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 2010  maggio 07 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”BOCCASSINI

Ilda”

Visti da Niccolò Ghedini: Ilda Boccassini, «molta passione. Mai serena. Nessuna attitudine ai rapporti con gli avvocati».

Fonte: Rocco Moliterni, ”La Stampa” 16/2/2004, pagina 28.

Processo Sme. Venerdì 12 novembre al Tribunale di Milano, il pm Ilda Boccassini ha chiesto otto anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, accusato di corruzione nel processo per la vendita della Sme. I difensori del presidente del Consiglio cominceranno a parlare il 3 dicembre.
Fonte: Quarantaquattresima settimana Dall’8 al 15 novembre 2004, frammento 98219

Mentre la Digos perquisiva la sede in via Mocucco della cooperativa ”Outsider” e sequestrava il computer in uso a Marcello Ghiringhelli, Ilda Boccassini, il magistrato che per due anni, nel più totale riserbo, ha condotto la complessa indagine sul Partito comunista politico militare che si richiama alla ”Seconda Posizione” delle Br, aveva già avvertito il giudice di sorveglianza del carcere di Bollate (da pochi mesi è la dottoressa Ceffa) che all’ergastolano Ghiringhelli doveva essere subito revocato il regime di semilibertà (articolo 21 dell’ordinamento penitenziario).
Fonte: Chiara Beria di Argentine, ”La Stampa” 14/2/2007

Partendo dalla Basilicata, Henry John Woodcock è il magistrato italiano finito più spesso nei giornali nazionali negli ultimi due anni. Il doppio di Ilda Boccassini, 8 volte più di Luigi De Magistris. Ad appena 40 anni, la sua biografia su Wikipedia è infinitamente più lunga di quella di Francesco Saverio Borrelli.
Fonte: Paolo Beltramin, Corriere della Sera 18/7/2007

[Clementina Forleo] Nutre infatti un affetto e una straordinaria considerazione per Ilda Boccassini.
Fonte: Dario Cresto-Dina, la Repubblica 26/7/2007

Non si è pentita il pm Ilda Boccassini che, distaccata da Milano a Caltanissetta per scoprire gli assassini di Falcone, interrogò il «pentito» Salvatore Cancemi e ne verbalizzò per prima la geniale «intuizione», che la Fininvest finanziava Cosa Nostra, e non per «proteggere» le antenne delle sue televisioni in Sicilia, come pure s’era detto, ma proprio per preparare le stragi.
Fonte: Lino Jannuzzi, Il Giornale 29 luglio 2007

[Edmondo Bruti Liberati] Quando fu tolta la scorta a Ilda Boccassini, il sostituto procuratore che nel 1993 fece arrestare i responsabili dell’omicidio di Giovanni Falcone e della sua scorta, ribadì che ”in Italia vengono uccisi più magistrati che in ogni altro paese occidentale: Cosa Nostra ha la memoria lunga”.
Fonte: Giacomo Galeazzi, ”La Stampa” 26/5/2001

Nonostante un certo disincanto, è stato proprio il ”vecchio” Colombo ad affiancare Ilda Boccassini nel’´ultimo - e più duro - impegno affrontato dal pool, l’indagine su Cesare Previti e Silvio Berlusconi per le tangenti che la Fininvest avrebbe distribuito tra i giudici romani.
Fonte: Annalisa Camorani, ”la Repubblica” 11/2/2005

[Pippa Bacca] A Milano, la denuncia per la sua scomparsa era arrivata sul tavolo del pubblico ministero Ilda Boccassini.
Fonte: Corriere della Sera 7 aprile 2008, Mario Porqueddu

[Nicoletta Gandus] Così come polemiche o giudizi affrettati, non le impedirono di sfilare, con il pm Ilda Boccassini e il giudice Oscar Magi, per le vie di Milano il 25 aprile del 2005 dedicato alla difesa della Costituzione.
Fonte: Luigi Ferrarella, Corriere della Sera 18/6/2008

Nel palazzo di giustizia di Milano, la classifica delle buste paga tra le toghe vip vede in testa Ilda Boccassini, all’epoca sostituto procuratore, con 176.446 euro, 30 mila in più di Gherardo Colombo, che nel 2005 era consigliere alla corte di Cassazione e portava a casa «» 146.756 euro.
Fonte: Matthias Pfaender Il Giornale 9/7/08

Tanto che già nel 1993 Ilda Boccassini, allora sostituto procuratore di Caltanissetta, drizza le antenne e si scontra con Genchi, che all’epoca è il tecnico del pool investigativo sulla strage di Capaci e vuole allargare l’indagine ai contatti telefonici privati e alle carte di credito di Giovanni Falcone. O me o lui, dice «Ilda la rossa». E la spunta.
Fonte: Mario Sechi, Panorama, 5 febbraio 2009

[Su Falcone] Il giudice Ilda Boccassini urlerà la sua rabbia rivolgendosi ai colleghi nell’aula magna del Tribunale di Milano: «Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali».
Fonte: http://www.addiopizzocatania.org/public/cmsms/index.php?page=giovanni-falcone

