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 2010  giugno 29 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CHIESA

MARIO"

«Enrico Mentana, col suo nuovissimo TG5, prima di approfittarne per emanciparsi una volta per sempre, era riuscito ad annunciare l’arresto di Mario Chiesa senza mai pronunciare la parola ”socialista”» Filippo Facci, il Giornale 1/11/2001

La storia dice che il primo indagato di Mani pulite fu il presidente del Pio Albergo Trivulzio, il socialista Mario Chiesa. La data la sanno tutti: 17 febbraio 1992. La storia non può dire qual è stato, o quale sarà, l’ultimo. Il Foglio, 15/11/2001 pag. 1

Tangentopoli non è iniziata solo per merito di Antonio Di Pietro. Senza la bella avvocata il ”mariuolo” Mario Chiesa non sarebbe stato scoperto, non avrebbe confessato, e non sarebbe partita la slavina di pentimenti e di confessioni che hanno portato alla fine della cosiddetta Prima Repubblica, alla scomparsa di quasi tutti i partiti, al successo della Lega e alla nascita di Forza Italia. Era lei infatti il difensore di Laura Sala, ex moglie di Mario Chiesa. Aveva ottenuto un buon assegno per la sua cliente, 4 milioni al mese, ma Chiesa aveva smesso di pagare sostenendo che non guadagnava abbastanza. (dalla scheda di Parrini su BERNARDINI DE PACE Annamaria)

Quando è iniziato il destino negativo di Craxi?
"Quando fece la stupidaggine di Mario Chiesa. Eravamo sul lago di Como, a un comizio con Massimo Boldi che si presentava col Psi. A un certo punto si avvicinò uno che gli disse che Chiesa, dalla galera, chiedeva assistenza e protezione. E lui disse: "Ma che vuole da me quel mariuolo? Io nemmeno lo conosco"".
Era vero?
"Lo aveva visto due o tre volte quando Chiesa andava a chiedergli di farlo diventare deputato. Si lamentava: "Porto un sacco di soldi e di voti e Craxi nemmeno mi riceve". Fu un errore: se l’avesse fatto diventare deputato perché godesse dell’immunità parlamentare, oggi ci sarebbe ancora la Prima Repubblica e Bettino sarebbe tra noi. Ma i capi socialisti di Milano facevano cordone sanitario. Avevano paura di questo ragazzo che voleva emergere. Dicevano a Bettino che era un figlio di puttana. E non era vero: aveva perfino finanziato la campagna elettorale di Bobo Craxi".
Insomma, Mario Chiesa...
"Lesse che Craxi lo aveva definito mariuolo, si sentì abbandonato e crollò trascinando con sé mezzo Psi milanese". (intervista a Umberto Cicconi) Claudio Sabelli Fioretti, "Corriere della Sera Magazine" 19/5/2005, pag. 60.

Il caso del presidente del Pio Albergo Trivulzio fu la goccia che fece traboccare un vaso ormai colmo, ma la classe politica non volle capire, minimizzò (Bettino Craxi definì Chiesa un «mariuolo») e dimostrò, agli inizi della vicenda, una ottusa arroganza. la stessa ottusa arroganza di cui danno prova oggi coloro che ignorano i risentimenti del Paese e contribuiscono così ad alimentare il malessere della democrazia italiana. Sergio Romano, Corriere della Sera 20/5/2007

Era il 17 febbraio del 1992, esattamente 16 anni fa, quando, con l’arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, colto in flagranza di reato mentre intascava una busta con 7 milioni di lire da un’impresa di pulizie, partiva l’indagine poi nota come «Mani Pulite». Il Sole 24 ore 18 febbraio 2008, Giovanni Negri

L’ingegner Mario Chiesa, da cui partì l’inchiesta di Tangentopoli, tentò inutilmente di farla franca scaricando un certo numero di milioni - chi dice 7, chi 37 - appunto nella tazza del bagno del Pio Istituto Trivulzio. […] Dario Fo se ne entusiasmò a tal punto che ci fece uno spettacolo, in cui il Mario Chiesa finto gettava tanti di quei soldi nel wc da otturarlo, fino a che arrivava un poliziotto con lo scopettone ed esclamava: «Ingegnere, lei è proprio nella merda». Jacopo Iacoboni, La Stampa 17/7/2008, pagina 7

