The Economist, 29 aprile 2010 (Traduzione mia), 29 aprile 2010
RIDISEGNARE LA MAPPA
La mappa dell’Europa è superata e illogica. Ecco come dovrebbe esssere.
(The Economist, 29 aprile 2010)
Le persone che trovano fastidioso il loro vicino possono cambiare quartiere, ma le nazioni non possono fare lo stesso. Ma supponiamo che possano. La riorganizzazione della mappa europea renderebbe a tutti la vita più logica e amichevole.
Il Regno Unito, che dopo queste elezioni dovrà confrontarsi con i suoi malmessi conti pubblici, dovrebbe andare più vicino a quelle nazioni del sud che vivono la stessa situazione. Potrebbe essere trascinata in una nuova posizione vicino alle Azzorre. (Se il viaggio sarà troppo turbolento, potrebbe essere una buona idea separare in isole più piccole la Scozia e il Galles).
Al posto del Regno Unito si dovrebbe mettere la Polonia, che ha sofferto abbastanza il suo trovarsi tra la Russia e la Germania e si merita la possibilità di godersi i tonificanti verdi del Nord Atlantico e la sicurezza dell’acqua di mare tra sé e i suoi potenziali invasori.
Le incomprensibili polemiche in fiammingo-francese del Belgio (che hanno appena fatto cadere un governo) profumano del peggio dell’Europa centrale, soprattutto del pensiero nonsense della Slovacchia sulla sua minoranza di lingua ungherese. Così il Belgio dovrebbe scambiarsi il posto con la Repubblica Ceca. Gli apatici, ben organizzati cechi si troverebbero a meraviglia coi loro vicini olandesi, e viceversa.
La Bielorussia, attualmente bloccata e in cerca di via di fuga dal pollice della Russia, beneficerebbe molto dalla vicinanza con la regione del Nord, la cui influenza ha giocato un grande ruolo nell’aiutare i Paesi Baltici ad abbandonare l’egemonia sovietica. Quindi dovrebbe muoversi verso Nord, per prendere il posto di Estonia, Lituani e Lettonia. Questi tre Paesi dovrebbero spostarsi in un posto nuovo vicino all’Irlanda. Come l’isola irlandese, hanno inghiottito il boccone della ”svalutazione interna”, riguadagnando competitività attraverso i tagli agli stipendi e ai prezzi invece di scegliere l’opzione facile di svalutare la moneta o prendere prestiti incauti come ha fatto la Grecia. I Paesi Baltici saranno anche contenti di essere più lontani dalla Russia e più vicini all’America. E tra le altre mosse, Kaliningrad potrebbe attraversare la costa e attaccarsi alla Russia, mettendo fine al suo status anomalo di enclave della seconda guerra mondiale e togliendo ogni possibilità di futuri danni russi al traffico dei treni.
Nei posti lasciati liberi da Polonia e Bielorussia dovrebbero andare le aree occidentali e centrali dell’Ucraina. La Germania, con il confine ucraino a soli 100 chilometri da Berlino, inizierebbe così a prendere sul serio l’integrazione europea di Kiev. Lo spostamento dell’Ucraina permetterebbe alla Russia di muoversi più a occidente e verso Sud, lasciando libera così la Siberia per i cinesi, che tanto prima o poi la prenderanno lo stesso.
Dopo viene una riorganizzazione dei Balcani. La Macedonia, l’Albania e il Kosovo dovrebbero ruotare, con la Macedonia che prenderebbe il posto del Kosovo a fianco della Serbia, il Kosovo che si sposterebbe nel posto oggi occupato dall’Albania sulla costa, e l’Albania che rientrerebbe nell’entroterra. Le fantasie paranoiche dei greci sulle pretese territoriali a Nord da parte degli irredentisti evaporerebbero. La Bosnia è troppo fragile per spostarsi, quindi dovrà restare dov’è.
La Svizzera e la Svezia spesso vegono confuse l’una con l’altra. Quindi avrebbe senso spostare la Svizzera a Nord, dove potrebbe inserirsi comodamente tra le nazioni scandinave. La sua neutralità sarebbe bene accolta da finlandesi e svedesi, mentre la Norvegia sarebbe contenta di avere un’altra nazione non Ue come vicina di casa.
La Germania può restare dov’è. Stessa cosa per la Francia. Mentre l’Austria potrebbe slittare verso ovest al posto della svizzera, facendo spazio perché Slovenia e Croazia possano andare verso Nord. Entrambe potrebbero unirsi all’Italia in una nuova alleanza regionale (idealmente sarebbe comandata da un Doge, da Venezia). Il resto dell’Italia, da Roma in giù, si separerebbe e andrebbe a unirsi alla Sicilia per formare una nuova nazione, ufficialmente chiamata ”Regno delle Due Sicilie” (ma soprannominata Bordello). Potrebbe formare un’unione monetaria con la Grecia, e nessun altro.