Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 25 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CANCOGNI, MANLIO"


In redazione c´erano gelosie?
[EUGENIO SCALFARI:] «No, sarebbero arrivate più tardi. Io di fatto ero il vicedirettore, facevo il giornale con Arrigo [BENEDETTI], Carlo Gregoretti, che l´aiutava a impaginare, e il caporedattore: al principio Antonio Gambino, poi Gianni Corbi. Gli altri erano pochi ed eccellenti giornalisti - da Manlio Cancogni a Fabrizio Dentice, da Vittorio Gorresio a Enrico Rossetti, da Mino Guerrini a Sergio Saviane, da Marialivia Serini a Giancarlo Fusco, più tardi Camilla Cederna, Sandro Viola, Andrea Barbato, Livio Zanetti, Nello Ajello. Tutti con lo sguardo fisso sulla direzione, quasi ipnotizzati: un po´ come in Prova d´orchestra, il violino non scruta cosa fa la tromba».

La Repubblica 30/09/2005, pag.58 Simonetta Fiori

***
Anna Maria Rimoaldi che si occupa dello Strega […]: «Nel ´73 tutti davano per sicuro Piero Chiara. Lui si sentiva la vittoria in tasca. Ma poi Manlio Cancogni lo scavalcò. A me interessa che nello Strega ci sia l´agonismo».

Francesco Erbani, La Repubblica, 09/05/2006

***
[…] Al pontile [DI FORTE DEI MARMI] Manlio Cancogni ha dedicato un romanzo, «Il latte del poeta», pubblicato da Rizzoli nel 1977. « il ricordo del primo pontile, quello di legno – racconta ”. Come in un quadro rivedo ancora le rotaie, la gru che sollevava i marmi e sulla quale i ragazzini facevano i tuffi, i barconi nerissimi» […].

Corriere della Sera 27 luglio 2007, pag.23 Marco Gasperetti

***
[…] E dunque andiamo indietro di quasi mezzo secolo con le pagine del calendario. Posizionandoci in qualche punto della Versilia di allora: «in uno dei tanti formicolanti purgatori dell’estate italiana». Magari ai tavolini del Caffè Fappani di Viareggio, dove lo strabordante Fusco (spezzino di nascita, viareggino d’adozione) è l’incontestabile re: «Ci annientava con la sua meravigliosa capacità di raccontare, quando parlava era grande come Tolstoj scrittore», ricorda Manlio Cancogni che gli fu amico e ascoltatore.[…].

Stefano Ciavatta e Alberto Alfredo Tristano, Il Riformista 17/9/2009

***
Con Alfredo Todisco, scomparso ieri all’età di novant’anni, ci eravamo conosciuti al «Mondo» di Mario Pannunzio, dove era arrivato nel 1949, insieme con Manlio Cancogni e Giancarlo Fusco, dall’«Europeo» di Arrigo Benedetti, nel quale aveva condiviso la stagione luminosa di Camilla Cederna, Emilio Radius e Raul Radice […].

Giovanni Russo, Corriere della Sera 09/03/2010