Franca Giansoldati e Lucia Pozzi, Il Messaggero 29/4/2010, 29 aprile 2010
IL DONO DEL DISGELO UNA STATUA DI 6 METRI DI GALILEI "L’EROE"
Se negli anni Settanta, ai tempi di Nixon, ha funzionato la diplomazia del ping-pong per sbrinare i rapporti tra Usa e Cina, oggi, tra il governo di Pechino e il Vaticano, è stato individuato un terreno di interesse comune per lanciare vicendevoli segnali di disgelo: il dialogo tra scienza e fede. Complice la figura di Galileo Galilei, scienziato cattolico, considerato «eroe» dal popolo cinese secondo la definizione data dal nuovo ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, alla sua prima uscita pubblica, mentre parlava dall’altare della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, sotto le due grandi statue della Preghiera e della Meditazione. Scenario indubbiamente insolito vedere il rappresentante di un governo che non riconosce la Santa Sede, illustrare ai membri del governo italiano (Bondi, Matteoli, il senatore d’Alì) e a quelli vaticani (il cardinale Cottier e il ministro della cultura di Papa Ratzinger, monsignor Ravasi) i dettagli del dono scelto dalla Cina per l’Italia. Una grande statua di bronzo, alta sei metri, ovviamente raffigurante lo scienziato pisano con un cannocchiale in mano, da ieri è collocata in modo permanente nel chiostro della basilica progettata da Michelangelo. E’ stata progettata dal più famoso fisico cinese Tsung Dao Lee - Nobel, già pupillo di Fermi e di Von Neumann - attuale direttore del prestigioso CCAST (Chinese Center of Advanced Science and Technology). Il dono simbolico corona trent’anni di attività scientifica e tecnologica svolta in Cina sotto la guida del professor Zichichi, per realizzare i progetti del World Lab nei settori della fisica, della medicina, della meteorologia, dell’agricoltura e delle emergenze planetarie, dalla lotta alla desertificazione alla difesa dalle inondazioni. Monsignor Ravasi sorrideva contento. «Voglio darle il benvenuto anche a nome del segretario di Stato, cardinale Bertone e del Papa» ha detto il ministro della Cultura d’Oltretevere ringraziando l’ambasciatore per l’attenzione. L’evento è frutto di un lungo lavorìo diplomatico affidato al fisico Zichichi (non a caso membro della Pontificia Accademia delle Scienze). E’ grazie ai suoi buoni uffici che è riuscito a far accettare ai cinesi di donare la statua ad una basilica tra le più importanti. «401 anni fa, l’invenzione del cannocchiale astronomico da un italiano nato a Pisa, ravvicinò la distanza tra gli esseri umani e la sua saggezza arricchì la nostra conoscenza sull’immenso universo», ha detto l’ambasciatore cinese, aggiungendo però che «tutta la sua vita fu una lotta determinata contro le visioni conservatrici sul mondo e sul cosmo». Gli occhi dei presenti erano tutti puntati sull’insolito telo che, prima dell’inaugurazione, nascondeva la grande statua. Una bandiera della Repubblica Popolare Cinese sovrastava il tricolore e la bandiera bianca e gialla della Santa Sede.