Elena Cipriani, LiberoNews 30/4/2010, 30 aprile 2010
SE IL PROFUMO ARTE
Chiudi gli occhi e annusa: a cosa pensi? Alla torta di mele della nonna, alla salsedine sulla pelle d’estate, al vecchio gelsomino che si arrampica sul muro, al talco che mettevi a tuo figlio appena nato, all’incenso di quel viaggio in India . «Separo le cose, annuso i tessuti che furono speranze. Ricamo piccoli sacchetti, li riempio, li nutro di essenze: incenso di Somalia, aranzio amaro del Brasile, foglie di viola ed altri incantesimi», scrive sul suo diario la maitre parfumeur Maria Candida Gentile. Ecco cos’è il profumo: evocazione . Status symbol, voglia di sedurre? Forse, anche. Ma il gesto di profumarsi è così antico, e anche così intimo che moda e marketing c’entrano poco. E se scegliere ogni mattina l’essenza giusta è un piccolo gesto d’arte, immaginatevi quando dev’essere artistico crearli, quei profumi.
La profumeria artigianale e artistica c’è e c’è sempre stata. La novità è che un settore da sempre considerato di nicchia sta vivendo uno slancio fino a poco tempo fa inimmaginabile sviluppando, solo in Italia, 120 milioni di euro di fatturato. La seconda edizione di Esxence The Scent of Excellence, a Milano, si è chiusa registrando un aumento del 54% dei marchi presenti e un un afflusso di 4.036 visitatori contro i poco meno di 2.500 dello scorso anno. Le materie prime sono preziosissime, il packaging spesso altrettanto. Ogni profumo è una creazione unica, e questo ha un costo (circa dai 70 ai 500 euro). Non solo: anche la distribuzione non passa sempre attraverso i canali tradizionali. Eppure, e nonostante la crisi, queste essenze stanno conquistando sempre più pubblico. Appassionati, esperti o amatori che siano, coloro che scelgono un profumo artistico non si fanno scoraggiare né dal prezzo - anche perché di queste essenze basta davvero una goccia - né dalla vastità dell’offerta: scegliere è il momento migliore, ma anche - perché no? - cambiare idea.
Si chiama "naso", il creatore di profumi, ed è un po’ artista un po’ alchimista. «Basta un milligrammo, basta un soffio, per cambiare completamente un profumo - parola di Enrico Buccella, creatore di profumi per Sigilli -. Io sono per la profumeria artistica assoluta, che ha alla sua base una materia prima di qualità. Io cerco la riproduzione olfattiva, per esempio dei profumi dell’infanzia, cerco la rievocazione storica, ho una vera passione per la cultura del profumo». Tradizione sì, ma anche innovazione: l’ultima sua creatura, la linea "Cerchi nell’acqua", nasce dall’osservazione della realtà così com’è oggi, della vita sempre più frenetica. «Ho pensato a un’emanazione rotonda, un’energia odorosa che delicatamente si espande, perché credo che la piramide olfattiva non si adatti più ai nostri tempi. Oggi tutti hanno fretta, non danno tempo al profumo di esprimersi. Oggi ci si innamora o si ripudia un’essenza soltanto per una nota di testa. Si decide "mi piace" o "non mi piace" nell’arco di cinque minuti, davanti al banco della profumeria». Nascono così profumi - quasi tutte rigorosamente unisex - come "Piccolo amor", a base di patchouly, vaniglia e muschi, oppure "Ambr’erò", in cui la potenza orientale e quasi erotica è alleggerita da note fiorite, "Jolie", sentore di latte e zucchero, "White out", l’odore del freddo e del bianco, "Waves", onde in cui si incontrano pepe, cannella, ambra e sandalo.
A volte capita che la sfida a inventare un profumo nuovo sia lanciata a più "nasi", per stimolarne la creatività in una "gara tra virtuosi". Succede per Laboratorio Olfattivo, «Abbiamo chiesto di sviluppare un tema a più creatori di profumo, poi abbiamo scelto quelli che ci piacevano di più» dicono. Il più amato dalle patite? Cozumel, del naso Marie Duchêne, ispirato a un viaggio in Messico: sole, erbe aromatiche mischiate all’odore della pelle maschile. Un risultato né caldo né freddo nato per l’uomo, ma irresistibile per moltissime donne. Il più "difficile"? Daimiris, del naso Pierre Guillaume, un vero e proprio esperimento olfgattivo: sinuoso «Come lo sguardo di un uomo sul corpo di una donna», dicono al Laboratorio. Anche un colosso della profumeria quale Calé si lascia affascinare da questo mondo, con Fragranze d’Autore, le cui essenze portano nomi evocativi come "Ozio", "Allegro con Brio", "Assolo", "Dolce Riso" «Sono istantanee, momenti della vita, ricordi, emozioni». E cosa emoziona più di un viaggio, di un luogo del cuore? Nascono così i "Profumi di Pantelleria", fragranze come "Dammuso", "Approdo" o "Maestrale"capaci di ricreare un’atmosfera tra sentori di zibibbo, cedro e bergamotto.
ancora l’amore e il profumo di un luogo ad aver ispirato i creatori di Acqua di Stresa. Fortemente voluta dai suoi due creatori, Giovanni Castelli e Andrea Patrucco - è innanzitutto un sogno divenuto realtà. «Il volo degli uccelli all’imbrunire, il cielo che trascolora, lo spleen della fine dell’estate - raccontano -. un prodotto di nicchia , basato sulla ricchezza di un territorio meraviglioso come quello del Lago Maggiore, che ci dona un albero come l’osmanthus fragrans, molto celebrato nel’800 da poeti e scrittori, che fiorisce in ottobre, chiudendo la stagione dei fiori». A questa fragranza si è ora aggiunta ora Fiori di Stresa, un bouquet incentrato su un altro fiore letterario e simbolo del Lago Maggiore: la camelia. Un profumo, un luogo: a volte le due immagini sono così vicine da essere quasi coincidenti. il caso delle essenze create e prodotte dalla farmacie storiche, come la Farmacia Santa Maria Novella di Firenze, ritenuta la più antica d’Europa - che rievoca i tempi in cui si commerciava con l’India e la Cina attraverso i profumi "Ottone" e "Porcellana" - o la Farmacia SS Annunziata, sempre a Firenze, nata nel 1561 «Il nostro segreto? - dicono - Siamo votati alla semplicità e alla qualità». Se vi sembra poco...