Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 25 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BOERI

TITO"

Il rischio di effetti perversi. Con la riforma, le aziende potrebbero decidere di usare per i nuovi assunti solo contratti a tempo determinato: «Prima gli si farà attraversare quella sorta di purgatorio, poi si trasformerà il contratto a tempo pieno. Soltanto se percorrerà questo iter l’imprenditore avrà diritto a licenziare senza giusta causa. è evidente che si creeranno disparità fra dipendenti che, pur lavorando con pari qualifiche e mansioni, avranno un trattamento diverso: una parte di loro sarà licenziabile, un’altra no». Soluzione proposta da Tito Boeri (dirige la Fondazione Rodolfo De Benedetti) e Pietro Garibaldi, docenti della Bocconi, per eliminare il problema: il licenziamento venga introdotto in tutti i nuovi contratti (a tempo indeterminato e determinato) cosicché in futuro i lavoratori si trovino tutti nella stessa condizione.

Fonte: Renzo Di Rienzo, L’Espresso 29/11/2001

Un giudizio non molto incoraggiante giunge anche dagli economisti Tito Boeri e Daniela Del Boca sulla «Voce.info» di ieri. In primo luogo, l’eventuale introduzione del quoziente familiare «tenderebbe a ridurre ulteriormente l’offerta di lavoro femminile». Si trasferisce sul membro della famiglia con reddito più basso parte del carico fiscale del coniuge, «mentre con un sistema di tassazione individuale, come quello vigente, l’imposta si applica separatamente al reddito di ciascun componente della famiglia». Boeri e Del Boca rinviano a quel che accadde in Italia quando nel 1974 si passò dalla tassazione su base familiare (in regime di cumulo dei redditi) ad una su base individuale: «Il tasso di occupazione delle donne è cresciuto mentre quello degli uomini diminuiva. Introducendo oggi il quoziente familiare rischiamo di fare l’operazione opposta: ridurre il tasso di occupazione delle donne e aumentare quello degli uomini».
Fonte: Il Sole 24 Ore 13/05/2007, pag.2 Dino Pesole

Incipit dell’editoriale di prima pagina della Stampa a firma Tito Boeri, ieri l’altro: «Gli italiani possono dire addio alle speranze di un taglio delle tasse in questa legislatura». Numero di pagina dove il Corriere ha confinato un taglio centrale sugli antipatizzanti di Veltroni: 9.

Fonte: Filippo Facci, il Giornale 29/6/2007, pagina 1.

La verità, come ha scritto Tito Boeri su La Stampa – e sostenuto Emma Bonino ieri a Roma – è che sindacati e sinistra radicale non vogliono alcun innalzamento dell’età: preferiscono un gigantesco scalone – dai 57 a 70 anni – purché non si applichi a noi ma solo ai nostri figli.
Fonte: Francesco Giavazzi, Corriere della Sera 4/7/2007

[Intervista a Nicola Rossi] La defiscalizzazione dello straordinario? «Certo va bene, ma la cosa più rivoluzionaria è la convergenza progressiva del contratto unico tra lavoratori "precari" e quelli a tempo indeterminato. Significa attaccare alle radici le divisioni del mercato del lavoro. E pensare che quella formula l’ha proposta per primo l’economista Tito Boeri. Questo per dire che le idee non ci mancano ».
Fonte: Stefano Montefiori, Corriere della Sera 16/7/2007

Un giudizio non molto incoraggiante giunge anche dagli economisti Tito Boeri e Daniela Del Boca sulla «Voce.info» di ieri. In primo luogo, l’eventuale introduzione del quoziente familiare «tenderebbe a ridurre ulteriormente l’offerta di lavoro femminile». Si trasferisce sul membro della famiglia con reddito più basso parte del carico fiscale del coniuge, «mentre con un sistema di tassazione individuale, come quello vigente, l’imposta si applica separatamente al reddito di ciascun componente della famiglia». Boeri e Del Boca rinviano a quel che accadde in Italia quando nel 1974 si passò dalla tassazione su base familiare (in regime di cumulo dei redditi) ad una su base individuale: «Il tasso di occupazione delle donne è cresciuto mentre quello degli uomini diminuiva. Introducendo oggi il quoziente familiare rischiamo di fare l’operazione opposta: ridurre il tasso di occupazione delle donne e aumentare quello degli uomini».
Fonte: Il Sole 24 Ore 13/05/2007, pag.2 Dino Pesole

[In un’ipotetica squadra di governo di Veltroni] Del comparto economico dovrebbero occuparsi un economista indipendente come Tito Boeri e il presidente della commissione Bilancio del Senato Enrico Morando.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 31/10/2007

Dice la ricerca, coordinata come l’altra da Tito Boeri, il docente della Bocconi animatore de «lavoce. info», che prendendo in esame tutti gli eletti dal 1948 al 2007 non ci sono dubbi: la classe parlamentare della Prima Repubblica era nettamente migliore.
Fonte: Corriere della Sera 22 maggio 2008, Gian Antonio Stella

