Frammenti, 10 maggio 2010
Tags : Andrea Camilleri
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CAMILLERI, ANDREA"
(da finire)
"Adoro stirare" (Andrea Camilleri sulla "Stampa" di martedì 17 novembre 1998).
Rino Cammilleri, cinquant’anni, di Agrigento, scrittore e traduttore, ha pubblicato finora venti libri su inquisizione, santi, miracoli e alcuni pamphelet provocatori di argomento religioso. Da quando Andrea Camilleri è diventato famoso, gli è successo un po’ di tutto: giornalisti che lo chiamano per chiedergli di Montalbano e delle nuove avventure; gente che giura di averlo visto a cena con Sophia Loren; editor che gli chiedono con quante ’emme’ si scriva il suo cognome. Ora ha scritto anche un giallo. E se qualcuno si sbagliasse? «Può capitare. Vuol dire che aggiungerei qualche migliaio di lettori nuovi ai miei abituali. Sarebbe un giusto risarcimento».
(Giorgio De Rienzo Corriere della sera del 3/2/2001)
Sulle bancarelle di Napoli e Palermo, sono state scoperte copie fasulle dell’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, «Gita a Tindari». L’imitazione non è perfetta: cartoncino della copertina diverso dall’originale; le immagini sono visibilmente scannerizzate; i caratteri del testo sono leggermente diversi da quelli dell’edizione originale. Finora, l’edizione non contraffatta ha venduto circa mezzo milione di copie in Italia e altrettante all’estero.
(Francesco La Licata su Specchio della Stampa del 10/02/2001)
In Italia Andrea Camilleri ha aspettato un quarto di secolo: il tempo trascorso dalla pubblicazione del suo primo romanzo all’approdo nella lista dei best-seller. (Guia Soncini, Amica del 16/05/2001)
«I vaccini fanno l’infelicità dei ragazzi, li privano di leggere per i fatti loro, a letto, per quindici giorni» (Andrea Camilleri). (Corriere della Sera 20/06/2000)
«In Sicilia le liti vere, definitive, sono quelle tra amici. Mentre quelle tra nemici si risolvono sempre» (Andrea Camilleri). (Marcello Sorgi, La testa ci fa dire. Dialogo con Andrea Camilleri, Sellerio)
Nel tempo tutte le librerie di Piano Baele, a Milazzo, son state costrette a chiudere. Unica eccezione, la bottega di pochi metri quadri gestita da quarant’anni da Paolo Filoramo, sopravvissuta grazie alla passione del titolare per i libri di Andrea Camilleri. Filoramo ne vendeva a centinaia quando lo scrittore era ancora sconosciuto, e negli ultimi sette anni ha superato le diecimila copie. Tanto che Camilleri gli ha scritto una lettera in cui lo ringrazia per aver «coraggiosamente scommesso» su di lui prima del successo: «Chissà se allora - più regista che scrittore, e in cerca della mia maniera di raccontar storie - io stesso avrei potuto credere alla sua "preveggenza"? Ne dubito». (Enea Guarinoni su Diario dell’8/2/2002)