Varie, 27 maggio 2010
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Colombo Marinella
• Milano 1961. Madre di due bambini avuti dal marito tedesco dal quale è separata dal 2006, il 27 ottobre 2010 fu arrestata a Milano su mandato di cattura europeo (rilasciata il giorno dopo) • «[...] Nell’autunno 2008 la signora Colombo, separata dal marito Jörg Tobias Ritter di Monaco di Baviera, per lavoro si trasferisce a Milano con i figli Leonardo e Nicolò [...] a lei affidati. Il marito reagisce e — sostenuto dallo Jugendamt, il servizio sociale tedesco per la difesa dell’infanzia che svolge anche funzioni di sostegno alla magistratura — chiede ai tribunali che i figli vengano rimpatriati: ottiene la sentenza e in più viene emesso un ordine di cattura internazionale per la signora. Il Tribunale dei minori milanese, a quel punto, emette una sentenza che accetta i verdetti tedeschi (sulla base di documenti in qualche caso tradotti non correttamente) e ordina il rimpatrio di Leonardo e Nicolò. Assieme ai figli, Marinella Colombo sta per un po’ in clandestinità e poi torna alla vita normale, e può mandare i figli a scuola, sulla base di un accordo con il marito. In realtà, l’accordo non viene rispettato e l’8 maggio 2009 i bambini vengono prelevati a scuola dai carabinieri e riportati a Monaco. Dopo una lunga campagna di denuncia pubblica, il 19 febbraio 2010 la madre se li va a riprendere e da quel momento rimane in clandestinità, non si sa dove. [....]» (Danilo Taino, “Corriere della Sera” 24/5/2010) • «[...] Marinella Colombo, milanese, e Jörg Tobias Ritter, di Monaco, si conoscono a metà Anni ’90, in Eritrea. Marinella [...] è laureata in lingue e a quel tempo traduceva in simultanea dal francese film africani. Si innamorano, si frequentano e nel 1997 si sposano. Lei lascia l’attività milanese — era diventata respon sabile della filiale di un’impresa di accessori per l’abbigliamento — e si trasferisce vicino a Monaco, a Unterhaching, dove Ritter [...] ha un’impresa di trasporti, traslochi e affitto di furgoni. Nell’estate 1998 nasce Leonardo, nel 2002 Nicolò. Tra marito e moglie, però, le cose non vanno per il meglio. Differenze culturali, di mentalità. [...] Molti tentativi di stare insieme ma, alla fine del 2006, arriva la separazione. Per i figli viene stabilita la residenza presso la madre, a Taufkir chen, due passi da Unterhaching. A inizio 2008, alla signora Colombo viene chiesto di trasferirsi a Milano dalla multinazionale per la quale lavora: inizia le procedure legali per spostarsi con Leonardo e Nicolò. Si impegna per iscritto a portare a sue spese i figli una volta al mese a Monaco, dal padre, e a consentirgli di vederli quando vuole. Già poco dopo la separazione, un tribuna le bavarese aveva nominato due curatori dei figli, funzionari legati allo Jugendamt, di fatto terzi genitori incaricati di assicurare il bene dei bambini. È un periodo che Marinella Colombo descrive come di intensa pressione: i bambini vengono spesso interrogati dai curatori, quando sono con il padre viene loro vietato di telefonare alla madre, “li terrorizzano al punto da fargli odiare tutto ciò che è tedesco”. Nel giugno 2008, la richiesta di trasferimento a Milano viene respinta. Le pressioni aumentano — sostiene la madre — in alcuni momenti anche in modo rocambolesco, come quando viene emesso un mandato di cattura per la madre mentre i figli sono in vacanza con il padre. “Mi convinco che stanno costruendo un caso contro di me, come fa sempre lo Jugendamt in queste circostanze, che non avrebbero fatto uscire i bambini dalla Germania e poi avrebbero cercato di togliermi l’affido, come hanno fatto in moltis simi casi di genitori non tedeschi”. Il 14 settembre 2008, dunque, prende Leonardo e Nicolò e li porta a Milano. Dieci giorni dopo parte un mandato di cattura internazionale. Il 27 ottobre la signora si costituisce (viene rilasciata con l’obbligo di firma). I bambini, intanto, iniziano la scuola. Ma solo fino al 2 dicembre. Quel giorno, infatti, il Tribunale dei minori di Milano accoglie la richiesta arrivata dalla Germania di rimpatrio di Leonardo e Nicolò, “senza darmi la possibilità di difendermi, sulla base di documenti non veritieri e non verificati dai giudici italiani”, dice Colombo. Li nasconde, latitanti. Il tribunale di Milano, nel frattempo, non accoglie la richiesta di estradizione in Germania della madre. A inizio aprile 2009, comincia il dramma finale. Gli avvocati di Ritter e Colombo raggiungono un accordo sulla base del quale i bambini possono tornare a scuola, il padre rinuncia al rimpatrio e in compenso la madre si impegna a fare riprendere i contatti tra lui e i bambini. “L’accordo — dice la signora — viene spedito all’autorità centrale del ministero di Grazia e giustizia, dottoressa Valeria Procaccini, e da lì alla pari autorità in Germania, a Bonn. Anche al Tribunale dei minori milanese, che ha concordato, è stato detto dal ministero di non procedere al rimpatrio”, precisa la madre. L’8 maggio 2009 Marinella va a scuola a prendere i figli, vede le facce sconvolte delle maestre e capisce: i bambini non sono più a scuola, tornano in Germania. Il Tribunale dei Minori di Milano ha accolto una richiesta arrivata all’improvviso dagli avvocati di Ritter. “Senza nemmeno avvertirmi”. Un tranello. [...]» (Danilo Taino, “Corriere della Sera” 17/5/2009).