Frammenti vari, 12 maggio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”CAPPON
CLAUDIO”
Così il Cda della Rai al 2 settembre 2006: Direttore generale: Claudio Cappon (La Stampa 2/9/2006)
Sul tema dei compensi d’oro Claudio Cappon ha spiegato che «se si dovessero applicare alla Rai i limiti imposti dalla Finanziaria ci sarebbero 40 o 50 big che qui non potrebbero più lavorare (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 15/3/2007)
Gianfranco Fini, presidente di An: «Gravissimo se Prodi non ascolta Mastella, una azienda pubblica non può avere un presidente e un direttore generale che siano espressione unicamente di una parte». E chi gli è vicino assicura che la dichiarazione ha in Claudio Cappon il vero destinatario: Fini, che lo aveva appoggiato come uomo al di sopra delle parti, ora lo considererebbe «in quota» centrosinistra. (Corriere della Sera 12/05/2007, pag.8 Paolo Conti)
Ma che la tv pubblica si ritrovi spiazzata dall’offensiva di Mediaset è persino ovvio. Indicative, a questo proposito, le prime reazioni del direttore generale Rai, Claudio Cappon («E’ un fatto rilevante...occorre riflettere») come di Giovanni Minoli («Bisogna rifondare la Rai») (Corriere della Sera 15/05/2007, pag.8 Giancarlo Radice)
Claudio Cappon, direttore generale, figlio di Giorgio, potente ex direttore generale dell’Imi (scherzerai.splinder.com (seguivano 253 commenti). Notizia del 7/9/2006)
Alla Rai Prodi ha richiamato come direttore generale Claudio Cappon, ex Italstat e Fintecna, preferito ad Antonello Perricone.
Claudio Cappon - Gruppo Rai
Claudio Cappon è tornato alla Rai come direttore generale, incarico già svolto fino alla nomina di Flavio Cattaneo, ora a.d. di Terna (Il Sole 24 Ore 26/08/2007, pagg.1-22 Gianni Dragoni).
E Maurizio Gasparri (An) chiede a Cappon, di «ridurre almeno gli stipendi dei manager a cominciare dal suo»: all’incirca 650 mila euro l’anno, contro i 300 mila del presidente Petruccioli e i 60 mila dei consiglieri (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 6/11/2007)
L’emendamento alla Finanziaria che fissa il tetto dei compensi Rai, sia per le collaborazioni che per gli interni, a 274 mila euro lordi l’anno, metterebbe in ginocchio l’azienda di Stato. «Ad avvantaggiarsi - dice Cappon - sarebbero diretti concorrenti come Mediaset e Sky che potrebbero accaparrarsi i migliori artisti a prezzi stracciati rispetto ai livelli attuali». (LA STAMPA 6/11/2007, FULVIA CAPRARA).
L’operazione non è riuscita, è entrato Claudio Cappon, stagionato uomo Iri (un altro) che in questi anni si è avvicinato alla Margherita, collocandosi in un cerchio più lontano dal nocciolo duro prodiano. (Il Foglio 08/12/2007, pag.III Stefano Cingolani)
Quando Travaglio prende la parola, rincara la dose. Ne ha per tutti: da Maurizio Gasparri («poverino») al direttore di Rai Tre Paolo Ruffini («quello che licenziò Sabina Guzzanti ») al direttore generale della Rai Claudio Cappon («omen nomen») (Dino Messina, Corriere della Sera 12/5/2008)
Per quello che ne so, Prodi non ha mai pensato a me come direttore generale. Se ci ha pensato, non l’ha detto. Infatti ha nominato Claudio Cappon (Gianni Minoli a Stefano Lorenzetto, Panorama 6/11/2008).
Claudio Cappon che ha sottolineato: «Il Festival è tornato tra gli asset fondamentali della Rai. L’edizione di quest’anno è così diventata anche un investimento per il futuro» (Giuliano Balestreri, Il Sole 24 Ore 21/02/2009)
Costi da anni giustificati dall’azienda con il ricorso sistematico al cosiddetto valore «strategico di Sanremo» - lo ha ribadito più volte lo stesso direttore generale, Claudio Cappon - per la Rai, per il «Paese», per la «Cultura», per «il mantenimento e la centralità del servizio pubblico». (Paolo Festuccia, La Stampa 25/02/2009)
Eppure dall’altra parte i nemici, quelli che Saccà ha considerato tali, da Fabrizio del Noce che poi ha preso il suo posto alla fiction, a Guido Paglia, (direttore delle relazioni esterne), ma anche al direttore generale, Claudio Cappon non sono stati proprio teneri. […] Certamente il primo campanello d’allarme squilla per Fabrizio Del Noce (direttore anche di Raiuno) che su indicazione di Cappon andò a scalare la «creatura» tanto cara a Saccà (Paolo Festuccia, la Stampa 26/02/2009)
Per questa ragione, quando il direttore generale Rai Claudio Cappon ha letto la proposta del ministro Sandro Bondi di trasformare una rete pubblica in un canale senza pubblicità, finanziato solo con il canone, è saltato sulla sedia. Alla Sipra stimano che la proposta Bondi produrrebbe un calo secco nel bilancio di circa 400 milioni di euro all’anno. Inoltre si acuirebbe l’asimmetria con Mediaset (Marco Lillo, L’Espresso, 19 marzo 2009)
Dopo mesi di prorogatio neanche l´addio del vecchio direttore generale è stato così traumatico. Claudio Cappon infatti non si allontana molto: sale all´ottavo piano, che anche se più alto non è altrettanto nobile. «Ho perso i poteri, come Superman quando si avvicina alla kryptonite», ha scherzato durante un breve incontro di saluto. Ma, dicono le voci fruscianti, si prepara a rientrare in pista come capo di Raicinema. (Goffredo De Marchis, la Repubblica 3/4/2009)
«Primo incontro con Claudio Cappon, allora direttore generale. Gli dico: ”Lei forse ricorderà il programma più popolare che ho fatto, intitolato Parola mia”. Sorride: ”Per carità, non mi parli di tv, io mi sono sempre occupato di siderurgia”. Mi alzo: ”Allora salve, forse ho sbagliato ufficio”».(Intervista a Luciano Rispoli, Alessandro Dall’Orto, Libero, 30/5/2009)
il suo ex direttore generale Claudio Cappon sosteneva che a viale Mazzini non si respira ossigeno ma ozono (Denise Pardo, L’Espresso, 22 dicembre 2009)