Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 29 Giovedì calendario

L’IMPENNATA DEI TASSI AIUTA LA GERMANIA

Non sono solo in segno negativo i record che consegnano alla storia dell’euro la tempesta che fa vacillare la solidità del rischio-sovrano nell’eurozona, soprattutto nell’area "periferica". I titoli di Stato tedeschi 2020 in asta ieri per 6 miliardi sono stati collocati a un rendimento che ha perforato la soglia psicologica del 3%, al 2,96%, avvicinandosi ai minimi del gennaio 2009. Intanto i bond governativi tedeschi a due anni sono crollati al livello senza precedenti dello 0,75 per cento. La Germania è il bene rifugio per eccellenza per chi intende detenere in questo momento titoli di Stato in euro: in fuga dai periferici più deboli, che sono Grecia, Portogallo e Spagna, gli investitori istituzionali internazionali hanno acquistato principalmente Germania. Ne hanno fatto le spese tutti, persino gli altri Stati dell’eurozona con rating "AAA" notavano ieri i trader. La Francia deve pagare 14 centesimi in più della Germania per raccogliere fondi a due anni. Mentre i rendimenti in Germania scendono, abbassando il costo della raccolta per il secondo emittente di titoli di Stato nell’eurozona dopo l’Italia, quelli degli Stati periferici - declassati dalle agenzie di rating e non - salgono sul secondario e conseguentemente condizionano il mercato primario perché le aste fissano il prezzo in linea con il mercato. Ne sa qualcosa l’Italia che deve portare a buon fine il più impegnativo calendario di emissioni governative dell’eurozona. Martedì scorso i 9,5 miliardi di BoT semestrali assegnati in asta hanno portato il Tesoro a sborsare una ventina di centesimi di rendimento in più rispetto all’emissione precedente: un premio pagato a tutto tondo per colpa di una crisi greca degenerata e delle incertezze sul piano di aiuti da europartners e Fmi. Oggi il Tesoro ha un appuntamento importante con il mercato, considerato una cartina tornasole del rischio-Italia, finora appena sfiorato dal contagio greco: sono in offerta BTp a tre e dieci anni e CcT per un importo tra 5,5 e 8 miliardi. Le aste verranno sottoscritte, su questo nessuno strategist ne dubitava ieri: ma resta da vedere a quale rendimento e per quale importo rispetto alla domanda, tutti indicatori che tengono banco in questi giorni, a causa del premio-contagio.
La conta sui tassi di assegnazione in asta e sui costi di raccolta del debito pubblico è un’operazione che sta impegnando in questi giorni di bufera quegli stati dell’eurozona che dovranno accollarsi i prestiti più importanti alla Grecia, remunerati attorno al 5% su scadenza triennale. Il Portogallo è chiamato a sborsare una piccola cifra, 800 milioni entro l’arco di un anno: ma ieri sera la sua raccolta a tre anni era al 5,17% dopo il picco del 5,40% della mattinata. Per Lisbona fare un finanziamento alla Grecia è dunque un costo. Chi guadagna più di tutti prestando alla Grecia è la Germania che a tre anni raccoglie attorno all’1,11 per cento. Italia e Spagna incassano un extra, sì, ma inferiore dell’1-1,5% rispetto a Francoforte. Tutti calcoli, questi, di cui l’eurogruppo deve tener conto nel momento in cui l’impegno sulla Grecia potrebbe lievitare oltre i 100 miliardi su un arco triennale.