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 2010  maggio 08 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BOCCHINO

Italo"

L’onorevole Maurizio Gasparri (An) ha trascorso il Capodanno a Rivisondoli, in Abruzzo, a casa dell’onorevole collega di partito Italo Bocchino, dove non ha sparato i botti. Bocchino gli ha regalato una bellissima aragosta, tutta plastica, che quando schiacci un bottone balla e canta Rock the boat: ora è in sala da pranzo per essere mostrata agli ospiti.
Fonte: Antonello Capurso sul Foglio quotidiano del 3/1/2001 a pagina 2.

[Enzo Palmesano] nell’estate del ’96 Giuseppe Tatarella e ltalo Bocchino mi offrirono la direzione del ’Roma’ di Napoli.
Fonte: Michele Brambilla, ”Sette” n. 47/2001

[Manifestazione pro Israele del 3 novembre 2005] Non c´è Fini ma ci sono i suoi, che serrano le fila, fanno gruppo: ecco Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Italo Bocchino, Andrea Ronchi, il consulente bulgaro Mairov, l´uomo che tesse da sempre i contatti della destra in Israele.
Fonte: La Repubblica 04/11/2005, pag.4 Alessandra Longo

[Intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Giordano Bruno Guerri] Qualche anno fa mi hai detto: «Aborro il fascismo». Adesso ti ritrovo direttore del giornale di Italo Bocchino, deputato di An, partito erede del fascismo. «Ti dirò di più, Bocchino era il braccio destro di Tatarella». E allora? « semplice. Io faccio quello che voglio. L’editore può solo licenziarmi. Mi ha detto: sono sicurissimo che mi creerai dei problemi».
Fonte: Claudio Sabelli Fioretti Corriere della Sera magazine, 13/05/2004

[Salvatore Sottile] portato a Roma da Domenico Nania a metà degli anni Ottanta, era stato assunto al Secolo come giornalista, trovandosi come ”compagni di banco” Italo Bocchino e il futuro ministro Mario Landolfi.
Fonte: Francesco Bei, ”la Repubblica” 17/6/2006

[La Commissione Affari costituzionali della Camera approva il testo delle riforme costituzionali] Al testo hanno lavorato come relatori Sesa Amici per l´Unione e Italo Bocchino per la Cdl. E alla fine sono riusciti a mettere tutti d´accordo.
Fonte: S.Bu., la Repubblica 22/6/2007

[Dopo il test tricologio sull’uso di stupefacenti ] Data lettura dell´esito, la comitiva si scioglie. Inarrivabile Italo Bocchino: «E adesso facciamoci tutti una pera!»
Fonte: Alessandra Longo, la Repubblica 18/8/2007

«Andando da Storace Berlusconi ha tradito la memoria e l’insegnamento politico di Pinuccio Tatarella, che se fosse stato in vita, gli avrebbe caldamente sconsigliato un errore così grave», spiega a nome di Fini, Italo Bocchino, sapendo bene che per Storace è una stilettata.
Fonte: Gianna Fregonara, Corriere della Sera 11/11/2007

[Agostino Saccà] In compenso spalanca le porte alla Titania di Ida Di Benedetto, fidanzata del forzista Giuliano Urbani; alla Goodtime di Gabriella Buontempo, moglie di Italo Bocchino (An); alla Cosmoproduction di Elide Melli, moglie del craxian-finiano Massimo Pini.
Fonte: L’Espresso 26/12/2007, PETER GOMEZ E MARCO TRAVAGLIO

[La Russa] "Cari giovani colleghi, nelle prime 48 ore di Montecitorio, state attenti a Italo Bocchino". Perché? Che fa Bocchino? " un fuoriclasse degli scherzi". Tipo? "Tipo che va dal deputato appena calato dalla provincia, e gli dice, con quella sua aria compita: ti hanno già fatto la visita medica?". E la matricola? "Sbianca. Dice: ma non sapevo che... Allora Bocchino si fa torvo: eh, mio caro... Se non risulti idoneo, questi sono capacissimi di annullare la nomina e far subentrare il primo dei non eletti". Perfido. "Il bello è che quando ne individua poi qualcuno un po’ incerto nell’eloquio, si avvicina e fa: com’è andata la "prova di alfabetizzazione"?...".
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 28/4/2006

