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 2010  maggio 01 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BIONDILLO, GIANNI"


MCBAIN Ed. Scrittore […]. Strapremiato, amato assai anche dagli scrittori italiani (almeno quattro dichiarati: Giancarlo De Cataldo, Gianni Biondillo, Tullio Avoledo, Wu Ming), […].

Scheda Parrini su MCBAIN Ed.

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[…] La matematica del gol, che esce oggi da Fandango (libro + dvd, pp. 184, e20), un’antologia di 16 racconti di cui fanno parte, tra gli altri, Gianni Biondillo, Marco Lodoli, Edoardo Nesi, Francesco Piccolo, Andrea Scanzi, Sandro Veronesi e Walter Veltroni […].

Walter Veltroni, La Stampa 23/2/2007

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[…] Gianni Biondillo, architetto-scrittore «forzato» per divertimento, autore di saggi come il recente Metropoli per principianti e romanzi noir (pubblicati da Guanda. L’ultimo è Il giovane sbirro). Si aggira per Mantova con una borsa di «Città e territorio», tenutosi in maggio a Ferrara, e un collarino di «Pordenoneleggere». Deve andare a Arezzo, poi a Como per «Parolario». E’ stato a quasi tutti i festival, non solo italiani. «Ormai, quando non mi invitano, ci resto male. Anzi, lancio un appello a Gavoi e Ravenna: mancate solo voi, chiamatemi».
Ricorda il primato gastronomico di Cuneo e il folle divertimento della «Semana negra», in Spagna. Mantova gli piace. «So che cosa trovo ai festival: il mondo dei lettori. Che sono belle persone, gradevoli, pulite: ti danno la sensazione di un Paese più civile». Biondillo è un entusiasta. Anche un po’ egoista, magari? «Lo ammetto, molti di noi diventano "autori" passando per i festival, come del resto accade per Internet. Qui in più c’è il contatto fisico.
Forse il fenomeno è saturo, forse la «bolla» finirà per scoppiare e molte manifestazioni cadranno». Nell’attesa, perché fasciarsi la testa? «I festival servono agli scrittori. Sul piano umano, dico». Non al pubblico? «Quel che ti serve degli scrittori è già nei libri. Non so esattamente che cosa vuole un lettore, quando va al festival. So quelche ci trovo io». Le basta? «Eccome. Senza contare che si torna poi a casa con marmellate e gadget. Le mie bambine ne sono entusiaste».

Mario Baudino, La Stampa 8/9/2008, pagina 33

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«M’avessero chiesto, bozze alla mano: diventerà un successo? Avrei risposto: non so, è un mistero. Non si spiega mai il mistero dei best seller e questo è il bello. Lui ha messo insieme elementi che altrove non hanno funzionato. Ha giocato, forse era soltanto il momento giusto per farlo» [Gianni Biondillo di Uomini che odiano le donne di STIEG LARSSON].

Gioia 15/11/2008 - FOGLIO DEI FOGLI 12 GENNAIO 2009.

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[…] A Milano, Gianni Biondillo, architetto, ha recentemente scritto che in Italia è più facile farsi pubblicare un libro che veder realizzato un progetto. Infatti lui pubblica parecchio, però non ha appeso al chiodo il tavolo da disegno […].

Paolo Bianchi, il Giornale 21/1/2009

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[…] Gianni Biondillo sognava una versione italiana di Le umiliazioni non finiscono mai, Raul Montanari lo dissuase: «I nostri scrittori si prendono troppo sul serio». […].

Mariarosa Mancuso, Panorama 23/7/2009

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«Milano, per la classe dirigente meneghina, per la sua borghesia sempre più asfittica e bizantina, continua a finire alla cerchia dei Navigli». La frase, scritta da Gianni Biondillo nel libro Tangenziali, ha il difetto di essere stata pubblicata nel 2010, quando l’identificazione tra borghesia milanese e classe dirigente appare superata. Non c’è bisogno di tirare in ballo la borghesia, se mai parliamo di quelli che l’hanno sostituita. Comunque sia, in quella frase c’è del vero. La morte di uno straniero (che però era anche italiano) in via Padova ci racconta una storia pilatesca che ci piacerebbe non sentire più.
Anch’io, come Biondillo, che con un amico (Michele Monina) se n’è andato a piedi per le tangenziali milanesi, sono abituato ad andarci, nei posti, prima di parlare. […].

Luca Doninelli, il Giornale 24/2/2010, pagina 35