da Roma il procuratore nazionale Grasso ha fatto una proposta: applicare all’inchiesta [su via D’Amelio] Ilda Boccassini, pubblico ministero appena nominato pro-curatore aggiunto di Milano, che già lavorò a Caltanissetta dal ”92 al ”94, all’indomani delle stragi. E che, prima di lasciare quella città, manifestò forti dubbi sull’attendibilità del pentito Scarantino, la cui versione dei fatti venne invece presa per buona da altri magistrati e oggi è smentita dalle dichiarazioni di Spatuzza. Nella sua lettera Grasso ricorda la «esperienza diretta» acquisita dalla Boccassini in materia, e la sua specifica competenza sulle dinamiche mafiose. Ma da Caltanissetta hanno contrapposto l’inopportunità di un simile passo, giacché alla Boccassini è stata recapitata una convocazione in veste di testimone: vogliono interrogarla sulle ragioni dei dubbi espressi su Scarantino 15 anni fa e al pari di altri inquirenti dell’epoca sulle modalità delle indagini svolte allora. Un primo appuntamento è saltato per impegni di lavoro del pm milanese, un altro è stato fissato per i prossimi giorni. Al di là delle esigenze processuali la convocazione della Boccassini, quasi contestuale alla proposta di applicazione, fa intendere che la Procura di Caltanissetta ritiene di poter andare avanti nell’indagine senza il soccorso di un magistrato di indubbia e riconosciuta professionalità, che concluse con successo il primo procedimento sulla strage di Capaci.
Fonte: Giovanni Bianconi, Corriere della sera 1/6/2009

C’è un risarcimento di 150 mila euro dietro la sentenza bresciana che a maggio ha prosciolto Cesare Previti dall’accusa di calunnia. Un’assoluzione che ora è definitiva anche grazie a quel rimborso versato dall’ex ministro di Forza Italia a favore del pm Ilda Boccassini, dell’ex magistrato Gherardo Colombo e del maresciallo Daniele Spello.
Fonte: L’Espresso, 25 giugno 2009

Quando finì il periodo di applicazione, la Boccassini lasciò agli atti una relazione, firmata anche dal collega Roberto Saieva, che suscitava perplessità sull’attendibilità di Scarantino. In particolare, la discrepanza sul furto della «126»: Scarantino aveva detto di averla rubata su indicazione di Salvatore Candura (arrestato), poi aveva affermato che era stato lui a commissionare il furto all’altro. Ma oggi Gaspare Spatuzza taglia la testa al toro: l’auto l’ho rubata io, Scarantino e Candura hanno mentito.
Fonte: Francesco La Licata per "La Stampa", rilanciato in dagopia, 14.7.9

Sulla stessa vicenda sarebbero state avviate altre inchieste dalle procure di Milano e Firenze, legate alle stragi del 1993. Titolari di una di questa indagine sono il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, e il sostituto di Firenze Giuseppe Nicolosi che hanno già interrogato più volte il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.
Fonte: Nino Luca, corriere.it, 17 luglio 2009

Boccassini Ilda. Magistrato a Milano, nel ”92 - davanti allo scempio compiuto su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, suoi grandi amici - chiese e ottenne l’applicazione alla Procura di Caltanissetta, titolare delle indagini su Capaci e via D’Amelio. Dopo due anni di lavoro lasciò l’incarico con qualche frizione originata da divergenza di vedute con alcuni dei colleghi-investigatori. Esistono agli atti due relazioni scritte, nel 1994, da Ilda Boccassini che testimoniano una certa diffidenza del magistrato nei confronti di alcuni pentiti. I dubbi principali riguardavano le rivelazioni dei collaboratori Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura. I non idilliaci rapporti della Boccassini coi colleghi sono evidenti nella relazione al procuratore Tinebra e all’aggiunto Giordano del 10 ottobre. Ilda Boccassini dopo avere appreso che sarà «il collega Tescaroli a sostenere l’accusa in dibattimento», dichiara di aver offerto la propria disponibilità a «fornire al più giovane collega ogni assistenza nello studio degli atti». Ma «il collega Tescaroli non ha però ritenuto di dover attingere alla mia conoscenza degli atti». E, quindi, la stoccata sul pentito che non le piace: «...non sono stata interpellata sugli indirizzi investigativi da seguire in conseguenza delle sorprendenti dichiarazioni recentemente rese da Scarantino Vincenzo - ufficialmente assunte a verbale nei primi giorni dello scorso settembre - né sono stata avvisata del compimento di atti istruttori di decisiva importanza». Più avanti, sempre su Scarantino, giudicherà «le suddette dichiarazioni, scarsamente credibili sulla base di argomenti logici». Argomenti, questi, tornati all’attualità con le rivelazioni di Gaspare Spatuzza, uomo di punta dei fratelli Graviano, capi del mandamento di Brancaccio.
Fonte: Francesco La Licata, La stampa 10/8/2009

Comencini racconta che, tra le spinte che l’hanno portata a girare Lo spazio bianco, c’è pure un incontro di vari anni fa con il magistrato Ilda Boccassini: «Mi avevano colpito certi suoi racconti, la scelta di impegnarsi nel lavoro, dover partire anche quando si hanno figli a casa, un problema che riguarda tante di noi».
Fonte: Fulvia Caprara, La Stampa, 09/09/09

Ma il vero, imperscrutabile buco nero è l’inchiesta che - nel segreto quasi totale - Ilda Boccassini ha riaperto sulle stragi mafiose del 1993. Il nuovo filone d’inchiesta, scaturito dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, è stato suddiviso tra le Procure di Palermo, Firenze, Roma e Milano. E per sé, la dottoressa Boccassini ha chiesto e ottenuto di tenere il fascicolo sui rapporti tra i mandanti mafiosi e il «terzo livello», quello dei loro presunti contatti nel mondo della politica.

Fonte: Luca Fazzo, il Giornale 8/10/2009

Da parte di una certa sinistra – compresa quella schifosa che strumentalizza Falcone – per il resto ricordo due solo forme di autocritica. Una – se vogliamo considerarla di sinistra – fu di Ilda Boccassini, che ebbe la forza di urlare nella aula magna del Tribunale di Milano, rivolta ai colleghi di Magistratura democratica: «Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali».
Fonte: Filippo Facci, http://www.macchianera.net/2009/12/01/capaci-di-tutto/