Frammenti, 25 maggio 2010
Tags : Bruno Canfora
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CANFORA, BRUNO"
PAVONE Rita [...] Finisce il ’62 e, quando nell´Italia ancora bacchettona Mina viene allontanata dalla Tv perché è in attesa di suo figlio Massimiliano senza essere sposata, Bruno Canfora la chiama a partecipare a Studio Uno. Un trionfo e, nel ’63, Rita ha già venduto milioni di dischi […].
Silvana Mazzocchi, ”la Repubblica” 13/8/2004 - Scheda Parrini su PAVONE Rita
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MINA […] Certamente era un personaggio fuori da qualunque convenzione, imbrigliata in ruoli via via fintamente banali. Le Canzonissime, gli Studio Uno, le Milleluci, gli arrangiamenti alle sue canzoni: qualche volta anche kitsch. Non subito, perché all’inizio accanto a lei c’è uno come Gorni Kramer (al secolo Kramer Gorni, da Rivarolo Mantovano, luogo dove nel 58 per la prima volta Mina si esibisce con il complesso degli ”Happy Boys”); e le prime canzoni sono formidabili: Tintarella di luna, Una zebra a pois e poi Le mille bolle blu sono dei capolavori, anche di ironia. Qualche anno più tardi è già vittima dell’onesto mestiere di arrangiatori come Gianni Ferrio, ma soprattutto Bruno Canfora. Di sigle per il sabato sera tv alla Vorrei che fosse amore. E basti pensare a E se domani, con quegli archi arrangiati senza troppe idee. Eppure tutti gli arrangiamenti di maniera venivano spazzati via da una voce stupefacente […].
Roberto Cotroneo, ”L’Espresso” 29/3/2001 - Scheda Parrini su MINA
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FERRIO Gianni. Direttore d’orchestra • «[…] Diressi Mina in molte canzoni e l’altro suo direttore preferito in quel periodo era Bruno Canfora [...]».
’Corriere della Sera”, 26/11/2001 - Scheda Parrini su FERRIO Gianni
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«Con Studio 1, spettacolo in complesso buono, ma con qualche difetto e che si rifà a Giardino d’inverno, Sacerdote e Falqui hanno però capito che l’orchestra e il suo direttore devono solo suonare e non fare le macchiette. Così non solo hanno tenuto nel sottoscala il nuovo maestro Canfora e la sua orchestra, ma hanno anche abolito tutto quello che è imparentato col cattivo gusto (cantanti lacrimevoli, cantautori ignoti, eccetera) […]».
Corriere della Sera Magazine 18/01/2007, Aldo Grasso