ZITA DAZZI , la Repubblica 28/4/2010, 28 aprile 2010
ALBERTAZZI STRONCA MANZONI "NON SA SCRIVERE IN ITALIANO" - «I
Promessi Sposi? Da ragazzo mi rifiutavo di leggerli, mi sembravano una soap opera. Manzoni non sa scrivere in italiano». Non è andato per il sottile, in un´intervista pubblicata ieri sulle pagine milanesi di Repubblica, Giorgio Albertazzi, 86 anni, grande vecchio del teatro, alla vigilia della serata che si terrà domani in Duomo a Milano, quando sarà proprio lui a recitare pagine dal romanzo ritenuto universalmente uno dei capolavori della letteratura italiana di tutti i tempi.
Parole dure, che hanno suscitato polemiche, quelle scelte dal mattatore del teatro che sarà il protagonista della «Serata manzoniana: fede, speranza, carità» promossa dall´Arcidiocesi e dal Comune di Milano, alla presenza di molte autorità cittadine, a partire dal cardinale Dionigi Tettamanzi e dal sindaco Letizia Moratti. Un evento, trasmesso in diretta sulla terza rete Rai in Lombardia, che da una parte servirà a raccogliere soldi per il Fondo «Famiglia e lavoro» voluto da Tettamanzi, dall´altra a lanciare un kolossal nazionalpopolare da 5 milioni di euro, opera scritta e diretta da Michele Guardì, in scena a San Siro il 18 giugno. Ed è stato proprio Guardì a proporre ad Albertazzi la serata nel Duomo di Milano, prima di sapere che cosa l´artista pensasse del Manzoni.
No comment su tutte le polemiche da parte della Curia milanese, dove comunque le affermazioni di Albertazzi non hanno certo mancato di suscitare interrogativi e sconcerto. Tanto che l´attore ieri si è trovato costretto a una mezza marcia indietro: «La serata di domani sarà un grande momento culturale per tutta la città - ha affermato - Mi dispiace come una battuta si sia trasformata in una notizia. Io amo scherzare anche sulle cose che mi stanno più a cuore e questa serata al Duomo di Milano per me è un evento importante. Amo Milano, è la mia seconda città, amo il Duomo e Manzoni è il poeta dell´Italia Unita».
Ma le valutazioni espresse da Albertazzi non sono passate inosservate. Tanto che il direttore della Centro nazionale studi manzoniani, professore Gianmarco Gaspari, replica piuttosto seccato: «I promessi sposi una soap opera? Il Manzoni in realtà aveva in mente un grande progetto di letteratura popolare, mescolando quei generi che noi oggi definiamo "alto" e "basso", un esperimento recepito come tale fin da subito, cosa che gli ha dato immediatamente una grande popolarità. Ma è stato proprio il Manzoni a portare la letteratura italiana in una dimensione europea».