Frammenti, 26 giugno 2010
Tags : Aldo Brancher
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRANCHER
ALDO"
nell’estate del’93, un uomo chiave della Fininvest venne arrestato per una storia di finanziamenti illeciti ai partiti; Berlusconi e Confalonieri si misero a girare in macchina intorno a San Vittore, «per fargli sentire che gli eravamo vicini, per metterci in comunicazione spirituale con lui» (’uomo era Aldo Brancher, ora sottosegretario alle Riforme). (Sebastiano Messina su la Repubblica del 16/01/02 a pagina 2)
Aldo Brancher è nato a Trichiana il 30 maggio 1943. Deputato di Forza Italia, sottosegretario alle Riforme istituzionali, è l’artefice della pacificazione tra Berlusconi e Bossi: raccontano che il premier gli avesse assegnato il compito di marcare il Senatùr, tanto che lo chiamavano «il Claudio Gentile forzista». (Francesco Verderami, Sette n. 26/2001)
Interviste rarissime, sempre pacato, suadente, è capace di conciliare gli interessi più diversi e siglare le alleanze più difficili. Esperto di pubblicità, cominciò la carriera a ”Famiglia Cristiana”, quando era prete paolino. Abbandonato il sacerdozio, divenne manager di Publitalia, carriera che sembrò interrompersi nel 1993 quando fu arrestato da Antonio Di Pietro per tangenti: 300 milioni al ministro della sanità Francesco De Lorenzo per la pubblicità contro l’Aids assegnata alle reti del Cavaliere. Condannato in primo e secondo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento ai partiti, si salvò in Cassazione. (Roberto Bianchin, la Repubblica 16/12)
Aperto un conto alla filiale 46 di Lodi, a giugno 2002 aveva un fido da 340.000 euro utilizzato fino a -366.000, sforamento coperto con un ampliamento del prestito fino a 450.000. A marzo-aprile di quest’anno fu aperto un conto a lui intestato con un fido da un milione di euro mai utilizzato fino alla chiusura di ottobre. Nel frattempo (coincidenza?) è comparso un saldo positivo da un milione di euro sul conto della moglie. (Mario Gerevini, Paolo Biondani, Corriere della Sera 17/12)
La sfuriata galaniana un risultato l’ha ottenuto: un vertice con Berlusconi, Bossi, Calderoli, Tremonti (più al telefono Fini e Cesa) nella villa sul Garda di Aldo Brancher (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 27/4/2007)
Chi sono gli estensori del decalogo (programma del Popolo della Libertà,)? I componenti dell’Officina: Giulio Tremonti e Aldo Brancher per Forza Italia, (Libero 23 febbraio 2008, Salvatore Dama)
GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni). CAMERA.Veneto 1. PDL (9): [...] Aldo Brancher (La Stampa 16/4/2008)
[Galan] Non si sottrae alle domande su quelli che l’hanno messo nel mirino, tutti di Forza Italia: Aldo Brancher per primo, «uomo senza qualità ma con tanti peccati» (Il Giornale 12 maggio 2008, Stefano Filippi)
«Al momento ”spiega ilsottosegretario Aldo Brancher, che sta seguendo in prima persona il progetto di semplificazione – stiamo valutando quali proposte trasferire nella riforma, la cui bozza dovrebbe vedere la luce prima dell’estate. Dobbiamo, infatti, tener conto che si tratterà di un mix di interventi diversi, che coinvolgono più ministeri. Per questo dobbiamo prestare attenzione che la prima potatura di adempimenti superflui, a cui potrebbe seguirne una seconda, abbia una certa omogeneità, in modo che l’iter parlamentare non conosca intoppi». (Antonello Cherchi, ”Il Sole-24 Ore” 18/5/2009)
Decisa infine la «discesa in campo», i rapporti col Vaticano divennero quasi un´ossessione: «Posso dire di aver avuto un piccolo ruolo anche io», vanta Cartotto: «Organizzai un incontro tra Bertone e Aldo Brancher, un ex sacerdote che ora è uno degli uomini più importanti di Forza Italia, quando il cardinale non conosceva ancora il gruppo berlusconiano. Poi Brancher lasciò il passo a Letta soprattutto nel momento in cui Bertone divenne segretario di Stato». (Alberto Statera per "la Repubblica", rilanciato da Dagospia il 3.6.9)
Il riferimento è al documento dei big veneti che lo rivorrebbero ancora governatore [Galan]. A tutti i costi e tutti, compresi quelli che non l’hanno mai amato come Renato Brunetta, Aldo Brancher o Nicolò Ghedini. (Giovanni Cerruti, La stampa 21/10/2009)
E i dossier sui politici, invece, a che cosa servivano? Quello sul sottosegretario alle riforme Aldo Brancher lo facemmo perché Tavaroli mi disse che il ”d o t t o re ”doveva incontrare il leader della Lega, Umberto Bossi. E che per questo – Tronchetti aveva bisogno della sponsorizzazione di Brancher”. Lui mi spiegò che doveva essere pesante, che doveva sapere tutto di lui. Io così partii da una società off-shore che lo collegava a una serie di operazioni speculative. Da lì sono arrivato andato a finire su di lui. (Intervista a Emanuele
Cipriani di Peter Gomez, il Fatto Quotidiano 31/1/2010)
Aldo Brancher, che dopo essere rimasto nel 1993 a San Vittore tre mesi per mazzette, è riuscito a evitare una condanna definitiva per finanziamento illecito e falso in bilancio, grazie alla prescrizione e alla depenalizzazione (di fatto) del secondo reato. Oggi Brancher ha comunque modo di rifarsi. di nuovo sotto processo a Milano dove però non è accusato di aver dato dei soldi a qualcuno, ma di averli presi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Federalismo, è imputato di appropriazione indebita per aver incassato assieme alla moglie (ricettazione) alcune centinaia di migliaia di euro dal big boss della Banca Popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani. Il 17 aprile, ad ogni buon conto, la prima udienza del dibattimento è saltata per legittimo impedimento: Brancher era impegnato in un’i m p e rd i b i l e fiera ad Hannover.
