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 2010  aprile 29 Giovedì calendario

RISCHIO TRADING AI LIVELLI DEL CRACK LEHMAN

La "Grande Finanza" di Wall Street si è rimessa a correre. E non da ieri. Ma quello slancio, ben visibile nelle ultime due tornate di conti trimestrali delle grandi banche d’affari, assomiglia sempre più a una passeggiata sul filo del rasoio. Certo gli utili sono tornati e copiosi, ma con loro anche il rischio è aumentato. Basti vedere da dove vengono i nuovi profitti delle big di Wall Street. Per tutte la redditività è riesplosa con le attività di trading. Che vuol dire? Chei soldi si fanno comprando e vendendo obbligazioni, azioni, derivati sulle materie prime e quant’altro.
Bank of America nel primo trimestre del 2010 ha realizzato 3,2 miliardi di profitti. Quella massa di utili vengono pressoché tutti dall’ex Merrill Lynch con la nuova divisione global banking and markets.
Stessa musica per Jp Morgan
con i 3,3 miliardi di utili portati in dote per lo più dalle attività di banca d’investimento. E che dire di Citigroup e
Goldman Sachs ? La prima ha visto un exploit dei profitti dalle attività di investimento per 3 miliardi dai 360 milioni dell’ultimo trimestre del 2009. La seconda – al centro del nuovo scandalo sull’ipotesi di frode perpetrata a danno dei clienti dalla vendita di prodotti strutturati tossici – nonè stata da meno. I ricavi netti dal trading sono stati di 10,2 miliardi solo nel primo trimestre di quest’anno: il 43% in più dell’ultimo trimestre del 2009 e il 60% in più negli ultimi 12 mesi.
La macchina dei profitti delle big bank è quindi ripartita proprio da dove si era arenata, cioé dal crack di Lehman in poi. Ma scommettere sui tassi d’interesse, azioni e commodity ha un prezzo. Quello di elevare il rischio del portafoglio della banca. Gli analisti del Credit Suisse hanno provato ad alzare il velo sul livello di rischiosità di questa nuova scommessa speculativa. L’indicatore è il Var che misura la perdita potenziale giornaliera delle attività di trading delle banche. Ebbene i risultati gettano un po’ di inquietudine sul risveglio delle investment bank. Citigroup avrebbe un Var a fine 2009 di 266. Goldman Sachs toccherebbe quota 308. Jp Morgan si collocherebbe a livello di 227. Bank of America-Merrill Lynch supererebbe anch’essa quota 200. Quei numeri vanno espressi in milioni. Se le cose dovessero mettersi al peggio e le nuove scommesse rivelarsi azzardate vuol dire che Citigroup potrebbe perdere 266 milioni al giorno dal suo portafoglio di attività di compravendita. E i 308 sono i milioni di dollari a rischio per Goldman Sachs. Tanto per dare un’idea nel terzo trimestre del 2008, nel pieno dello scoppio della bomba Lehman i Var delle più grandi banche erano pressochè tutti più bassi degli attuali livelli.Come se Lehman sia passata invano.