Mario Chiesa, ex dirigente craxiano, già noto per aver battezzato diciassette anni fa l’inchiesta Mani Pulite (mentre intascava una tangente di sette milioni di lire, c’era Antonio Di Pietro, allora pm, nascosto dietro la porta del suo ufficio), è stato nuovamente portato a San Vittore. Questa volta l’accusa è di aver distribuito ticket restaurant, buoni benzina e tagliandi sconto per i centri commerciali agli addetti di alcune discariche lombarde. In cambio costoro avrebbero taroccato il peso dell’immondizia raccolta dalle sue società di nettezza urbana. Ai carabinieri che lo hanno tirato giù dal letto alle quattro del mattino ha chiesto: «Siete sicuri che non state prendendo un abbaglio?» (Claudio Del Frate, Corriere della Sera 1/4/2009). Nel primo interrogatorio s’è dichiarato del tutto innocente.

L’inchiesta del pool Mani Pulite, che si è chiusa con oltre 1.400 condanne definitive, era cominciata il 17 febbraio 1992, in apparenza, con l’arresto in flagranza del socialista Mario Chiesa, sorpreso nel suo ufficio con la mazzetta appena consegnatagli da un piccolo imprenditore. Solo in aprile, grazie alla prima proroga delle indagini, si è scoperto che in realtà i telefoni di Chiesa erano sotto controllo dall’ottobre precedente. E proprio quelle intercettazioni rivelarono all’allora pm Antonio Di Pietro che quel politico milanese di seconda fila aveva accumulato miliardi di lire su conti svizzeri battezzati con sigle di fantasia come Fiuggi e Levissima. Sempre quelle telefonate guidarono la perquisizione-chiave che portò a sequestrare, nascosto nel cassetto della scrivania del figlio, l’appunto manoscritto in cui Chiesa aveva annotato i nomi dei big del partito a cui girava le tangenti, con accanto le cifre. Senza le intercettazioni, forse Chiesa sarebbe stato arrestato comunque, ma i magistrati non avrebbero potuto scoprire il sistema. E Tangentopoli sarebbe morta sul nascere, come un singolo caso di concussione addebitabile a un ’mariuolo’ isolato. Va ricordato che quelle intercettazioni erano state disposte in base a semplici sospetti originati da una querela presentata dallo stesso Chiesa contro un cronista milanese, Nino Leoni. Scontata la condanna definitiva, Mario Chiesa è stato riarrestato quest’anno, questa volta come imprenditore, per uno scandalo di rifiuti scoperto sempre e solo grazie alle intercettazioni. Paolo Biondani e Claudio Pappaianni, L’Espresso, 25 giugno 2009

Milano, 17 febbraio 1992: l’ingegnere Mario Chiesa, socialista, è presidente del Pio Albergo Trivulzio ed è divorziato da Laura Sala. La signora si lamenta: gli alimenti che riceve dall’ex marito sono troppo scarsi in relazione ai suoi redditi effettivi. La signora ha perfettamente ragione, il Nostro socialista rampante (si parla di lui come del futuro sindaco di Milano) viene sorpreso mentre sta incassando nel suo ufficio i 7 milioni di una tangente. A condurre la brillante operazione è stato un pubblico ministero molisano, tale Antonio Di Pietro. Sono sufficienti 7 miseri milioni per dare inizio alla rottamazione dei partiti della Prima Repubblica. Per una singolare coincidenza, tutto ha inizio in un ricovero per anziani indigenti e le royalties del libro di Gino & Michele come delle successive Formiche (edite da Baldini & Castoldi) sono destinate al «Centro di solidarietà Augusto Porro» di Pontesesto di Rozzano, Milano. Chissà se Trivulzio e Porro si sono mai incontrati quando erano in vita.
Milano, primavera del 1992, Bettino Craxi prende le distanze da Mario Chiesa, definendolo «un mariuolo». Lo sventurato rispose, raccontando tutto per filo e per segno. Bruno Gambarotta, La stampa 10/8/2009

«So che oggi può sembrare una scusa, ma Craxi non aveva rapporti con Chiesa. Semmai, l’ingegnere si intortava Bobo». (intervista a Enza Tomaselli) Stefano Zurlo, il Giornale 16/1/2010, pagina 11.