Peter Gomez, il Fatto Quotidiano 6/5/2010;
dall’area An a quella più cardinalizia del sottosegretario berlusconiano Brancher.
Francesco Specchia, Libero 8/5/2010
STELLA Gian Antonio - Tribù. Foto di gruppo con cavaliere. Bibliografia. Indice dei nomi. Mondadori, Milano 2001. Contiene:
vizi e vanità di: Aldo Brancher [FleetStreet]
[Tavaroli] «E là esistono anche due o tre pratiche che fanno paura a Tronchetti Provera, e lui stesso mi cita alcuni file sui politici, Fassino e D´Alema, che sono citati in Oak Fund, e Aldo Brancher».
[Tronchetti] «Brancher l’ho conosciuto una volta allo stadio, grazie a una occasionale presentazione di Tavaroli. Ma poi non l’ho più rivisto»
GOMEZ Peter e TRAVAGLIO Marco - Onorevoli wanted. Storie sentenze e scandali di 25 pregiudicati, 26 imputati, 19 indagati e 12 miracolati «eletti» dal Popolo italiano. Il Parlamento è anche tuo aiutaci a tenerlo pulito. Prefazione di Beppe Grillo. Editori Riunti, Roma 2006. Reati in politica di circa 90 parlamentari [FleetStreet]
Aldo Brancher, oggi ministro del Federalismo e fino a ieri sottosegretario alle Riforme
Mario Sensini, Corriere della Sera 20/06/2010
La singolare vicenda del neoministro Brancher è istruttiva. L’operazione è piaciuta talmente poco a Bossi che si sta addirittura cercando di cambiare il nome al misterioso dicastero per l’«attuazione del federalismo», le cui competenze restano indefinite. Del resto, proprio il fatto che il Quirinale non abbia obiettato alla nomina, dovrebbe far riflettere il presidente del Consiglio.
l’indizio che Napolitano sta accentuando la sua attenzione nei confronti del governo, attraverso una tattica priva, ovviamente, di qualsiasi contrapposizione frontale. Per cui il «sì» a Brancher, personaggio discusso per le vicende giudiziarie che lo riguardano, ha l’effetto indiretto di rendere più perentori i «no» che il capo dello Stato potrebbe dire nel prossimo futuro.
Stefano Folli, Il Sole-24 Ore 22/6/2010;
[Bossi] «Il federalismo lo facciamo io e Calderoli, non è cambiato niente, a Brancher non è stato dato un ministero per il federalismo ma per il decentramento», ha detto leggendo nel pensiero a quei tanti che in questi giorni hanno storto il naso dicendo: Brancher chi? Come mai il federalismo viene affidato a uno del Pdl? Non era roba nostra? Bossi ha aggiunto che il decentramento è sì importante, perché porterà a moltiplicare le capitali, e a togliere potere e ministeri a Roma. Ma anche qui, quasi a giustificarsi, ha tenuto subito a chiarire che questa idea del decentramento è comunque farina del sacco leghista, «l`avevamo pensata vent`anni fa io e Miglio come seconda tappa dopo il federalismo».
Michele Brambilla, La Stampa 26/6/2010
il neo ministro Brancher - fedelissimo del premier - che si è fatto scudo del «legittimo impedimento» proprio mentre il Tribunale di Milano si appellava alla Consulta contro la legge. E chissà se un giorno si saprà la vera storia sulla nomina a ministro di colui il quale - come dice Berlusconi - «è il punto di congiunzione tra me e Bossi, l’uomo che ha contribuito a trasformare un’alleanza politica in un legame personale».
Ma il problema oggi non è sapere chi fosse a conoscenza delle intenzioni del Cavaliere, se è vero che Gianni Letta - persino Gianni Letta - fino all’ultimo sia rimasto all’oscuro della nomina. Il punto è che un minuto dopo la controfirma di Napolitano, non solo l’opposizione ma anche numerosi esponenti di maggioranza hanno interpretato la scelta del premier come l’intenzione di tutelare un fedelissimo per coprirsi il fianco rispetto a una nuova offensiva giudiziaria che indirettamente avrebbe potuto colpirlo.
Può darsi che l’assuefazione all’eterno conflitto porti a far calare presto l’attenzione sul «caso Brancher»,
Francesco Verderami, Corriere della Sera 25/06/2010
la bizzarra nomina di Brancher a ministro per l’attuazione del federalismo ha moltiplicato angosce e perplessità anche nei confronti di quel «leghista in doppiopetto» come è stato considerato da un decennio l’uomo di Arcore.
Giuseppe Baiocchi, Corriere della Sera 25/06/2010