Frammenti, 4 maggio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”CALABRESE
Omar”
2010
• Giornali. Gazzetta chiese una mano ad alcuni professori delle università di Siena e di Urbino, e alla fine di un lungo periodo di osservazione i consigli di Stefano Magistretti, Patrizia Violi e Omar Calabrese aiutarono i giornalisti a trovare un modo per contenere la perdita di copie. ”Suggerimmo – racconta oggi Omar Calabrese – di puntare tutto su commenti, opinioni, spigolature, storie, inchieste e di iniziare a rendere inseparabili i fatti dalle opinioni. Risultato? Oggi i giornali sportivi sono ancora i quotidiani più venduti d’Italia”.
Fonte: Claudio Cerasa, Il Foglio 16/04/2010
2008
• Figli di Papà. Omar Calabrese, docente di semiotica all’università di Siena: «Questa è una stagione in cui, al ragionamento politico, prevale il buon senso di massa. E perciò l’idea che il potere possa essere usato non per ottenere il bene comune, ma solo il bene dei figli, può certamente deformare gravemente l’immagine di qualsiasi politico».
A proposito dell’ingaggio di Pellegrino Mastella, figlio di Clemente, come consulente del ministero dello Sviluppo.
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 29/12/2008, pagina 13.
• Sicurezza. «Se in un paese si spegne la luce di un bar, viene meno la sicurezza» (Omar Calabrese)
Fonte: Paolo Massobrio, ’Abbenirei 21/11/2008
• Catalogo dei viventi. Perché tre (3) righe per il semiologo Omar Calabrese e ventisei righe per Pietro Calabrese, direttore di giornali? Accademia contro giornalismo. Ma il Catalogo, a dispetto del titolo, non è un elenco e nemmeno una piccola enciclopedia. Il criterio con cui i viventi sono stati scelti è la «notevolezza » (neologismo di Dell’Arti) [...] C’è chi si chiede perché, alla voce «Calabrese», il semiologo Omar sia sbrigato in sole tre righe mentre il giornalista Pietro ne totalizza ventisei, ma Dell’Arti ribadisce il criterio generale adottato, appunto «l’ambizione di essere onnicomprensivo», resistendo così all’idea della «graduatoria di valore».
Fonte: Michele Anselmi Per Il Giornale 13/11/2008
• VOLLI Ugo Come leggere il telegiornale (con Omar Calabrese, Laterza 1976), Il telegiornale - istruzioni per l’uso (con Omar Calabrese, Laterza 1995)
Fonte: Sch. N. 159995
2006
• Palio di Siena. Il semiologo Omar Calabrese, ex assessore alla cultura del comune toscano [sul Palio di Siena]: «Le cifre delle scommesse sul Palio sono enfatizzate, non credo che ci siano eserciti di scommettitori pronti a puntare sulle contrade vincenti. Un dirigente dei Lloyd’s di Londra mi diceva che era impossibile calcolare il rischio, fissare quote logiche e legate all’alea del Palio. In una corsa in cui ci sono i patti segreti tra contrade e fantini, in cui i criteri tecnici valgono poco, è impossibile decidere favoriti e outsider».
Fonte: P. D. B., ”Corriere della Sera” 10/8/2006;
2004
• Prodi. Un simpatizzante di Prodi, come il semiologo Omar Calabrese, definisce così il suo stile comunicativo: «Vizi come una qualche goffagine, un forte accento emiliano, la tendenza a mangiare le parole e ad abbassare la voce, una povertà lessicale tipica dell’economista impolitico, il riserbo, il modo di vestire normale e vagamente trasandato, una gestualità non spontanea e imbarazzata».
Fonte: Luigi Manconi Vanity Fair, 14/10/2004
2002
• Sanremo/1. A Sanremo non succede quasi niente, stare nel backstage è proprio noioso. «E forse negli anni è leggermente peggiorato: ricordo la prima volta che andai, le urla dei ragazzini per Boy George. L’anno scorso nessuno s’è filato Russell Crowe, Anastacia, Eminem; l’unico momento di brivido per Cristina del Grande Fratello» (Omar Calabrese, 2002).
• Sanremo/2. Profezie autoavverantesi. «Anche nel migliore dei casi, nel Sanremo più riuscito e fortunato, alla fine in questo paese canterino rimangono sempre in oltre trenta milioni che il Festival non lo guardano per niente» (Antonio Dipollina, 2002). «Il successo di Sanremo è la cosiddetta profezia che si autoavvera: si dice che è un evento televisivo imbattibile, così nessuna rete si organizza seriamente per contrastare questo primato, e il pubblico si sparpaglia sulle varie offerte» (Omar Calabrese, 2002).
Fonte: Paola Zanuttini, Il Venerdì 01/03/2002; Il Venerdî 1/3/2002
1999
• Abbronzatura. Il semiologo Omar Calabrese: "Un po’ di tintarella sui corpi dei politici credo che non urti più la sensibilità delle masse. L’importante è che non sia troppa. Esagerata. Innaturale. Lo ha capito bene, per esempio, Silvio Berlusconi. Prima, sia in estate che in inverno, era gonfio di creme, spennellato di scuro, bruciato in maniera caraibica dalle nebbie di Arcore. Adesso sembra essersi dato una regolata".
Fonte: Mario Ajello su Il Messaggero del 7/9/99.