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 2010  maggio 05 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CALVESI

MAURIZIO"

"Nel’99 inviammo a Madrid dei Caravaggio chiedendo in prestito dei Goya e Velazquez di pari valori: sono arrivati quadri minori! Nell’ambito degli accordi Italia-Giappone stanno partendo per Tokyo numerose tele del Rinascimento, spogliando i musei italiani" : questa la denuncia di Maurizio Calvesi, che lamenta, insieme ad altri sudiosi e critici d’arte, un crescente fenomeno di prestiti di opere d’arte italiane senza aver una contropartita dai musei stranieri. (Pierluigi Panza su Corriere della Sera del 24/05/01)

è giunta al termine la carriera dei successori dei grandi maestri della storia dell´arte, studiosi di straordinario valore come Mina Gregori, Paola Barocchi o Maurizio Calvesi. In generale non hanno lasciato eredi di grido. (Paolo Vagheggi, la Repubblica 6/12/2007)

Proprio attorno a quegli anni, dopo il "la" di Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi, con Le due avanguardie, cominciò ad arare con coraggio e solerzia questa stagione e i suoi maggiori campioni: tutti gli dobbiamo gratitudine: nel tempo ebbe comprimari fino al ”71 quando si tenne alla Galleria Nazionale d´Arte Moderna, la prima grande monografica a cura di Giorgio De Marchis. (La Repubblica 14 aprile 2008, Cesare De Seta).

Tuttavia, se c’è un artista del nostro tempo che può essere equiparato a Caravaggio è proprio Bacon, come rileva Maurizio Calvesi, che appare tra gli autori del ca­talogo. (Lauretta Colonnelli, Corriere della sera 1/10/2009).

Il Comitato è presieduto da Maurizio Calvesi ed è stato proprio lui, in una riunione prelimina­re, ricorda la Gregori, «a suggerire di finanziare analisi di laboratorio. Io ero scettica, ma mi so­no convinta». (Pierluigi Panza, Corriere della Sera, 30/10/09)

Per di più, nel 2008 sul Corriere della Sera lo storico dell’arte Maurizio Calvesi ha rilevato un’impressionante somiglianza tra il Proemio del Papiro e un testo del grande geografo tedesco ottocentesco Karl Ritter. (Maurizio Stefanini, Il Foglio 6/1/2010)