Eugenio Scalfari, Francesco Giavazzi, Tito Boeri, Franco Debenedetti e altri hanno già ritratto a grandi linee l´album di famiglia dell´ "Operazione Fenice", che, nella migliore tradizione, è nutrita di politica, l´unica che sembra poter dare "dividendi", con la pubblicizzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti, a questo capitalismo che aborrisce di fatto, se non a parole, il libero mercato.
Fonte: Alberto Statera, la Repubblica 30/8/2008, pagina 9

d’Italia. Scarpa fa parte del pool ”idee pulite” de ”LaVoce.info”, il sito internet di opinioni economiche guidato dall’economista fighetto, Tito Boeri.
Fonte: Dagospia 17/9(2008)

[Il commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi] A spaventarlo sono state soprattutto le due lettere che un gruppo di giuristi e di economisti capeggiati da Pietro Schlesinger e Tito Boeri hanno inviato al ”Corriere della Sera”. Le loro argomentazioni sull’irregolarità della procedura lo hanno terrorizzato ben più delle urla che il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha lanciato in difesa dei 1.600 operatori che da Palermo gestiscono il call center di Alitalia.
Fonte: Dagospia 22/9/2008

Il confronto con gli altri stati è poco lusinghiero per l’Italia. La situazione ”è fotografata in una semplice quanto impietosa statistica”, hanno scritto Tito Boeri e Pietro Garibaldi nel recente ”Un nuovo contratto per tutti’ (Chiarelettere). In Francia il 75 per cento dei disoccupati percepisce una qualche forma di sussidio. In Germania addirittura l’80 per cento. Nei paesi scandinavi si arriva al 90 per cento. In Italia ci si ferma al di sotto del 20 per cento.
Fonte: Il Foglio, 19/11/2008

L’attacco al governo ha cambiato segno: con Tito Boeri è iniziato un’insistente pressione perché l’esecutivo metta mano al tesoretto che il calo del rendimento dei bot genererebbe.
Fonte: Lodovico Festa, Il Foglio 6/1/2009

Gli economisti della Voce.info guidati dal bocconiano Tito Boeri insistono. Per loro gli italiani dovranno per forza pagare una Bossi-tax da 400 milioni di euro grazie al mancato accorpamento di referendum ed elezioni europee. Cifra trovata in modo assai fantasioso tre mesi fa e difesa con le unghie nonostante ogni evidenza contraria. In una lettera a La Stampa per replicare a ItaliaOggi l’intera redazione della Voce ammette di avere fatto il calcolo sui 400 milioni senza sapere la data del referendum. Si basavano sulle scuole ancora aperte, e invece sono chiuse. Hanno sbagliato, capita. Ma non si correggono. Hanno detto 400, e 400 restano. E allora noi rilanciamo. E dimostriamo che l’unica differenza calcolabile ammonta a 26,7 milioni...
Fonte: Franco Bechis, ItaliaOggi, 23/4/2009

L’economista è il nuovo oggetto del desiderio. Novella 2000 fa una classifica, in base al numero di autografi firmati dai nuovi sex symbol al Festival dell’Economia di Trento. […]3) Tito Boeri (51 anni), professore alla Bocconi, polemista intransigente su Lavoce.info, giocava in casa: del resto, il Festival se l’è inventato lui. In abito blu, mocassini scuri, camicia bianca senza cravatta e zaino da eterno studente, Boeri è il Dylan Dog dell’economia. Ammirato da tutte le donne. Autografi: 20 circa, ma tante foto.
Fonte: Ettore Uber, Novella 2000, n. 25, 18/06/2009, p. 34

Martedì scorso poi è stato il turno dell’economista Tito Boeri, che pur di dimostrare che l’Italia sta andando peggio dei partner europei, si è limitato a considerare il solo parametro del Pil, ignorando o fingendo di ignorare (e non si sa quale delle due ipotesi sia la peggiore) che il prodotto interno può essere sostenuto artificialmente a colpi di spesa e che quindi considerare solo quel parametro, senza metterlo in parallelo con deficit, incremento del debito e disoccupazione vuol dire ben poco.
Fonte: Claudio Borghi, Il Giornale 5/9/2009

