http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=8309, 30 aprile 2010
Un persona molto vicina al Ministro dei Beni culturali alla quale avevamo chiesto che ci spiegasse come mai Sandro Bondi, pur manifestando un così evidente disinteresse per le proprie funzioni di ministro, mantenesse tale incarico anziché quello per lui preminente di consigliere politico di Berlusconi e dunque non cedesse tale poltrona a qualche successore più operativo, dopo avere osservato come tutto sommato un apatico possa risultare meno «pericoloso» di un iperattivo, ci ha spiegato che Bondi non lascerà la funzione di ministro finché non avrà realizzato il grande sogno al quale sta dedicando ogni sua attività personale
Un persona molto vicina al Ministro dei Beni culturali alla quale avevamo chiesto che ci spiegasse come mai Sandro Bondi, pur manifestando un così evidente disinteresse per le proprie funzioni di ministro, mantenesse tale incarico anziché quello per lui preminente di consigliere politico di Berlusconi e dunque non cedesse tale poltrona a qualche successore più operativo, dopo avere osservato come tutto sommato un apatico possa risultare meno «pericoloso» di un iperattivo, ci ha spiegato che Bondi non lascerà la funzione di ministro finché non avrà realizzato il grande sogno al quale sta dedicando ogni sua attività personale. Bondi ha infatti confidato ad alcuni intimi che, essendo indiscutibilmente Berlusconi uno degli uomini più rilevanti della storia d’Italia, lo statista che si occupa delle sorti del Paese da 16 anni e che ha goduto del consenso del più alto numero di italiani rispetto a qualsiasi altro capo di Stato di ogni tempo, antichi Romani inclusi, egli considera come proprio massimo dovere in quanto Ministro della Cultura nazionale quello di dedicare un museo a Berlusconi e al berlusconismo: «Nessuno, ha mai influito tanto sulla storia d’Italia e sugli italiani. L’Italia gli deve almeno questo e tocca a me darglielo». L’idea, ha confidato, gli era venuta mentre visitava la sala della Balla nel Castello Sforzesco di Milano inizialmente individuata come sede del museo (o, in alternativa, la Villa Reale di Monza). Ma, superando il lombardismo, ha deciso che il museo deve essere nella capitale, a Roma, e, dopo una prima ipotesi per il Vittoriano (che avrebbe ribattezzato il «Berlusconiano»), ha optato per un edificio del nostro tempo, il MaXXI di Zaha Hadid («In Italia chi c’è più MaXXI di Silvio?», ha detto) e per prima cosa ha deciso di nominare Sgarbi Soprintendente agli acquisti. Intende chiamarlo «Museo Berlusconi dell’Italia della libertà» (ma non ha ancora scartato l’idea di chiamarlo «Museo del genio italico») e ha previsto che sia composto di diverse sale, ciascuna delle quali dedicata a un’impresa o a una virtù peculiare del Cavaliere. Per ciascuna sala lui stesso, Bondi, sta già scrivendo un’ode o cantico, l’insieme dei quali costituirà un poema che intitolerà «Berlusconeide» o «Silvieide» e che farà stampare dall’Electa appartenente alla Mondadori appartenente a Berlusconi. Una grande sezione del Museo dovrebbe essere dedicata all’«amore di Berlusconi per gli italiani e per le italiane», un’altra alla sua devozione per l’«ideale della giustizia vera», un’altra ancora alla «centralità della casa nel pensiero berlusconico» con i modelli in scala tipo Gardaland di tutte le dimore di sua proprietà oltre a quelle delle sue grandiose realizzazioni palazzinare come Milano 2, 3 eccetera. Una sala riguarderà le sue doti musicali, la sua vocazione teatrale e le sue performance nello spettacolo (per consentire nuove esibizioni, il Museo sarà dotato di un apposito auditorium), una sezione speciale è riservata a Fininvest e alle televisioni da lui create, un’altra alla sua passione per lo sport e alle imprese della sua squadra personale, il Milan (per la quale il Ministro vuole aggregare come dépendance del Museo anche lo Stadio dei Marmi al Foro Italico, sostituendo alle sculture mussoliniane quelle dei principali campioni, come Beckham, Kakà, Gattuso: «Faremo delle gare e dei festival che chiameremo Berlusconiadi»), un’altra ancora agli amici ciascuno dei quali rappresenterebbe con una statua di cera a grandezza naturale (Craxi, Dell’Utri, Previti, Putin, Bush, Gheddafi eccetera). «Sarà il museo più visitato d’Italia, dice, anche Resca è d’accordo. Tutti gli italiani vorranno vederlo, tutti i favorevoli, ma anche tutti i nemici, i comunisti. Non possiamo impedirlo, ma almeno sborseranno il biglietto». L’idea più grandiosa riguarda l’enorme hall del Museo dove un grande acquario rappresenterà il Mediterraneo sormontato da un ponte che riproduce il progetto del ponte di Messina sul quale transiteranno i visitatori per accedere alle sale. Dentro l’acquario innumerevoli pesci, ciascuno con il nome di un illustre italiano contemporaneo della politica, dello sport e dello spettacolo. Sul bordo dell’acquario un’enorme statua alta dieci metri, già commissionata allo scultore inglese Ron Mueck, raffigurerà Berlusconi nudo seduto sulla battigia come il pensatore di Rodin, ma non pensoso bensì sorridente con una reticella in mano intento a pescare nell’acquario. Alle sue spalle a Bondi piacerebbe raffigurare se stesso come cantore, una specie di Omero con una cetra in mano (le corde emetteranno le note dell’inno di Forza Italia), circondato da numerose danzatrici vestite di veli ispirate alla «Primavera» di Botticelli, in ciascuna delle quali verrà ritratta una delle donne della sua vita (sua di Berlusconi), meno una con le sembianze dell’onorevole Manuela Repetti, compagna amatissima del ministro. Nelle intenzioni di Bondi il pescatore, un’immagine d’ispirazione cristologica, corrisponde alla volontà di identificare Berlusconi come «il grande pescatore di uomini (e donne)» del nostro tempo. Bondi avrebbe voluto che ogni sala venisse offerta da una Regione italiana, ma ha rinunciato non essendo certo di un’adesione unanime e pensa di rivolgersi alla signora Marcegaglia e ai principali banchieri affinché ogni sala sia il dono o di una grande industria o di una grande banca italiana. Frattini chiederà ai Paesi amici di sponsorizzare una sala intestata a ciascuno come i padiglioni della Biennale (Libia eccetera). Bertolaso è il responsabile del cronogramma: in calibrato anticipo sulle elezioni politiche, il MaXXI museo Berlusconi aprirà il primo aprile 2013. Fonte: Il Giornale dell’Arte numero 297, aprile 2010 Redazioneonline- Sta