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 2010  maggio 02 Domenica calendario

APPUNTI SU ELUANA ENGLARO


STATO VEGETATIVO PERSISTENTE quello di Eluana: in questo caso le cellule celebrali sono vive e mandano segnali elettrici evidenziati in modo chiaro dall’elettroencefalogramma. Il paziente può respirare in modo autonomo, «mantiene una vitalità circolatoria, respiratoria e metabolica e un controllo sulle cosiddette funzioni vegetative (esempio temperatura corporea, pressione arteriosa, diuresi etc...)». I riflessi dei nervi cranici e i riflessi respiratori sono mantenuti; le funzioni celebrali «mantengono una certa vitalità, sebbene ridotta» (il Giornale 7/2).



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Marcello Veneziani/1: «Al posto del padre, se fossi davvero convinto della giustezza di staccare la spina, lo avrei fatto io, assumendomi tutte le responsabilità, senza scaricarle su medici e ospedali, senza dare in pasto mia figlia a questa gogna mediatica, a questo referendum permanente tra cliniche, politica e mass media, facendola diventare testimonial di una campagna radicale e promozionale in favore dell’eutanasia».

Veneziani/2: «Del resto i miracoli avvengono: il caso Crisafulli, dato anche lui per spacciato e poi risorto, insegna. Crisafulli sentiva tutto mentre i medici erano convinti che non avesse più possibilità».

Veneziani/3: «Mi limito a ricordare che da noi il Concordato tra Stato e Chiesa non lo fecero i democristiani e nemmeno i cattolici liberali ma l’hanno fatto due laici che venivano dal socialismo più spretato: Mussolini e Craxi. Berlusconi non viene dal socialismo ma dalla tettocrazia, da un incrocio di carni, soldi, tette e antenne (Libero 7/2).

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Michele Brambilla/1: «Lo strano ruolo giocato dal curatore speciale che avrebbe dovuto essere una «controparte» del tutore, cioè di Beppino Englaro, e invece l’ha assecondato in tutto e per tutto».

Barambilla/2: «[Il governo] è intervenuto con grande coraggio. Per una volta, si sono prese decisioni dettate da un’esclusiva ragione ideale, condivisibile o no che sia; si è sfidata l’impopolarità, non si è tenuto conto dei sondaggi, si è accettato il rischio di compromettere i rapporti con il Quirinale».

Brambilla/3: «’ un vegetale”, dicono, ma non è vero, perché nel mondo di oggi per un albero da abbattere c’è più rispetto, e perché quando Eluana Englaro morirà si dirà che è morta una persona, non una pianta» (il Giornale 7/2).

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Enzo Jannacci: «Non staccherei mai una spina e mai sospenderei l’alimentazione a un paziente: interrompere una vita è allucinanete e bestiale... Se si trattasse di mio figlio, basterebbe un solo battito di ciglia a farmelo sentire vivo» (Corriere della Sera 6/2).


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Zev Rotstein, direttore sanitario dell’ospedale Sheba di Tel Hashomer, la struttura dove - dal gennaio 2006 - si trova in coma vegetativo Ariel Sharon: «Noi come medici non possiamo fare nulla, non possiamo chiudere il tubo, non siamo Dio» (Rolla Scolari, il Giornale 7/2).


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Giordano Bruno Guerri: «Lo stesso governo che ha tentato di salvare Eluana ha varato una legge per cui i medici potranno denunciare i clandestini bisognosi di cure. Condannandoli così alla malattia e alla morte, o alla cura casalinga di stregoni che accresceranno le loro piaghe. E c’è da credere che il presidente della Repubblica firmerà quella legge» (il Giornale 7/2).


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La stanza di Eluana si trova a piano terra, nel nucleo più antico della casa di cura La Quiete di Udine, dietro la porta numero 11, in un angolo che accoglie anche una seconda stanza e un bagno (Grazia Maria Mottola, Corriere della Sera 5/2).

