Marco Mobili, Il Sole-24 Ore 25/2/2010;, 25 febbraio 2010
REDDITOMETRO CON SOGLIA DEL 20%
La manovra riscrive gli accertamenti sintetici e il redditometro. La spia rossa dell’evasione sulle persone fisiche sottoposte a controllo con i due strumenti si accenderà quando il reddito accertato risulterà superiore al 20% del reddito dichiarato al fisco (oggi è del 25%). Non solo.
Il restyling del redditometro non si ferma qui. Per legge, e non più per circolare o risoluzione, verrebbe disposto a chiare lettere che gli uffici dell’amministrazione finanziaria che utilizzeranno l’accertamento sintetico o il redditometro saranno "obbligati" a invitare il contribuente a fornire dati, notizie e tutto ciò che possa provare o giustificare le ragioni dello scostamento di un quinto tra il reddito atteso dal fisco, in base alle spese sostenute, e quello denunciato all’amministrazione.
In sostanza, il contraddittorio tra contribuente e fisco diventerà obbligatorio e sarà destinato a sfociare nell’accertamento con adesione.
L’intervento messo a punto e su cui oggi si scioglieranno le ultime riserve con il via libera alla manovra biennale, dovrebbe accogliere anche un’altra novità attesa da operatori e contribuenti. Si tratta della possibile cancellazione dei cosiddetti «incrementi patrimoniali»: gli uffici oggi fanno riferimento ai redditi conseguiti nell’anno e nei quattro anni precedenti per l’acquisto di determinati beni che aumentano la consistenza patrimoniale del contribuente. In questo modo, ad esempio, oggi un immobile preso a riferimento ai fini del redditometro finisce per "pesare" due volte, una come incremento patrimoniale e una con i coefficienti moltiplicatori che vorrebbero rappresentare la capacità di mantenere il bene stesso.
Con il redditometro di "seconda generazione" resterebbero, dunque, soltanto i nuovi elementi di capacità contributiva che, come prevede la manovra, saranno differenziati per campioni di contribuenti, in funzione del nucleo familiare e dell’area territoriale di residenza. Per la messa a punto si dovrà attendere un successivo decreto. Il dato nuovo è che si avrà un redditometro al passo con i tempi e con le tipologie di spese che i contribuenti sostengono: per l’aggiornamento dei nuovi elementi con decreto si sarebbe individuata una cadenza biennale. Quanto alla decorrenza (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), il nuovo redditometro avrà effetto sui redditi redditi per i quali i termini delle dichiarazioni non sono ancora chiusi alla data di entrata in vigore della manovra.
Il pacchetto antievasione veste anche i panni dell’antiriciclaggio con la tracciabilità dei pagamenti. Il limite all’utilizzo del contante, in linea con le direttive comunitarie, vedrebbe il passaggio a 5/7.000 euro della soglia oggi fissata in 12.500 euro ai fini delle segnalazioni agli organi di controllo. Soglia ancora oggi oggetto di ulteriori verifiche.
La tracciabilità si potrebbe estendere alle fatture con l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica per operazioni commerciali superiori ai 3.000 euro. Anche questo limite è ancora al centro di verifiche. Destinato a crescere il coinvolgimento dei comuni nella lotta all’evasione. Per spingere gli enti locali a una partecipazioni maggiore nella caccia agli evasori il governo punta ad aumentare dal 30 al 33% delle maggiori entrate recuperate, la precentuale riconosciuta a titolo di compartecipazione ai comuni nel contrasto all’evasione fiscale.
Così come già accaduto con il Dl incentivi, l’amministrazione finanziaria punterebbe ad accorciare i tempi tra il momento dell’accertamento e l’emissione delle cartelle esattoriali. Due momenti che dovrebbero diventare contestuali rendendo più corto il tempo per contestazioni e ricorsi.
Sulla possibile estensione di nuove misure antievasione ai giochi, fino a ieri sera si sarebbe profilata una pausa di riflessione.