[Preparativi al congresso del Pdl] Ed ecco il vicecapogruppo alla Camera Italo Bocchino invocare su «Libero» un regolare tesseramento, senza il quale «non c’è base democratica che legittimi le scelte della dirigenza». Sottinteso: quando nel Pdl saremo ad armi pari, noi di An ci faremo valere.
Fonte: Ugo Magri, LA STAMPA 21/8/2008

E il principale artefice del ”movimento” attorno a Villari è stato Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati Pdl, uno dei personaggi emergenti del centrodestra, unico allievo dell’ex vicepremier Pinuccio Tatarella. Entrambi napoletani, entrambi tifosi del Napoli, un vecchio rapporto personale anche fuori della politica, Bocchino e Villari hanno chiacchierato nei giorni scorsi e pur scartando l’idea di un’«operazione politica» tipo quella di De Gregorio, hanno imbastito la mossa destinata, in questo facendo felice Berlusconi, a dare un colpo alla leadership Veltroni.
Fonte: Maria Grazia Bruzzone - Fabio Martini, La Stampa 14/11/2008

[Villari] Una magia la sua elezione che, secondo i bene informati, è tutta dentro l´abilità di un uomo: Italo Bocchino. Bocchino, una onorata carriera da portaborse, ora vicecapogruppo della maggioranza, dona ancora un consiglio all´opposizione: «Per me è un errore espellerlo».
Fonte: Antonello Caporale, la Repubblica 21/11/2008

[Tra le persone più citate e dotate di ”tempo di parole” in tv a novembre 2008] Da un lato si rafforza una tendenza consolidata negli anni: dal 2001 Berlusconi premier «parla» per 4.321 minuti, mentre Berlusconi leader di FI per 1.848. A distanza, gli sta dietro il solo Ciampi (1.584 minuti). Ma dall’altro lato, oggi il Premier è più che mai solo al comando, considerato che, nel mese corrente, il leader Pd Veltroni segue all’ottavo posto (13 minuti), preceduto da Bocchino (che interviene da Alitalia alla Vigilanza), dal presidente Napolitano, Obama, Cicchitto, Fini e Tremonti.
Fonte: Aldo Grasso, Corriere della Sera 24/11/2008

L´inchiesta giudiziaria [Mangianapoli] trova il suo focus in un triangolo. Il provveditore alle opere pubbliche; cinque assessori; l´imprenditore Alfredo Romeo. Sullo sfondo, a Roma, i rapporti «tutti ancora da chiarire» con politici nazionali, tra cui Renzo Lusetti (Pd), Nello Formisano (IdV), Italo Bocchino (PdL)
Fonte: Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 4/12/2008

Romeo chiama Italo Bocchino e il vice-presidente dei deputati del Partito delle libertà (oggi) si lascia addottrinare, come uno scolaretto, sulle decisioni del Consiglio d´Europa utili, le sentenze del Consiglio di Stato decisive, le mosse aggressive dei Costruttori (sono i competitori di Romeo). Poi, è Bocchino a muovere i suoi fanti inconsapevoli (non tutti). Convoca i consiglieri di Alleanza nazionale. Li convince a ritirare gli emendamenti che ostacolano l´appalto e poi addirittura a lasciare l´aula. Soddisfatto del suo lavoro, Bocchino commenta con Romeo: «Alfredo, siano una cosa consolidata, una cosa solida, un sodalizio…». Il rapporto è cosi stretto che Bocchino si dà da fare per convincere un chef (l´apprezzatissimo Gennarino Esposito della Torre del Saraceno di Vico Equense) a lavorare nell´hotel a cinque stelle luxury di Romeo. Il legaccio è così serrato che a Bocchino importa niente che l´altro penda per il centro-sinistra. «Organizzo una colazione con Gianfranco (Fini)…». Lo invita alle grandi manifestazioni di An. Gli ricorda «i saluti di Andrea Ronchi (oggi ministro)…». Gli annuncia le mosse di Fini: «… viene a trovarlo Aznar, poi verrà Sarkozy dopo che sarà eletto…». Romeo, dopo, lo lusinga: «… Fini ha fatto un figurone enorme...». Bocchino: «Madonna, ha fatto una bella cosa oggi con Aznar…».
Fonte: Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 18/12/2008

