Jacopo Giliberto, Il Sole-24 Ore 30/4/2010;, 30 aprile 2010
ITALIANI FAVOREVOLI ALLE NUOVE CENTRALI
Sul fronte dell’energia nucleare il consenso è diviso. Non a caso il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha ripetuto più volte che dovrà fare ricorso alla sua opera di convincimento. Agli italiani il nucleare non dispiace, meglio se però la centrale non è vicino a casa. Ancora meglio se sta oltre le Alpi.
L’istituto di ricerca Ispo guidato da Renato Mannheimer ha provato a sondare il parere degli italiani e, con una rilevazione secondo la metodologia Cati su un campione di 800 persone, ha visto che il 44% delle persone pensa che l’Italia dovrebbe dotarsi di centrali atomiche e a un 16% aggiuntivo piace comunque l’idea di rifornirsi di corrente "nucleare" dagli altri paesi vicini, come la Francia. A parte gli indecisi, solamente al 33% degli intervistati l’energia nucleare ripugna talmente da non volere nemmeno l’acquisto dei chilowattora prodotti dalle centrali atomiche estere. Elaborando l’indice sintetico di gradimento, è favorevole il 63% degli intervistati.
Il sondaggio è stato condotto pochi mesi fa dall’istituto di Mannheimer nell’ambito delle attività per promuovere il nuovo Osservatorio energia dell’Ispo e sarà presentato nei dettagli durante l’edizione 2010 del Festival dell’energia che si terrà a Lecce dal 20 al 23 maggio. Il festival (dedicato all’energia "spiegata") è promosso dall’Aris di Milano e prevede una cinquantina di appuntamenti tra convegni, eventi e incontri.
Con questa rilevazione, l’Ispo ha scoperto che sono più a favore della tecnologia nucleare i giovani tra i 18 e i 24 anni (79%) e gli anziani (69%), chi ha la licenza media (66%) e soprattutto il diploma delle superiori (67%), gli studenti (75%) e chi vive nel Nord-Ovest (70%). I consensi minori all’energia dall’atomo si riscontrano tra gli adulti e le persone di mezz’età; per titolo di studio, tra i laureati; per attività, tra disoccupati, casalinghe, imprenditori e liberi professionisti; per zone, tra gli abitanti del Triveneto.
«A me pare che venga fuori un’attenzione interessante al nucleare», commenta Mannheimer. «La gente ne parla forte, senza timori, e abbiamo riscontrato un livello di accettazione che corrisponde più o meno a metà della popolazione». Secondo Mannheimer, «non ci sono grandi variazioni rispetto anche alle altre rilevazioni. Resta sempre quel terzo di persone contrarie perfino a comprare l’energia atomica prodotta all’estero ma quandosi propongono i grandi temi (come il fatto che il ricorso al nucleare permetterebbe di abbassare i costi o che le centrali di oggi sono più sicure) più della metà della popolazione non ha dubbi».