I medici dicono che ci vogliono almeno otto, nove giorni prima che il suo cuore si fermi: «Anche se dopo quattro giorni i danni causati dalla disitratazione saranno tale da rendere probabilmente inutile anche un’eventuale riattivazione del sondino» (Il Messaggero 7/2)


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DA IL MESSAGGERO 7/2
Il cardinal Martino: «L’articolo 32 che tutela la salute come diritto fondamentale della persona umana, è un articolo chiaramente a sostegno della vita, non della morte. Quindi come la mettiamo con questo articolo?».

Don Paolo Farinella, prete di Genova: «Dice il Vangelo che l’uomo vive prima del sabato. Non mi pongo il problema del conflitto tra le mie opinioni, gli orientamenti del Vaticano e i principi della morale cattolica. Nella guerra dei principi ci sono solo morti. Le persone sono diverse l’una dall’altra, ogni vita è diversa e i principi bisogna calarli nella realtà. Io vedo una donna che è morta perché la vita deve essere umana per essere vissuta, quella di Eluana non lo è più. E vedo un caso di accanimento terapeutico: se non ci fossero state le macchine, non sarebbe sopravvissuta per 17 anni.


Tra i 1.100 firmataridel documento «Lasciamo che Eluana riposi in pace», promosso dal movimento cattolico ”Noi siamo Chiesa”, anche una trentina di preti.


Vittorio Bellavite, portavoce di ”Noi siamo Chiesa”: «Partendo da motivazioni cristiano evangeliche, riteniamo che non si possa costringere una donna a vivere in queste condizioni».


Don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco: «La natura non va manipolata, non si può anticipare l’alba di due ore perché si ha paura del buio. L’equilibrio naturale tra nascita e morte va rispettato, senza nessuna forma di accanimento, altrimenti la natura si vendica. Non si deve interrompere un’agonia anche lenta e dolorosa per motivi "ecologici" prima ancora che di fede. Per esperienza dico che Eluana non è ancora entrata nell’ombra della morte, è in quel momento che i malati terminali si lasciano morire, mai prima. E lei ancora non si è lasciata morire».

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DA IL MESSAGGERO 7/2
Presidente Capotosti (giurista, presidente emerito della Corte Costituzionale), che dice di questo decreto che non piace a Napolitano, a Fini, al Pd e ai laici?
«Penso l’esatto contrario. Il decreto è condivisibile nell’impostazione: ha un contenuto per così dire anticipativo della futura legge organica che regolerà la materia sulla disciplina della fine della vita. Questa ragione anticipatrice è la ragione per cui si ricorre al decreto legge. In realtà siamo in presenza di una situazione altamente drammatica, c’è una persona in pericolo di vita e prima che la legge venga approvata dal Parlamento esiste un principio precauzionale per la tutela della vita. Insomma, di mantenere in vita il soggetto in attesa della legge che disciplini queste situazioni».

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Il capo della Stato aveva indicato la strada del pacato confronto in Parlamento per arrivare ad una legge condivisa. Il decreto sembra ad personam.
« molto giusto sostenere che occorra una legge per disciplinare l’intera mateira. Però mi chiedo: se, per ipotesi, la futura legge stabilisse che nei casi simili a quello di Eluana, in cui il paziente sopravvive solo con i supporti nutrizionali, non dovrà esserci il distacco del sondino, allora tra due o tre mesi ci ritroveremmo con una legge che impedisce a Eluana di morire ma lei sarebbe già morta.

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Intanto è in corso un bello scontro istituzionale.
«In realtà il presidente della Repubblica ha il potere di emanazione dei decreti legge, nel quale è ricompresa una funzione di controllo dei profili costituzionali del provvedimento, anche se non è una cosa espressamente prevista dalla carta costituzionale. Il problema principale è che si tratti di un caso ad personam. Ma oggi come oggi non si può escludere che vi siano altri casi come quello di Eluana. Nel decreto, per altro, non c’è alcun riferimento diretto a Eluana. Così il caso ad personam sfuma».