Per i magistrati è lo stesso onorevole Bocchino a «confessare» questa realtà in una delle tante telefonate intercettate con Romeo, nella quale gli dice (con soddisfazione, notano i pm): «Quindi poi ormai... siamo una cosa... quindi... consolidata. Un sodalizio... una cosa... solida fusione di due gruppi quindi...». […]Bocchino, parlamentare di Alleanza nazionale in ascesa, al quale Romeo si rivolge per intervenire sul consigliere di An Marco Nonno, che aveva in animo di presentare un emendamento «pericoloso» per l’imprenditore. «Avevo sentito che questo... Nonno voleva fare un emendamento», spiega preoccupato Romeo. E Bocchino: «Non credo proprio... Non credo proprio, me la vedo io». Quattro giorni dopo nel gruppo di emendamenti presentati dai consiglieri di An, quello temuto da Romeo non c’è. «Segno evidente che l’intervento di Bocchino vi è stato ed è andato a buon fine», commentano i magistrati.
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 18/12/2008

Lunedì scorso, Bocchino si è presentato in Procura per chiarire la sua posizione. Un monologo, il suo, che non è entrato nel merito delle intercettazioni che lo coinvolgono se non per chiarire i suoi rapporti amicali con l’immobiliarista finito a Poggioreale e ribadire la sua estraneità al «sistema Romeo». Ma, allo stato, per i pm napoletani rimangono diverse «zone d’ombra» nella sua autodifesa. Ieri sera, a «Porta a Porta», sia Lusetti che Bocchino hanno proclamato la loro innocenza. Il vicepresidente del gruppo alla Camera del Popolo delle libertà, ha ribadito di avere avuto con Romeo «un normale rapporto di un politico con un imprenditore».
Fonte: Guido Ruotolo per La Stampa di giovedì 8 gennaio 2009

«Ma ci fanno o ci sono?», mi sono chiesto ascoltando a "Porta a porta" del 7 gennaio le spiegazioni difensive di due parlamentari di opposta sponda, Italo Bocchino, vice presidente del gruppo Pdl e Renzo Lusetti del Pd, entrambi indagati per i loro rapporti con l´imprenditore campano, Alfredo Romeo, attualmente in carcere.
Fonte: Mario Pirani, la Repubblica 12/1/2009

Nell’interrogatorio di due settimane fa il parlamentare di An ammette l’amicizia con l’imprenditore e poi rivela anche alcuni affari in comune. Bocchino: Romeo è intervenuto, credo, in numerose attività editoriali. Io mi sono sempre occupato di editoria... Lui è stato socio de L’Indipendente. Pm: Su sua richiesta? Bocchino: Creammo una cordata che sostanzialmente rilevò un piccolo giornale esistente... Pm: Altri rapporti imprenditoriali? Bocchino: Lui ha avuto una piccolissima partecipazione nel Roma che gli fu chiesta direttamente dal fondatore del giornale, Tatarella, nel 1996-1997. Nel Roma sono socie la moglie di Romeo e mia moglie. Pm: Tuttora? Bocchino: Sì. Romeo avrà lo 0,3, 0,4, 0,7 per cento. Mia moglie ha il 30 per cento circa.
Fonte: Flavio Bufi - Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 29/1/2009

Alla Camera è scesa in campo un’intera cordata di centrodestra, con un ordine del giorno per "autorizzare entro il 2008 quattro case da gioco in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria". Come proponente figura l’autonomista siciliano Antonio Milo, ma tra i cofirmatari spiccano il big campano di An Italo Bocchino e l’ex ministro dc Calogero Mannino. Tra le motivazioni, la volontà di "rendere più competitivo il turismo nelle regioni meridionali", "contrastare la concorrenza mediterranea", "aumentare le entrate" e "respingere i pregiudizi sul timore d’infiltrazioni criminali".
Fonte: Paolo Biondani, L’Espresso, 5 febbraio 2009

La deputata del Pd Paola Concia su Facebook ha lanciato l’iniziativa «l’8 marzo invita un uomo a cena» per evitare che la festa della donna sia «un rito trito e ritrito». Perciò è andata a cena in una nota enoteca di Trastevere col vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino. Il quale fa sapere che c’è stato disaccordo su una cosa: «Lei voleva che si pagasse alla romana, ma io non potrò mai consentirlo».
Fonte: Maria Teresa Meli, Corriere della Sera 6/3/2009

Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera – ma soprattutto ”finiano” di quelli veri – dice al Foglio: ”Se qualcuno volesse candidarsi immagino dovrebbe raccogliere le firme e poi farsi votare dall’assise. Ma qualsiasi candidatura che non sia quella di Berlusconi – aggiunge – appartiene alla fantapolitica”. Tuttavia, qualora l’impoderabile accadesse, quante firme sarebbero necessarie a candidarsi? ’Questo non lo so”, risponde Bocchino. Ed è vero, praticamente non lo sa nessuno.
Fonte: Salvatore Merlo, Il Foglio 17/03/2009

