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 2010  giugno 11 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”CHIAMBRETTI

PIERO”

Andare al Festival di Sanremo è come fare un viaggio in Tibet, quando torni sei un altro" (Piero Chiambretti sul ”Messaggero” di venerdì 12 febbraio 1999)

Piero Chiambretti è stato a Saint-Tropez ma ha deciso che non ci metterà più piede: «Le belle ragazze là volano alto: cercano l’arabo. E io degli emiri ho solo il colore della pelle» (Alfonso Signorini e Antonella Piperno su Panorama del 30/08/01 a pagina 143.)

Piero Chiambretti ha due ristoranti a Torino (La Cozza e Birilli) e sta per aprirne un altro il Grand Hotel del Maraja (Marco Cobianchi su Panorama del 13/09/01 a pagina 84.)

Tè. "Ho schivato gli spinelli per tutti i cinque anni del liceo artistico per cedere infine, già ventenne, su una spiaggia spagnola: era per ricordare il grande Jimi Hendrix, morto da poco, è stato l’unico. Non riuscivo neppure ad aspirare. Poi, ho provato ad usarlo come afrodisiaco, lo mettevo nel tè delle ragazze che mi piacevano. Ma quelle si addormentavano, un disastro" (Piero Chiambretti) (Settembre 2003)

Piero Chiambretti è terrorizzato dell’ago dell’anestesia del dentista (Laura Magnetti, "Vanity Fair" 1/4/2004, pagina 50.)

«Piero Chiambretti. Mentalmente velocissimo» (chi piace a Bonolis, Corriere della Sera Magazine 27/10/2005, Claudio Sabelli Fioretti).

Chiambretti. Piero Chiambretti esordì a vent’anni in televisione, nel 1976, su GRP (Giornale Radio Piemonte), con Non siamo gazzose, trasmissione in cui insultava, ricambiato, il pubblico, finché non insultò anche il proprietario della televisione, l’unica volta che si era sintonizzato, e fu licenziato. Siccome in quel periodo su Telemanila andavano in onda solo televendite, tranne un cartone animato, dalle 12 alle 12,20, Chiambretti pensò di chiedere quei venti minuti di palinsesto, gratis. "Fu la trasmissione svolta della mia storia professionale": in ogni puntata fingeva di andare in onda da una capitale diversa (in realtà era sempre Torino), e di intervistare emigranti italiani fermati per strada (tutti meridionali a cui rivolgeva la domanda generica "Emigrante?") (Notizie tratte da: Giancarlo Dotto, Sandro Piccinini, Il mucchio selvaggio.)

«Piero Chiambretti. Lui ci crede moltissimo. Grande professionista, ma vive solo per i suoi programmi». (Gianni Boncompagni a La Stampa 30/07/2007, pag.21 GIANCARLO DOTTO)

Nell´inverno del 1991, fase terminale del Caf (consolato a tre con Craxi e Forlani), Piero Chiambretti, che faceva Il Postino per Rai3, riuscì a penetrare la cripta dei documenti andreottiani appena traslocati dal pianoterra del palazzo Macchi di Cellere, davanti Montecitorio, in certi locali in prestito del costruttore Bocchi, a via Borgognona. Nel blitz la mini troupe riuscì pure a filmare i due anziani archivisti, assai andreottianamente reclutati nella categoria dei pensionati (quando uno dei due morì ci furono seri problemi di rinvenimento carte). In vista della messa in onda, successe il finimondo: da Palazzo Chigi, dove per la settima volta risiedeva il Divo, tempestarono l´ufficio legale di viale Mazzini; e Chiambretti fu anche convocato in caserma, dove un colonnello dei carabinieri gli notificò paternamente che «il presidente sarebbe stato molto contento di avere la cassetta del girato come regalo di Natale». Fatto sta che da allora nessun profano potè vedere l´inesplorato e inviolabile monstrum che il suo creatore continua ad alimentare. (Filippo Ceccarelli, la Repubblica 11/1/2009)

Piero Chiambretti? «Splendido comico e conduttore. Quando ero suo ospite ha sempre fatto dire a me tutte le cose che non poteva dire lui. Lo considero il mio figlioccio con Enrico Lucci: l’ho adorato su­bito » (Gianfranco Funari a Chiara Maffioletti, Corriere della sera 20/5/2009

in un libro di Gian Maria Aliberti Gerbotto I vip lo «fanno strano» (e a volte rischioso) Piero Chiambretti lo fece in un self service mentre faceva benzina. è rimasto chiuso in un bagno dell’autogrill (Giovanna Cavalli, corriere.it, 01 luglio 2009).

Nell´ultimo Sanremo, Piero Chiambretti aveva indossato delle scarpe tricolore tipo Superga (senza marchio) e, guarda caso, a fine festival la Superga lanciò una campagna partendo da quel modello di scarpa tricolore. (Ernesto Assante e Leandro Palestini, la Repubblica 10/7/2009)

«Curo il marketing, le presentazioni… Ne ho una pure con Piero Chiambretti».
Che c’entra Chiambretti con il design?
« un appassionato. Mi ha anche chiesto di progettare una sua casa milanese. Sto per regalargli una delle mie Ball».
Una che…?
«Una poltrona/scultura. Una sfera schiacciata in modo da ospitare una seduta. Ce ne sono dieci esemplari nel mondo» (intervista a Carlo Colombo, Vittorio Zincone, Sette de il Corriere della Sera n.15 15/4/2010)

Piero Chiambretti si presta a fare il testimonial ma, ammette, «io in bicicletta non tocco terra e casco, per questo sono favorevole al casco» (m.t.v., Corriere della Sera 05/05/2010)

Una biografia di Chiambretti è nel libro: SIGNORINI Alfonso - il Signorini. Chi c’è c’è, chi non c’è s’incazza. Mondadori, Milano 2001.
FleetStreet

Libro:
CHIAMBRETTI Piero - Il portalettere. Con Tati Sanguinetti. Rizzoli, Milano 1992.
(Mestre6)