Anna Meldolesi, Il Riformista 29/4/2010, 29 aprile 2010
AGRICOLTURA BIOTECH. IL FUTURO APPESO A UN LANCIO DI SEMI OGM
La ”prima semina” Ogm in Italia potrebbe essere vicinissima. La tabella di marcia prevede una conferenza stampa oggi e un atto dimostrativo domani, presumibilmente in provincia di Pordenone. Le parti in causa sono in fermento: Monsanto si schiera contro qualsiasi iniziativa illegale, gli ambientalisti preparano le contromosse, i maiscoltori pro-Ogm si dividono sulla strategia da seguire. Dal ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, però, arriva un invito alla calma e al dialogo: «Credo che la questione degli Ogm meriti, da parte di tutti, un supplemento di attenzione. Per questo chiedo a chi in queste ore sta meditando di risolvere la questione con azioni dimostrative di sospendere ogni iniziativa che travalichi i confini della legalità, anche perché troverà in me un interlocutore libero da pregiudizi».
Al centro dei riflettori c’è Giorgio Fidenato, il maiscoltore che è già balzato agli onori della cronaca per la sfida lanciata contro il sostituto d’imposta e ora si appresta a compiere un altro gesto eclatante. Il suo ultimo videomessaggio sul sito del Movimento libertario parla di disobbedienza civile citando Gandhi: «Le idee sono come perle false di una collana se non vengono applicate». Come dire che dalle parole bisogna passare ai fatti, anche nella battaglia per gli Ogm, che per una parte piccola ma non irrilevante del Paese stanno diventando un simbolo di libertà. Cosa succederà adesso è difficile dirlo. Molti si augurano che l’agricoltore ribelle raccolga l’invito di Galan evitando «inutili fughe in avanti» che ostacolerebbero la ricerca di una soluzione. Per la linea morbida si è già schierato Silvano Dalla Libera, l’agricoltore che si è visto dare ragione dal Consiglio di Stato prima di essere fermato da un decreto di Zaia. Futuragra ha infatti preso le distanze da eventuali azioni dimostrative e intende proseguire la sua battaglia in sede giudiziaria e istituzionale.
Se invece oggi la semina sarà confermata, è probabile che si tratterà di una piccola irriverente manciata di semi. Un gesto talmente simbolico da far apparire kafkiano il can-can in via di preparazione. Con Francesco Ferrante (Pd) che dice: «Intervenga Maroni» e Coldiretti che si appella al prefetto. Chi parla di rischi fa propaganda: il mais in questione è regolarmente autorizzato per la coltivazione dall’Ue, già coltivato in Europa da diversi Paesi fra cui la Spagna, già seminato in via sperimentale nel Nord Italia prima del 2000, tuttora utilizzato dal nostro settore zootecnico. I danni paventati appartengono alla categoria della fantascienza, i benefici invece sono tangibili: il mais Bt aiuta a ridurre l’uso di pesticidi e le contaminazioni con tossine cancerogene di origine fungina. Ma la grana politica resta e Galan può ringraziare il suo predecessore per il cadeau. Luca Zaia infatti ha aspettato il novantesimo minuto per emanare il suo decreto e non ha nemmeno risolto il problema, perché si tratta di un provvedimento ad personam: respinge la richiesta di semina di Silvano Dalla Libera, ma non si rivolge agli altri agricoltori che hanno presentato analoghe richieste al ministero (tra cui Fidenato). Ora il calendario delle semine è agli sgoccioli ma se non vogliono mettere in difficoltà il ministro più aperto dell’ultimo decennio, i maiscoltori dovranno dare a Galan il tempo di mettere mano al problema, anche se questo dovesse significare rimandare la semina Ogm al prossimo anno. L’Italia non è l’unico Paese al mondo in cui una classe politica recalcitrante si trova messa all’angolo da agricoltori decisi a provare i nuovi semi. Ma finora era successo solo in alcuni Paesi in via di sviluppo, dove le varietà transgeniche di soia (Brasile) e cotone (India) erano merci proibite da procurarsi di contrabbando, finché i governi non sono stati costretti a sanare la diffusa illegalità concedendo tardive autorizzazioni. In confronto da noi dovrebbe essere tutto più facile, perché il mais Bt è una varietà regolarmente autorizzata e gli agricoltori agiscono alla luce del sole. Galan dice di tenere in grande considerazione la ricerca scientifica e le sue aperture hanno già riscosso il plauso degli scienziati del coordinamento di Sagri. Se nessuno perderà la testa fra oggi e domani, dunque, i maiscoltori pro-Ogm e il ministero potrebbero cogliere l’occasione per guardare a ciò che li unisce anziché a ciò che li divide, preparando insieme alla comunità scientifica il rilancio della ricerca in campo, in attesa che la giustizia amministrativa decida le sorti del decreto.