Sicchè, nel solito irrinunciabile, irrefrenabile, indefettibile effetto-domino della Rai, il finiano Mauro Mazza si sposterebbe alla direzione di Raiuno e al suo posto al Tg2 spunterebbe il giovane direttore del Mattino Mario Orfeo, sponsorizzato dalla coppia napoletanissima Bocchino/Carfagna.
Fonte: Francesco Specchia, Libero, 2/4/2009

Non è un caso che negli ultimi giorni sia uscito allo scoperto il vice-capogruppo del Pdl Italo Bocchino, finiano a lungo piuttosto silenzioso e ora di nuovo loquace e in sintonia con il capo, anche lui finito subito nel tritacarne di Feltri.
Fonte: Marco Damilano, l’Espresso 14/09/2009

Il ”sub-partito” An è rinato grazie all’opera dell’eroe di giornata della fazione finiana: Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl e che in cuor suo aspira a diventare coordinatore del Pdl, in quota Fini, al posto di Ignazio La Russa. Quarantadue anni, napoletano, allievo prediletto di Pinuccio Tatarella, Bocchino ha ideato l’operazione nella quale i colonnelli - partiti per isolare Fini - alla fine sono rimasti isolati loro.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 16/9/2009

Ma un caso politico destinato a lasciare il segno, la bocciatura della legge contro l´omofobia l´ha aperto anche nel Pdl. Infatti un gruppo di deputati, soprattutto vicini a Gianfranco Fini, ha votato con Pd e Idv contro la pregiudiziale dell´Udc. Sulla bocciatura della legge duro il giudizio della deputata Flavia Perina, molto vicina al presidente della Camera, che ha votato contro assieme al vicecapogruppo del Pdl Italo Bocchino: «L´affossamento della legge sull´omofobia rappresenta un grave passo indietro per il Parlamento e per il Paese».
Fonte: Gianluca Luzi, la Repubblica 14/10/09

Sarmi sempre in discussione nelle lotte fratricide tra le fazioni del centro destra, ma alla fine sempre confermato. Lo scelse per primo Berlusconi, e qui pesò anche il legame con Fini. Perché la battaglia ci fu, eccome. Quel posto spettava ad An. Si schierarono Maurizio Gasparri e Italo Bocchino a sostegno di Massimo Caputi; Ignazio La Russa e anche l’"esterno" Tremonti per Flavio Cattaneo; ebbe la meglio Fini.
Fonte: Roberto Mania, Affari&Finanza 19/10/2009

Il 25 settembre scorso alle ore 15 squillano dieci cellulari. Le utenze sono quelle di Giuseppe D’Avanzo (Repubblica), di due colleghi de Il Fatto, del sottoscritto e anche di una pattuglia mista di parlamentari: Italo Bocchino (PdL), Francesco Storace (La Destra), Daniele Capezzone (PdL), Bobo Craxi e un amico dello stesso Marrazzo che ha chiesto l’anonimato. Sui cellulari arriva un sms di un personaggio al centro di mille relazioni nel mondo della politica, dei media, come l’imprenditore Luigi Crespi, l’uomo dei sondaggi un tempo vicino al Cavaliere. Il messaggino seppur impreciso potrebbe rilevarsi una bomba atomica: ”Altra spolverata di fango - si legge -, pare stia per uscire un filmatino con Marrazzo che sniffa con due trans, ormai siamo nella fogna infognati”.
Fonte: Gianluigi Nuzzi, Libero, 31/10/2009

Al presidente della Camera manca invece una rappresentanza forte all’interno dell’ufficio di presidenza del Pdl, dove può contare solo su tre membri: il ministro Ronchi, il vicecapogruppo alla Camera Italo Bocchino e il deputato semplice Marco Martinelli (ex responsabile del tesseramento di An).
Fonte: Mariolina Sesto, Il Sole-24 Ore 19/11/2009;

Soprattutto Italo Bocchino per la prima volta ha dichiarato che la pattuglia finiana, di fatto, è mobilitata: «Chi sottovaluta Fini sbaglia, perché con i suoi numeri è determinante in Parlamento per la prosecuzione della legislatura». E ha aggiunto: «Noi non ipotizziamo nessuna rottura ma se ci fosse una rottura dipende poi su che cosa».
Fonte: Alessandro de Angelis, il Riformista 4/12/2009

