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 2010  maggio 13 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”CAPUANO

MASSIMO”

In più a risolvere i conflitti d’interesse - rappresentati dal fatto che molte società quotate sono anche vicine al gruppo degli azionisti di maggioranza della Spa - sarà praticamente un uomo solo: l’amministratore delegato Massimo Capuano. Sarà lui a decidere i destini borsistici delle società, senza sentire il parere degli azionisti. Altrimenti dove va a finire la trasparenza?» (’la Repubblica” 2/1/97).

Profumo tifa per l’Inter «fin dalle elementari, che frequentai a Palermo. Ricordo che giocavo alla scuola Sant’Anna, con la maglia nerazzurra, insieme a Massimo Capuano (che oggi è amministratore delegato della Borsa Italiana, ndr)» (Andrea Greco, la Repubblica 19/5/2007)

Londra, dove Massimo Capuano è il vice amministratore delegato di Lse group, post fusione con Borsa Italiana (Vittoria Puledda, la Repubblica 28/5/2008).

Evidentemente, l’ansia delle banche di realizzare un bel guadagno e l’illusione di un manager, Massimo Capuano, di poter ereditare un giorno la poltrona di Clara Furse hanno consigliato di accettare il diktat di un soggetto che si era mangiato il capitale. Al dunque, però, il posto di Clara Furse è andato a un francese, Xavier Rolet, che non ne sa più di Capuano; piazza degli Affari si è ridotta a essere una mera filiale di Londra; la grande fusione dei mercati è già messa in mora dai circuiti alternativi, che tolgono affari alle Borse tradizionali qualunque sia la loro dimensione e le inducono a ridimensionare l’impegno costoso alla trasparenza e all’informazione per privilegiare l’impegno commerciale, la conquista del cliente impresa e la diffusione di ogni genere di nuovo titolo. Il che, sia detto di passata, spiega la scelta del successore dell’ancor troppo istituzionale Capuano, e la sua esclusione dalla stanza dei bottoni. (Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 03/04/2010)

Di recente poi l’ultimo segnale: quando giorni fa Massimo Capuano ha lasciato la guida operativa di Borsa Italiana a Raffaele Jerusalmi, quest’ultimo non è stato cooptato nel consiglio della Lse (Capuano vi partecipava come vice-amministratore delegato di gruppo) (Federico Fubini, Corriere della Sera 04/04/2010)

Va dunque riconosciuto alla gestione di Massimo Capuano il merito di aver fatto crescere la piazza milanese, per quanto tali sviluppi interessino molto poco l’economia reale. […] Le banche che sono a un tempo società a scopo di lucro e infrastruttura del Paese, sul punto sono state disattente. E questo è un torto. E Capuano ha sbagliato i suoi conti, quando ha scoraggiato le fondazioni dall’intervenire in partita così da coagulare uno schieramento italiano ancora più forte del 29% di partenza: credeva di diventare lui il numero uno, per il primato tecnologico milanese la protezione che aveva assicurato a Clara Furse, e invece è stato scaricato. (Massimo Mucchetti, CorrierEconomia 19/04/2010)