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 2010  aprile 30 Venerdì calendario

«Orfani» con i genitori e figli della nuova Russia - Per quanto possa sembrare strano, nella Russia di oggi so­no registrati come orfani ”uf­ficiali” più bambini che durante la Seconda guerra mondiale: attual­mente sono 697

«Orfani» con i genitori e figli della nuova Russia - Per quanto possa sembrare strano, nella Russia di oggi so­no registrati come orfani ”uf­ficiali” più bambini che durante la Seconda guerra mondiale: attual­mente sono 697.000 e allora, quando infuriava la distruzione, ne­gli anni ”40, erano 678.000. Ma due terzi degli attuali «orfani» sono in realtà «orfani sociali», vale a dire i loro genitori sono ancora vivi. Lo ha dichiarato alla Duma Elena Mizuli­na, presidente della commissione parla­mentare per la fa­miglia, le donne e i bambini. Come si spiega que­sto paradosso? Due anni fa il Parlamen­to approvò una leg­ge sull’assistenza a­gli orfani, e da allo­ra «di quasi due vol­te è aumentato il numero delle resti­tuzioni di orfani dal­le famiglie adottive agli orfanotrofi». «Gli esperti – ha det­to Mizulina – ritengono che ciò rap­presenti uno schiaffo umanitario contro i bambini: prima i loro geni­tori biologici li hanno rifiutati, e poi anche quelli adottivi». Secondo la deputata, negli ultimi due anni so­no stati restituiti agli orfanotrofi cir­ca 30.000 bambini adottati. Questa situazione si è creata perché nessuno si prende cura dei genitori adottivi, non offre loro varie forme di assistenza, afferma Elena Mizuli­na. Inoltre, a suo parere, le tenden­ze negative sono in gran parte pro­vocate dalla «commercializzazione stessa del processo di adozione de­gli orfani». «Molti – afferma la deputata – adot­tano dei figli per ottenere beni ma­teriali che poi in realtà non arriva­no, per cui i genitori adottivi si ve­dono incentivati a restituire i bam­bini, senza preoccuparsi dei danni psicologici che infliggono loro». Una situazione dovuta al degrado sociale delle grandi città come Mo­sca e San Pietroburgo, dove molta gente, nelle periferie, ma non solo, vive ancora nelle ”khrushchoby” (le ”baracche di Khrusciov”), i caser­moni costruiti in fretta negli anni ”60 del secolo scorso, oggi spesso fati­scenti o insufficientemente restau­rati, a fronte dei nuovi condomini che sorgono in città o nei dintorni più attraenti (come la Rubljovka a Mosca per i ”New Russians” e gli o­ligarchi). Una tale situazione ri­guardante l’abuso nel settore delle adozioni, si intreccia con dati anco­ra più drammatici che vengono de­nunciati, ma con scarso successo, da vari esponenti del mondo politi­co e dell’assistenza umanitaria. Sono stati citati i dati forniti nei gior­ni scorsi alla radio Ekho Moskvy dal commissario per i diritti dell’infanzia Pavel Astakhov, il quale ha richiama­to cifre che in sé non sono nuove, ma vengono per vari motivi quasi ignora­te dai responsabili. Astakhov ha ricor­dato che nell’ultimo anno ben 100.000 e più bambini sono stati vittime di vio­lenze da parte di a­dulti. «Noi – ha det­to il commissario – ogni anno per­diamo circa 2.000 bambini che ven­gono uccisi (spesso in episodi lega­ti alla criminalità organizzata, ndr) e circa 6.000 che vengono adottati fuori dalla Russia». Astakhov ha pro­posto che nel Paese venga riorga­nizzato e umanizzato il sistema di mantenimento e istruzione negli in­ternati per i bambini che hanno pro­blemi sociali in famiglia. «Gli internati – ha lamentato il com­missario – sono una forma di istitu­to molto chiusa, bisogna riorganiz­zarli, trasformarli in case-famiglia per bambini, costruite secondo il principio delle piccole famiglie. La riorganizzazione degli internati – ha aggiunto – è un nostro dovere per i bambini che vivono sotto la prote­zione dello Stato». E poi c’è il problema dei bambini che scappano di casa e semplice­mente scompaiono. «Spariscono e non si trovano più – ammette A­stakhov. E ogni anno il loro numero aumenta. Sommando i casi degli ul­timi anni arriviamo a circa 600 mi­nori spariti nel nulla. Non dobbia­mo dire che sono pochi: è una cifra enorme».