Ecco che cosa dice una fonte autorevole di governo: «Mara sta giocando di sponda con Italo in questo nuovo casino di Generazione Italia». Italo è Bocchino, proconsole del presidente della Camera e inventore dell’ultima diavoleria finiana che ha fatto infuriare Berlusconi. Il napoletano Bocchino vanta un rapporto antico con la salernitana Mara, sfociato tempo fa addirittura in una smentita dell’esponente aennino a un settimanale di gossip su presunte voci di un flirt con l’ex valletta poi scesa in politica. Così oggi la coppia Carfagna-Bocchino è ritornata centrale. Non solo per le regionali, dove Mara è candidata in Campania nella lista del Pdl. I due, con la benedizione di Fini, hanno già ottenuto un risultato di rilievo con la nomina di Mario Orfeo, altro napoletano di rango, al Tg2.
Fonte: Fabrizio D’Esposito, Il Riformista 17/3/2010

E Italo Bocchino, il vicecapogruppo alla Camera braccio destro di Fini, che è stato visto fotografare con il cellulare (e presumibilmente spedire in giro con mms) le foto delle poltrone vuote di fronte a cui il Cavaliere, furente, aveva dovuto parlare. Certo, da questo a dire che Cosentino, in odio a Bocchino che ha silurato la sua candidatura alla Regione, intronando al suo posto l’esangue ex ministro Stefano Caldoro, possa arrivare a dare una mano al centrosinistra, ce ne corre.
Fonte: MARCELLO SORGI, La Stampa 22/3/2010, PAGINA 9

Ieri Italo Bocchino, un finiano doc, ha più o meno detto: «Non ci troverei nulla di strano ad avere un premier gay». Un premier leghista invece «è improbabile» perché «non può governare un intero Paese chi ne rappresenta solo una parte». […]Se poi le uscite di Bocchino hanno invece il sapore di indulgere a quel fighettismo di destra per cui le dichiarazioni si misurano solo sul politicamente corretto, beh allora la faccenda è molto più grave.
Fonte: Nicola Porro, il Giornale 14/4/2010, pagina 1

A proposito di Lega, dice Bocchino che un premier potrebbe essere gay ma non leghista. Una vera idiozia, per usare un termine scientifico. Dovrei commentare? Certo, non è una posizione politica? No, è una roba da matti. E questi sarebbero i fighetti? Ai tempi miei si chiamavano cretini. Dove è cresciuto questo, in oratorio? Voglio dire: nessuno ha detto nulla sui gay, se non in qualche oratorio. E non capisco perché Bocchino fa una sorta di classifica del negativo: prima c’è il gay, poi il leghista che sarebbe sinonimo di rozzezza. Questa sarebbe la destra illuminata. Ma che vadano all’asilo…
Fonte: Alessandro De Angelis, Il Riformista 14/4/2010

