Mario Ajello, Il Messaggero 29/4/2010, 29 aprile 2010
POLITICI E GIORNALI LE CINQUE TEORIE
La dottrina Andreotti è passata di mano. Prevede quattro regolette: non dare peso agli attacchi dei giornali; non imbufalirsi se ti stuzzicano; non querelare; in sostanza, infischiarsene degli articoli cattivi. Queste massime di Belzebù adesso trovano in Bossi - a riprova che davvero la Balena Verde è la nuova Dc? - il loro principale seguace. «Di fronte agli attacchi - consiglia il Senatur a un Fini ormai esasperato per gli affondi del «Giornale» berlusconiano - un politico deve far finta di niente. Farsi scivolare tutto addosso». Proprio come fa lui. L’altro giorno, uno degli scrittori più raffinati e coccolati nell’establishment culturale e giornalistico, Pietro Citati, ha mosso un attacco greve, al livello di quelli che potrebbero fare certi leghisti non allevati al contrario di Citati alla Scuola Normale di Pisa, al capopopolo lumbard. Dicendo, poco elegantemente, che il suo famoso ictus fu dovuto a overdose di Viagra. E Bossi come ha reagito? Con un’alzata di spalle. Anche Fini dovrebbe fare così?
Ogni caso è a sè. E ognuno lo vive - bene o male - come gli pare. Uno come Massimo D’Alema, per esempio, disistima talmente le «jene dattilografe» che ormai non s’arrabbia più. Si limita a compatire la categoria professionale, di cui fa parte a sua volta, considerandola un ammasso di incompetenti che mai riusciranno a capire la Politica (con la maiuscola). L’atteggiamento di Berlusconi è diverso: «Io i giornali non li leggo». Fini non ha mai aderito a nessuna di queste scuole di pensiero. E ora che gli hanno toccato la famiglia - o meglio, la suocera - è più indispettito che mai. E non ci sono attestati di stima e messaggi di solidarietà provenienti dal Pdl, e neppure le parole a sua difesa che gli ha inviato Berlusconi in persona, che riescono a consolare l’ex leader di An, umiliato e offeso. Eppure, egli è, notoriamente, uno statista a sangue freddo. Ma fino a un certo punto, perchè gli attacchi politici vabbè, ma le aggressioni personali no e poi no: quelle proprio non può tollerarle. Era rimasto basito, per esempio, quando, nel corso della super-litigata con il premier alla direzione nazionale del Pdl, quello gli fa: «E poi, caro Fini, se non vuoi che il ”Giornale” ti attacchi, compratelo. O fallo comprare da imprenditori tuoi amici».
Non prese bene neanche questo consiglio l’ex leader di An. Il quale ora, se proprio non vuole aderire alle dottrine di Andreotti o di Bossi o di D’Alema o di Berlusconi, provi con la medicina Togliatti. Il Migliore, che pure non sopportava la stampa nemica e neppure certe cadute stilistiche di quella amica, seppe fingere una volta aulico distacco, gonfio di disprezzo, verso i giornalisti: «Scrivete di meno. Sennò, vi fanno male i piedi».