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L’altra contestazione riguarda il fatto che il decreto cancelli delle sentenze già emesse dalla magistratura.
«Delle pronunce amanate l’unica rilevante effettivamente mi sembra essere il decreto della Corte d’Appello di Milano in cui si autorizza il padre-tutore a procedere al distacco del sondino, senza coinvolgere strutture pubbliche e medici, per evitare che possano subire conseguenze penalmente rilevanti. I medici e le strutture del serviziono sanitario nazionale dovrebbero essere lasciati fuori, anche perché nei loro confronti non opererebbe nessuna scriminante ed anche per impedire che si creino ingiustificate disparità tra regione e regione nel trattamento di questi pazienti, come attualmente sta avvenendo: la Lombardia non è disponibile, il Friuli Venezia Giulia sì. Trattamenti così importanti devono essere eseguiti in condizioni di massima uguaglianza» (Claudio Rizza, Il Messaggero 7/2).



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ABSTRACT/1
IL COMA VEGETATIVO DI TERRI SCHIAVO Aveva 27 anni quando ebbe l’arresto cardiaco che le bloccò la portata di ossigeno al cervello per diversi minuti. Malgrado le irreversibili lesioni cerebrali rimase in grado di respirare e il suo cuore riprese a battere con regolarità. La vista era offuscata, ma riusciva a distinguere il movimento delle proprie mani, ed era tenuta in vita tramite l’alimentazione forzata. Il caso guadagnò la tribuna nazionale nel 1998, quando il marito chiese la sospensione dell’alimentazione. L’ordine fu eseguito nell’aprile del 2001, ma, dopo tre giorni fu sospeso da un ordine giudiziario che chiedeva il reinserimento della cannula. Due anni dopo una nuova sentenza del tribunale portò a una seconda rimozione del nutrimento forzato. Terri restò per sei giorni priva di acqua e di cibo prima che il parlamento della Florida approvasse una legge ”ad hoc”, la ”Terri Schiavo” che affidava la prerogativa di agire al governatore dello Stato. Jebb Bush ordinò la ripresa dell’alimentazione, e la corte suprema dello stato immediatamente invalidò la legge. L’ultima rimozione, il 18 marzo del 2005. Il 31 dello stesso mese Terri spirò in ospedale (Flavio Pompetti, Il Messaggero 7/2).


ABSTRACT/2
LO SCENARIO DEL VOTO ANTICIPATO «Non possiamo farci commissariare. Non lo consentirò. Gli elettori hanno scelto me come capo del governo. E sono disposto ad andare in fondo se mi viene impedito di esercitare i miei poteri». Sì, «se la questione dei poteri non sarà chiarita, sono pronto a tornare davanti ai cittadini». Per chiedere una nuova Costituzione e mettere in conto un «nuovo governo». Chi sta accanto a Berlusconi, sa che non si tratta di uno scenario improvvisato, di una voce fuggita: questo Parlamento non ha in agenda l’elezione del futuro Capo dello Stato. Il successore di Napolitano sarà espressione della maggioranza del prossimo Parlamento. E Berlusconi potrebbe risolvere a suo favore questo nodo, e conquistasse di nuovo la maggioranza, avrebbe la strada spianata per il Quirinale (Claudio Sardo, Il Messaggero 7/2).


ABSTRACT/3
Presidi e sit-in davanti a palazzo Chigi per protestare «contro il sequestro del corpo di Eluana», contro «l’invadenza del Vaticano», contro «il golpe della democrazia». Tra le bandiere Radicali, associazione Luca Coscioni, Prc, Sd, Pdci, Cgil, Pd (poche). Altre iniziative a sostegno del presidente della Repiubblica: a Milano presidio di Libertà e giustizia (con Umberto Eco e Sandra Bonsanti) sabato davanti al palazzo di giustizia, concentramento «silenzioso e senza bandiere» sabato in piazza San Babila, a Torino presidio dell’associazione Adelaide Aglietta. Mobilitazioni davanti alle prefetture organizzate da Prc e Pdci (Giacomo Russo Spena, Il Manifesto 7/2/2009).