State per salpare verso una nuova avventura politica, onorevole Italo Bocchino? lo strappo annunciato? «Ci siamo limitati a porre alcune questioni politiche al premier. Attendiamo risposta e invochiamo discontinuità. Diversamente, daremo vita al gruppo del Pdl Italia, comunque in sostegno del governo e parte integrante di questa maggioranza». Ecco, chiedete discontinuità. Ma su cosa? «Primo: il Pdl pesa dentro la maggioranza in misura inversamente proporzionale ai voti che ha. L´esatto contrario della Lega. Secondo: abbiamo espresso una politica economico-sociale poco incisiva, soprattutto nel Mezzogiorno, ancora Cenerentola d´Italia benché lì siamo fortissimi. Terzo: al Nord la coalizione è nettamente a trazione leghista, con conseguente drenaggio di voti a beneficio del Carroccio. Detto ciò, è evidente che i problemi sono riconducibili molto al Pdl in quanto partito, per come si è organizzato e come si è mosso in questo anno». La famosa deriva «monarchica» di Berlusconi, dietro la vostra scelta? «Più che di deriva monarchica, parliamo di un partito in cui non si è mai riunita la direzione nazionale, in cui l´ufficio di presidenza viene convocato poco e spesso in modo informale, alla presenza di persone che non ne fanno parte. Un partito vero deve fare funzionare i suoi organismi, deve discutere al proprio interno, deve affrontare i problemi, sciogliere i nodi». Il presidente del Senato Schifani sostiene che quando una maggioranza si divide, non resta che il voto. State scatenando una crisi? «Ma quale crisi? Davvero irrituale questa dichiarazione della seconda carica dello Stato, proprio per il ruolo che ricopre. Gli ricordiamo che la Costituzione sancisce che in Italia si sciolgono le Camere su iniziativa del capo dello Stato e quando al governo viene a mancare la maggioranza. Ma, come ha ripetuto ieri Fini, noi mai faremo mancare un voto alla maggioranza». Mai su nulla? Allora che senso il nuovo gruppo autonomo? «Alt. Mai, su tutte le questioni che rientrano nel programma di governo». Giustizia? Sosterrete la riforma berlusconiana? E le intercettazioni? «Verificheremo quel che rientra nei programmi e quel che non vi rientra. In questo secondo caso, valuteremo caso per caso». Qualche altro esempio? «Nel programma c´è l´abolizione delle province? Bene. Abbiamo un impegno da rispettare con i nostri elettori, anche se la Lega nel frattempo ha cambiato idea. Così su altro». Quanto ha pesato il logoramento quotidiano della stampa berlusconiana contro Fini? «Il cecchinaggio quotidiano non ha alcun valore in sé, nella misura in cui i giornali sono liberi di scrivere quel che vogliono. Quello a cui abbiamo dato peso è stata la mancanza di rispetto, da parte dei giornali pagati dal premier, nei confronti del cofondatore del Pdl. Francamente inaccettabile». Onorevole Bocchino, ma quanti siete? A sentire i berlusconiani davvero poche decine. «Falso problema, quello dei numeri. Tipico di chi non vuole ragionare di politica. Se pure fosse il solo, il problema politico ci sarebbe tutto, ugualmente. Siamo il doppio rispetto a quanto sostengono. E la conta, se occorre, si farà».
Fonte: Carmelo Lopapa, la Repubblica, 16/4/2010

«Dimettiti, vattene», urla Lupi, vicepresidente della Camera, Pdl. «Smettila, è da fascisti, maestro di lottizzazione», gli spara contro Bocchino, vicepresidente dei deputati, sempre Pdl. La rissa in tv, andata in onda nel programma di Raidue "L´ultima parola", non è sfuggita nemmeno a Berlusconi. Che, parlandone furibondo nel pranzo di ieri con gli imprenditori al Salone del Mobile di Milano, è sbottato così: «Io quei due in televisione non ce li voglio più». Quei due sono i finiani Italo Bocchino e Adolfo Urso che, venerdì notte nella trasmissione di Gianluigi Paragone, reduci dalla tempestosa riunione dell´ufficio di presidenza del partito, se le sono date di santa ragione (verbalmente, anche perché erano in collegamento esterno) con i colleghi del Pdl ma berlusconiani Maurizio Lupi e Daniela Santanchè. Una bolgia di accuse e insulti, quasi prove tecniche di scissione in diretta tv. Si arrabbia Bocchino: «Lupi, voi che venite da Comunione e Liberazione siete maestri nella divisione dei posti, e vieni a fare la morale a me?». L´altro, livido: «Tu da questo momento non mi rappresenti più, lascia il tuo incarico al gruppo della Camera». Controreplica: «Bravo. Sei stato il primo per conto di Berlusconi a dirci che dobbiamo andare fuori dal partito».
Fonte: (u.r.), la Repubblica 18/4/2010

Quando poi arriva il testo [la mozione alla direzione nazionale del Pdl], i finiani vanno su tutte le furie: chiedono di votarlo per parti separate, ma la risposta del vertice del partito è negativa e allora decidono di votare contro. E infatti saranno in tredici ad esprimere voto contrario: Andrea Augello, Italo Bocchino, Roberta Angelilli, Carmelo Briguglio, Fabio Granata, Donato Lamorte, Silvano Moffa, Flavia Perina, Salvatore Tatarella, Adolfo Urso, Andrea Ronchi, Francesco Pontone e Pasquale Viespoli. Meno dei diciannove previsti. Con il sospetto che l’ex leader di An abbia perso qualche pezzo per strada.
Fonte: Gianluca Roselli, Libero 23/4/2010

Bocchino, Urso, Raisi, i finiani indicati dal premier alla pubblica riprovazione, rinunciano a prendere la parola.
Fonte: Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 23/04/2010

