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 2010  aprile 29 Giovedì calendario

Cappello + tre scenari - PRESTITO, MORATORIA, DEFAULT LA GRECIA ANCORA IN BILICO TRA LA SALVEZZA E L´INFERNO - MILANO - Tutto il mondo guarda alla Grecia

Cappello + tre scenari - PRESTITO, MORATORIA, DEFAULT LA GRECIA ANCORA IN BILICO TRA LA SALVEZZA E L´INFERNO - MILANO - Tutto il mondo guarda alla Grecia. Un´attenzione che Atene avrebbe evitato, ma nelle prossime settimane i mercati si interrogheranno sul destino dei 300 miliardi di euro di debito greco. Parlandone con gli uffici studi della maggiori istituzioni finanziarie italiane, emergono tre scenari possibili. Il primo è che il prestito di Ue e Fmi venga accordato ai greci a condizioni adeguate, si rimborsino i titoli in scadenza il 19 maggio e, tornata la normalità, il paese sappia rifinanziarsi sul mercato – e affrontare le prossime scadenze sul debito – a tassi più bassi e sostenibili. Se ciò non avviene, si entra nel secondo scenario: la moratoria del debito, con allungamento delle sue scadenze ed eventuale rincaro dei tassi. Tecnicamente, è già per certi aspetti una "situazione di default": i certificati contro il fallimento (Cds) devono pagare la polizza, le banche svalutano i loro titoli greci. Ancor più funesto l´ultimo scenario: la Grecia ferma i pagamenti e va al riassetto del debito, svalutandolo fino al 50% mediante emissione di titoli pubblici deprezzati. Il rischio di contagio sui mercati per altri paesi, allora, sarebbe concreto. Il rischio di crisi nera per l´euro e l´Unione europea, una certezza. GLI SCENARI 1- cos’è e come funziona il prestito da 45 miliardi di eurogruppo e fmi? La linea di credito sarà messa a disposizione prima dal Fondo monetario (per 10 miliardi di euro) poi dai paesi dell’eurozona per altri 35 miliardi. Venerdì scorso è stata formalmente richiesta dalla Grecia, entro pochi giorni sarà siglato il piano tra i tecnici delle parti. Successivamente Fmi, Bruxelles e i parlamenti nazionali europei dovranno varare la loro quota parte di aiuti. A quel punto i fondi potranno essere erogati. Tutto dovrebbe svolgersi in massimo tre settimane. il prestito ipotizzato potrà bastare alle esigenze della grecia? La prima scadenza problematica da affrontare è il 19 maggio, quando circa 10 miliardi, tra emissioni sovrane e loro cedole, andranno rimborsati. Ma le vere incognite riguardano il 2011 e il 2012, quando circa 30 miliardi l’anno di bond pubblici greci scadranno. Per queste ragioni negli ultimi giorni le voci di arrotondamento si rincorrevano. E ieri il ministro tedesco dell’Economia ha confermato che il pacchetto allo studio viene stimato in 135 miliardi di euro per il triennio 2010-2012. quali sono le condizioni poste dalle istituzioni che erogano il finanziamento? Il prestito di Ue e Fmi dovrebbe prevedere tassi inferiori a quelli che il mercato impone alla Grecia (negli ultimi giorni schizzati oltre il 10% annuo). Come contropartita i funzionari delle istituzioni chiedono riforme strutturali ad Atene, come il taglio della spesa pubblica, l’aumento delle tasse e l’innalzamento dell’età pensionabile. Tutte misure politicamente "pesanti" per il governo socialista greco, che infatti sta trattando a oltranza per non strangolare la crescita del paese e il consenso nei prossimi anni. 2 - cosa succede se non si trova l’accordo per onorare i bond in scadenza il 19 maggio? Scatta l’ event of default , che obbliga al pagamento dei contratti contro il fallimento della Grecia (Cds) e induce le banche a svalutare i titoli emessi da Atene. Anche la Banca centrale europea, che ha miliardi di titoli greci a garantire suoi finanziamenti, va incontro a perdite sul nominale. Il governo decide modi e forme di uscita dalla morosità: di solito si allungano le scadenze sul debito e si ritoccano all’insù gli interessi. ci sono precedenti storici di moratoria sul debito pubblico di uno stato? Un precedente sono le guerre franco-prussiane, nel 1870. Una decina di anni fa Perù ed Ecuador sono passati attraverso una dilazione del debito. Il Messico, invece, durante la presidenza Clinton, ebbe dagli Usa una linea di credito di 20 miliardi di dollari. Ne utilizzò la metà e li rimborsò, uscendo da una situazione di tensione finanziaria che la vicina potenza temeva molto. quali conseguenze si possono prevedere sui mercati azionari e dei bond in questo scenario? Tecnicamente la moratoria è un default, e prelude alla ristrutturazione del debito pubblico. Quindi il rischio di turbolenze ribassiste sulle Borse e di contagio della speculazione sul mercato obbligazionario sarebbe in questo caso molto concreto. 3 - cosa succede dopo il default? Il mancato rimborso del debito provoca il default, e ne presuppone la ristrutturazione. Come nel caso recente dell’Argentina, il governo propone lo scambio di vecchi bond con nuovi, il cui valore si deprezza. Sul mercato si stima un haircut di almeno il 20% per i 300 miliardi di euro di debito greco, ma Stantard&Poor’s ha posto che, in un simile scenario, solo un dimezzamento delle masse potrebbe permettere alla Grecia di ripagare il debito in autonomia. quali sono i diritti dei portatori di emissioni greche? Normalmente i prospetti di obbligazioni prevedono il consenso del 51% dei portatori, perché la riduzione del nominale possa avvenire con successo. che tipo di conseguenze ci sarebbero per i mercati e gli altri paesi dell’ue? Una replica della "situazione greca", in caso di default, viene ritenuta molto probabile dagli operatori. Al congelamento delle emissioni di Atene, la speculazione si dirotterebbe su quelle dei governi di Lisbona, Madrid, Dublino, i paesi europei che sono ritenuti più fragili dal punto di vista dei conti pubblici. quali sarebbero gli effetti sulla grecia? L’Argentina è stata un triste esempio. Anche per la Grecia, in caso di bancarotta, si aprirebbe uno scenario di instabilità politica e sociale, con sacrifici per tutti i cittadini e l’impossibilità per anni a presentarsi sui mercati finanziari. cosa succederebbe alla valuta unica europea? Già ora, per la crisi greca, l’euro è sceso da 1,45 sul dollaro di inizio aprile a 1,32 di ieri. Gli analisti di SocGen lo vedono sugli 1,30 nel breve periodo. Più ancora, sarebbe a rischio il futuro della valuta, e dell’unità europea.