’Silete, economisti”, auspica spesso il ministro Giulio Tremonti adattando l’invito perentorio che Carl Schmitt rivolgeva ai giuristi dalla prigione. E tra quelli la cui voce risulta meno amata dal ministro (e non solo da lui, anche da chi lo ha preceduto su quella poltrona) ci sono, appunto, quelli de lavoce. info il sito animato dal professor Tito Boeri che il 4 luglio 2010 dovrebbe compiere otto anni. Condizionale d’o bbl i go (o almeno scaramantico), perché anche lavoce.info è a suo modo vittima della crisi. Sul sito è comparso un articolo che si rivolge ”agli amici della Vo c e ” in cui si legge: ”Per continuare a garantire la qualità che vi offriamo abbiamo il bisogno urgente che ritorniate a manifestarci in modo tangibile e continuativo il vostro consenso e il piacere di leggere le nostre analisi, i dati che vi proponiamo e le nostre critiche ai potenti di turno con i vostri tanti piccoli contr ibuti”. Tito Boeri spiega al ”Fa t t o ” l’origine del problema: ”Per la prima volta, quest’anno abbiamo fatto la convenzione per avere il 5 per 1000 e molti lettori che prima ci sostenevano con donazioni occasionali hanno scelto quella formula per aiutarci. E quindi i piccoli versamenti che finora erano stati la nostra principale entrata sono crollati, anche perché con la crisi ci sono meno soldi da spendere. Ma le risorse del 5 per 1000 arriveranno dallo Stato solo tra due o tre anni”. Boeri, economista della Bocconi, si è inventato sette anni fa La Voce per dare una piattaforma agli economisti che vogliono partecipare al dibattito pubblico. Gli autori degli articoli non sono retribuiti, ma anche una rivista virtuale come La Voce ha bisogno di una (minima) redazione: ci sono due persone per la comunicazione, Ludovico Poggi e Davide Baldi, due editor che verificano forma e contenuto scientifico degli interventi (Sandra Bellini e Roberto Ceredi), poi c’è la redazione di 25 professori, ma quella è a costo zero perché le riunioni si fanno via mail o su S ky p e . ”Potremmo trovare soldi senza problemi da qualche grande sponsor, per esempio andando a bussare alla porta di una fondazione bancaria, ma preferiamo non farlo, perché questo sarebbe contrario allo spirito dell’i n i z i a t i va ”, dice Boeri. L’idea de lavoce.info, infatti, è quella di fare da cane da guardia della politica economia - Boeri lo dice all’inglese, ”wa t ch d o g ”- al di fuori delle linee editoriali che influenzano i commenti dei quotidiani. ”E infatti ci attaccano spesso, sia da da destra che da sinistra a seconda di chi è al governo, perché noi ci mettiamo, per natura, sempre un po’ all’opposizione”, spiega Boeri che, come molti altri dei membri del nucleo centrale del sito è editorialista di un grande giornale. Lui di ”R e p u bbl i c a ”, Francesco Giavazzi del ”Cor riere”, Marco Onado del ”Sole 24 O re ”, Pietro Garibaldi della ”Stampa”. Ma questo non compromette l’indipendenza dell’analisi - giura Boeri - non compromette affatto l’indipen - denza dell’analisi.
Fonte: Stefano Feltri, Il Fatto 15/10/2009;

Gli economisti Tito Boeri e Vincenzo Galasso ("Contro i giovani", Mondadori), d’altra parte, hanno calcolato che chi ha tra i 16 e i 24 anni ha oggi un rischio di disoccupazione quattro volte più alto di chi ha superato i 30 anni. Oltre a guadagnare decisamente di meno rispetto ai lavoratori maturi.
Fonte: Roberto Mania, Affari&Finanza 23/11/2009

[Giovanni Sartori] Tra questi il professor Tito Boeri mi ha dedicato (Corriere del 23 dicembre) un attacco sgradevole nel tono e irrilevante nella sostanza. Il che mi ha spaventato. Se Boeri, che è professore di Economia del lavoro alla Bocconi e autorevole collaboratore di Repubblica, non è in grado di capire quel che scrivo (il suo attacco ignora totalmente il mio argomento) e dimostra di non sapere nulla del tema nel quale si spericola, figurarsi gli altri, figurarsi i politici. Il Nostro esordisce così: «Dunque Sartori ha deciso che gli immigrati di fede islamica non sono integrabili nel nostro tessuto sociale, non devono poter diventare cittadini italiani». In verità il mio articolo si limitava a ricordare che gli islamici non si sono mai integrati, nel corso dei secoli (un millennio e passa) in nessuna società non-islamica. Il che era detto per sottolineare la difficoltà del problema. Se poi a Boeri interessa sapere che cosa «ho deciso», allora gli segnalo che in argomento ho scritto molti saggi, più il volume «Pluralismo, Multiculturalismo e Estranei» (Rizzoli 2002), più alcuni capitoletti del libriccino «La Democrazia in Trenta Lezioni » (Mondadori, 2008). Ma non pretendo di affaticare la mente di un «pensabenista», di un ripetitore rituale del politicamente corretto, che perciò sa già tutto, con inutili letture. Mi limiterò a chiosare due perle del suo intervento. Boeri mi chiede: «Pensa Sartori che chi nasce in Italia, studia, lavora e paga le tasse per diventare italiano debba abbandonare la fede islamica?». Ovviamente non lo penso.
Fonte: Giovanni Sartori e Tito Boeri, Corriere della Sera 5/1/2010 - 20/12/2009 e 23/12/2009 Giovanni Sartori, Corriere della Sera 7/1/2010 Tito Boeri, segnalato su Corriere della Sera 11/1/2010