E se Italo Bocchino, fedele del presidente della Camera, arriva a dire che «Schifani è il capocorrente del Pdl in Sicilia», nel Pdl lealista scatta una difesa ad oltranza: «Chi lo critica confonde la stima e l’affetto che Schifani gode in Sicilia con un metodo di fare politica che non appartiene al presidente del Senato ma forse a chi lo attacca», afferma Carlo Vizzini (Pdl). Dino Martirano
Fonte: Dino Martirano, Corriere della Sera 23/04/2010

Chiunque può diventare il nostro eroe, da un giorno all’altro; perfino Bocchino.
Fonte: Francesco Piccolo, l’Unità 26/04/2010

[Intervista a Francesco Piccolo] Perché dobbiamo innamorarci di tutti e persino di uno come Bocchino che, beh, insomma, non ha esattamente il profilo politico di Fini?
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 27/04/2010

Per dire come passa veloce il tempo e quanto poco ci vuole a ribaltare tutto: «Portalo da Mazzoccolo!» disse il presidente Berlusconi prendendo da parte il vicepresidente (vicario) Bocchino e indicandogli con un certo sgomento il nuovo capogruppo alla Camera, Cicchitto, che a suo giudizio continuava a vestirsi molto male. Mazzuoccolo, in realtà, e non Mazzoccolo, è il sarto napoletano che veste i «chiattilli», cioè i fichetti di An, categoria nella quale certamente rientra l´onorevole Bocchino.
Fonte: FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 28/4/2010

 possibile che i Servizi segreti compiano attività di dossieraggio nei confronti di esponenti politici? l´interrogativo che il presidente del Copasir, Massimo D´Alema, ha formulato ieri al direttore dell´Aise, Adriano Santini, nel corso di un´audizione. Dopo le vicende del covo di via Nazionale dell´ex Sismi di cui il Copasir s´è occupato nei giorni scorsi per l´aspetto del segreto di Stato opposto dal governo, un nuovo dubbio sorge oggi dopo la denuncia del parlamentare del Pdl, Italo Bocchino, che dice di essere stato a lungo pedinato. Lo stesso deputato "finiano" è stato ascoltato nei giorni scorsi dal Comitato di controllo sui servizi confermando il sospetto di essere stato spiato da settori dell´intellligence. []Il perché del sospetto spionaggio a carico del deputato finiano non è dato sapere. Nel Comitato qualcuno ha avanzato il timore che sia in corso una faida all´interno dei servizi militari fra una componente che si rifà alla precedente gestione del generale Nicolò Pollari (alla quale, secondo questo teorema, sarebbe vicino Bocchino), e la successiva amministrazione. Quel che è certo è che il prefetto Gianni De Gennaro (capo del Dis, organismo di coordinamento delle due agenzie di informazioni Aisi e Aise), ha ordinato formalmente un´ispezione interna per fare luce su quanto accaduto - se accaduto - ai danni del deputato Pdl. D´Alema ha quindi invitato a verificare tutte le circostanze su cui sono sorti i dubbi precisando che Santini non ha nulla a che vedere con i dossieraggi sui politici anche perché guida l´Aise da poche settimane. Il generale dell´esercito ha rassicurato i dieci membri del Copasir. Le attività dell´Aise sul territorio nazionale, ha spiegato, si limitano ai compiti previsti dalla legge: intelligence economico-finanziaria, ricerca fonti e controproliferazione nucleare.
Fonte: Alberto Custodero, la Repubblica 30/04/2010

