Monica Ceci, Gioia 30/04/2010, 30 aprile 2010
VITA STRAORDINARIA DI UN VENDITORE DI ASPIRAPOLVERE
Dopo il terzo podio consecutivo, a Davide Simeoni hanno preso l’impronta del dito indice, per fargli un calco celebrativo nel wall of fame dei venditori. Segno inequivocabile che le vie per entrare nella storia sono molte di più di quelle che ci avevano detto da piccoli.
Davide Simeoni, per esempio, è partito da Scorzè in provincia di Venezia e in 16 anni di carriera come agente Vorwerk Folletto ha venduto 17.072 aspirapolvere porta a porta (dato aggiornato al 31 marzo 2010), vincendo una a una le resistenze di massaie diffidenti, casalinghe annoiate, suocere sospettose, promesse spose sull’orlo del sì. Nel 2007 (anno del record) ne ha piazzati in media sei al giorno, per un totale di 2068. Nel 2008 e nel 2009 è rimasto il migliore d’Italia, pur calando un po’ nelle cifre.
In chiave aziendale, fatte le debite proporzioni, il polpastrello del suo indice è come il piede sinistro di Maradona: gli serve infatti per suonare campanelli, la prima di una calibrata sequenza di mosse vincenti. Dopo, bisogna ottenere che la signora si affacci alla finestra, convincerla ad aprire il cancello, indi la porta, dribblare il cane, salire due gradini di scale, poi un altro, posare un piede oltre la soglia, poi il secondo, mettere a fuoco in un istante il tappeto più vicino, la piastrella più indifesa, dove si svolgerà al momento opportuno il rito pagano della Dimostrazione. Passato con destrezza il Folletto sulla superficie prescelta, apparentemente pulitissima, il dannato attrezzo ne estrarrà comunque acari e sudiciume assortito in quantità tale da fare arrossire la padrona di casa. Da lì in poi, per un bravo venditore è tutta discesa.
Il superagente lavora in un territorio abbastanza ristretto: le province di Treviso e Venezia, d’estate le montagne del Bellunese. Il metodo è uguale dovunque: i venditori a gruppi di dieci battono per un mese una zona di qualche migliaio di famiglie, ogni giorno un quartiere. Fanno base in un bar alle 9 di mattina, poi si dividono le strade assegnate per ”acquisire”, cioè prendere appuntamenti per il pomeriggio, dalla prima all’ultima casa. All’una si mangia insieme in trattoria, senza bere vino. Alle due si ricomincia: dimostrazioni per chi ha seminato bene in mattinata, altre acquisizioni per i pigri e i pivelli. Un buon agente standard punta ogni giorno a cinque appuntamenti, tre dimostrazioni, una vendita. I fuoriclasse ne fanno di più semplicemente perché sono già in giro alle otto e mezzo di mattina, prima che la gente esca a lavorare, e vanno dai clienti fino alle otto di sera.
Considerata la geometrica potenza dell’organizzazione, sarebbe straordinaria l’esistenza anche di un solo monolocale privo di Folletto in tutto il Veneto, ma Davide Simeoni assicura di no: «La zona non è mai satura», dice. «C’è sempre una casa che ti sei dimenticato, un appartamento con un nuovo inquilino». una delle frasi-mantra che gli agenti ripetono continuamente. L’altra è «La crisi è solo nella nostra testa». In effetti, Folletto dichiara un aumento di fatturato del 6,5 per cento nel 2009, mentre il mercato degli aspirapolvere nel suo complesso ha ceduto il 7.
Quando Gioia l’ha incontrato, alto, abbronzato e ben vestito nella piazza di Noventa di Piave, il recordman aveva appena rifilato due scope elettriche con lucidatrice a una coppia madre-figlia che l’aveva convocato con l’intenzione di comprarne una sola. Quale misteriosa alchimia governa le sue relazioni con l’universo domestico delle femmine? «Eh bisogna stare accorti», dice Davide Simeoni. «Mai fare complimenti alle giovani, se non sulla casa. Che bel tappeto signora, si vede che lei alla pulizia ci tiene. Con le anziane è diverso, si possono fare le battute, anche salutarle con un bacino sulla guancia».
Il fantasma del marito insegue sempre l’agente Folletto: se non è a casa, difficilmente la moglie decide da sola una spesa importante. Se c’è, bisogna fare attenzione a non risvegliare i suoi istinti territoriali. Eventualmente, dopo c’è l’assistenza: il venditore lascia il numero di cellulare e la cliente può chiamarlo se alla consegna qualcosa non funziona.
Obiettivamente, per fare funzionare un Folletto non è necessario fare molto di più che collegare un cavo e infilare la spina nel muro, nei casi estremi leggere il libretto delle istruzioni, ma le signore telefonano lo stesso. «Diciamo che quando uno non è sposato, se vuole, questo è un mestiere che gli permette...». Per ogni evenienza, Davide Simeoni è sposatissimo: da 15 anni, con Stefania, che segue a tempo pieno i due figli e taglia i capelli in casa a tutta la famiglia.
Per quanti Folletti tu venda, ce n’è qualcuno che ti resta nel cuore. «Il primo», dice Simeoni, «quando ancora non sapevo neanche montare bene gli accessori». Quelli piazzati a Cortina d’Ampezzo il giorno di Ferragosto, per fare il record e un po’ per puntiglio personale. Quello venduto al proprietario della concorrente DeLonghi, un pezzo di bravura, modestia a parte. Il Folletto acquistato dalla mamma di Alessandro Del Piero, la quale rimase così contenta che poi mandò Davide dalla sua parrucchiera, dalla nipote e da tre o quattro amiche.
I riconoscimenti dell’azienda non si contano: targhe, medaglie e anche premi veri; viaggi all’estero, un orologio Rolex e perfino un’Alfa spider, che è stata giudiziosamente venduta dopo un paio di mesi, «perché a noi non serviva e io i soldi non li ho mai buttati via». Ma non è per questo che sul palco dell’ultima premiazione gli occhi di Davide Simeoni luccicavano in quel modo imbarazzante, così riconoscibile nelle foto pubblicate sul giornale aziendale. «Mio padre ci manteneva tutti con il suo stipendio da operaio Montedison. Mi ricordo che cosa vuol dire non avere niente. Sono stato in fabbrica otto mesi anch’io ma non resistevo, allora ho fatto il cameriere, ma lavoravo fino alle due di notte e nella mia vita non cambiava niente. Quando ho iniziato a vendere, mio padre non era contento: vivere di provvigioni, suonare i campanelli e farsi cacciare via, insistere per convincere la gente. Adesso, molti amici che andavano in fabbrica hanno perso il lavoro, io invece ho comprato casa e anche due appartamentini in paese».
Così, sorriso stampato in faccia e gomma da masticare in tasca - pronto intervento in caso di alitosi - Davide Simeoni ha espugnato le Venezie. Un po’ come Berlusconi l’Italia, ma questa è un’altra storia.