celentano (figlio di sua sorella).
Fonte: M. Aprile, Novella 2000, n. 10, 11/03/2010, p. 43

Teo Teocoli vuole realizzare uno spettacolo teatrale su vita e carriera di Adriano Celentano: ne ha parlato con il cantante che, però, pare abbia risposto picche. Teo ci è rimasto male, ma non demorde. L’attore pensa che il molleggiato, prima o poi, possa cambiare idea.

Fonte: Vippissime, a cura di Ivan Rota, Chi, n.13, 31/03/2010, p.141

Cristiano Malgioglio ha sempre voluto scrivere canzoni per donne. «Quando ho dovuto scrivere per Adriano Celentano mi sono detto: ”Malgy, oggi devi essere etero, macho!”. Direste mai che L’amante, la moglie e l’amica è stata scritta da un gay?».

Fonte: Marianna Aprile, Novella 2000, n. 18, 06/05/2010, pp. 64-67

[Intervista a Claudia Mori] E il programma di suo marito Adriano Celentano in Rai? « nel limbo dei no... comunque non si farà. Ma Adriano non smania di fare televisione». Ma in futuro? Magari con una dirigenza diversa a Viale Mazzini? «Magari sarà lui che non avrà più voglia di farlo». Renato Franco.
Fonte: Renato Franco, Corriere della Sera 13/06/2010