Se la «suocera» di Gianfranco Fini viene pagata dalla Rai un milione e mezzo di euro, la moglie di Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera che si è dimesso ieri, ne guadagna sei. E ne riceverà anche di più se un altro progetto andrà in porto. La consorte del finiano «rissoso», Gabriella Buontempo, è titolare di una società, la Goodtime Enterprise, che da tempo lavora per la Tv di Stato, producendo fiction, ramo d’oro dell’azienda. L’ultimo contratto ottenuto riguarda una serie in sei puntate intitolata La Narcotici, fiction d’azione che racconta le gesta di una squadra di polizia che lotta controla droga e la corruzione (regia di Michele Soavi, nel cast Ricky Memphis). La serie, attualmente in produzione, andrà in onda in autunno su Raidue. Budget, in linea con i costi della fiction per la seconda rete, circa sei milioni: un milione a puntata per sei puntate. Nel paniere della Goodtime ci sonoaltre serie come Il grande Torino, andata in onda nel 2005 con successo d’ascolti, Le ali e La stagione dei delitti. E per l’autunno, come abbiamo raccontato nei giorniscorsi, la moglie di Bocchino era in procinto di ottenere la realizzazione di un altro programma importante: uno show ideato da Baudo. A metà tra fiction e intrattenimento, doveva raccontare in quattro puntate di prima serata i grandi fatti della cronaca (dagli amori ai gialli) attraverso delle docufiction. Insomma, Baudo, per illustrare meglio le sue storie avrebbe usato dei filmati, un po’ come faceva Santoro. Quando il direttore di Raiuno Mauro Mazza ha visto il progetto di Pippo, lui (finianodoc) ha pensato di girare l’incarico alla Buontempo, che di fiction se ne intende. La società della moglie di Bocchino in un primo tempo aveva proposto un pacchetto chiavi in mano di tutto il programma, si dice a un costo, di mercato, di circa 800mila euro a serata: alla fine si era convenuto che sarebbe stato meglio produrre internamente lo show (visto che la Rai è assolutamente in grado di farlo) affidando alla Goodtime la realizzazione delle sole docufiction. Ora, dopo la bufera finiana, non si sa se questo progetto andrà in porto: in un primo tempo è stato spostato da settembre-ottobre a novembre-dicembre e ora chissà. Nel frattempo, il direttore di Raiuno Mazza è andato in vacanza in Sudafrica.
Fonte: Laura Rio, il Giornale 30/4/2010

[Intervista a Luca Barbareschi] Il finiano Amedeo Laboccetta ha detto a Franco Bechis che Fini è in preda a un «cupio dissolvi» da quando si è affidato a Italo Bocchino, che sta diventando «un soggetto politicamente pericoloso». Condivide? «Il mondo si divide in uomini che e hanno le palle e uomini che non le hanno. C’è chi condivide da anni quello che dice Fini, ma quando si tratta di metterci la faccia si tira indietro perché ha paura di perdere lo scranno. Mentre io sono uscito allo scoperto ancora prima di Fini, scontrandomi personalmente con Tremonti, Berlusconi e Romani e facendomi dare del rompicoglioni». Anche lei ritiene che Bocchino sia «un soggetto politicamente pericoloso»? «Non ho mai avuto grandi rapporti con lui. In questi due anni non ho avuto rapporti quasi solo con Fini».
Fonte: Barbara Romano, Libero 4/5/2010

Povero Italo Bocchino. Non solo l’ex vice presidente del Pdl alla Camera deve difendersi dagli attacchi alla consorte produttrice tv ma è sbeffeggiato a «La pupa e il secchione» (Italia 1, domenica, ore 21,30). A una concorrente, tale Francesca Cipriani, viene mostrata una foto dell’onorevole. Buio pesto. Allora Enrico Papi, già leggendario primatista della «tv deficiente», dà il meglio di sé e si esibisce in ammiccamenti, doppi sensi, imbeccate. La concorrente reagisce come sa («e dai, a quest’ora!») e prima di pronunciare la fatidica parola, cogliendo l’ultimo suggerimento («la targa di Bologna») se ne esce con questa definizione: «un bolognese sporcaccione».
Fonte: Aldo Grasso, Corriere della Sera 04/05/2010

Mara Carfagna intervistata da Giulia Cerasoli per "Chi- Parliamo invece del suo amico Italo Bocchino. Eravate amici e confidenti: dopo il suo exploit anti-premier avete litigato? Non rinnego un’amicizia. A volte ci si scontra e si hanno opinioni diverse: è normale. Ma non sono affatto d’accordo con Italo. Dopo la sua presa di posizione, siamo su due fronti opposti, lo dico chiaramente.
Fonte: Dagospia 5/5/2010

[La Russa intervistato da Buttafuoco, parla di Fini]. E con lui ci sono quelli che devono tutto a lui. Ma Italo Bocchino non deve tutto a lui, anzi è stato perfino osteggiato da Fini che lo aveva messo ultimo in lista sperando che non venisse eletto. vero. La famosa vicenda della Caffettiera di Roma, con me, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli accusati di congiura, altro non era che una riunione riservata per cercare una strategia in difesa di Italo. Fini a tutti i costi lo voleva umiliare. Sono contento che adesso abbia cambiato idea. Con la conseguenza di questi destini separati. Italo alza sempre l’asticella. Ottenuto un risultato, passa oltre.
Fonte: Pietrangelo Buttafuoco, Panorama 13/05/2010