Altre sigle, tuttavia, rimasero indecifrate: per esempio «Sa2Ch» (Mario Chiesa) Filippo Facci, Libero 4/2/2010

Nel giorno del diciottesimo anniversario dell’inchiesta Mani pulite (Mario Chiesa fu arrestato il 17 febbraio 1992) chiunque continua a parlare di «nuova Tangentopoli» straparla o più semplicemente ignora. Che poi, a voler fare i precisi, il procedimento contro «Chiesa Mario» nacque in realtà nel settembre 1991, giacché la prima richiesta di proroga delle indagini senza la quale un fascicolo, dopo sei mesi, dovrebbe essere chiuso fu infatti del marzo 1992. Nessuno comunque prevedeva quanto sarebbe successo: «Non immaginavo che dall’arresto di Chiesa potesse nascere quello che è nato», ammise nel 2000 anche il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, «ma credo che non l’immaginasse nessuno. Non l’immaginava certamente Di Pietro». un’altra piccola differenza: nessuno la prevedeva e però ci fu, oggi di tangentopoli se ne preannuncia una ogni mezz’ora: e non c’è mai. Filippo Facci, Libero 17/2/2010

Era il 17 febbraio 1992. Arrestato in flagrante, mentre incassava da un imprenditore delle pulizie una tangente di 7 milioni, Mario Chiesa, socialista, presidente del Pio Albergo Trivulzio con l’ambizione di diventare, chissà, sindaco di Milano. La notizia non fece clamore. Il magistrato che incastra Chiesa è un ancora sconosciuto Antonio Di Pietro, deciso a smascherare il sistema che aveva già conosciuto durante inchieste precedenti. Blocca i conti di Chiesa, sequestra cassette di sicurezza, libretti al portatore, azioni, titoli. Una dozzina di miliardi. «Avvocato, riferisca al suo cliente che l’acqua minerale è finita», dice a Nerio Diodà, il difensore del manager socialista. Chiesa capisce al volo: il pm ha scoperto anche i suoi conti svizzeri, «Fiuggi» e «Le vissima». Il caso potrebbe essere chiuso in poche settimane, con la richiesta di rinvio a giudizio per la piccola tangente ritirata quel fatidico 17 febbraio. Ma Di Pietro finge di dimenticare le scadenze procedurali e non deposita gli atti nei termini previsti per la celebrazione del processo per direttissima. Dopo cinque settimane a San Vittore, il ”mar iuolo” comincia a cedere. Il 23 marzo 1992 comincia a raccontare le tangenti: non un’eccezione, ma un sistema articolato e scientifico, funzionante in ogni assessorato, in ogni azienda pubblica, in ogni ramo della pubblica amministrazione. Dal 6 aprile cominciano a fioccare gli avvisi di garanzia a politici e amministratori. Il 22 aprile scattano i primi arresti: finiscono a San Vittore otto imprenditori che avevano vinto appalti grazie a Chiesa. Avevano lavorato per il Trivulzio, ma anche per gli ospedali milanesi, per la metropolitana, per il terzo anello dello stadio di San Siro. Così, quando il 24 aprile escono dal carcere, Di Pietro ha molte nuove informazioni sul sistema delle tangenti. Gli sviluppi dell’inchiesta producono un cortocircuito: Chiesa parla, ben sapendo che hanno cominciato a parlare alcuni degli imprenditori che gli hanno versato tangenti. E altri imprenditori, sapendo che Chiesa sta confessando, si presentano in Procura per raccontare nuove tangenti. Inizia così l’«ef fetto domino» che alimenterà le indagini per molti mesi. Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 17/2/2010;

«Chiesa ha millantato i suoi rapporti con Craxi. Frequentava soprattutto Bobo. Bettino l’avrà incontraro quattro o cinque volte a manifestazioni pubbliche». (intervista a Enza Tomaselli) Michele Brambilla, La Stampa 10/3/2010, pagina 13

Si parla di lui in:
CORRIAS Pino - Luoghi comuni. Dal Vajont a Arcore le geografia che ha cambiato l’Italia. Bibliografia. Indice dei nomi. Rizzoli, Milano 2006.
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