FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 28/4/2010, 28 aprile 2010
NELLA CRISI DEL PDL LA MISCHIA DEI PEONES E ORA LA BATTAGLIA PER LO STRAPUNTINO
Per dire come passa veloce il tempo e quanto poco ci vuole a ribaltare tutto: «Portalo da Mazzoccolo!» disse il presidente Berlusconi prendendo da parte il vicepresidente (vicario) Bocchino e indicandogli con un certo sgomento il nuovo capogruppo alla Camera, Cicchitto, che a suo giudizio continuava a vestirsi molto male.
Mazzuoccolo, in realtà, e non Mazzoccolo, è il sarto napoletano che veste i «chiattilli», cioè i fichetti di An, categoria nella quale certamente rientra l´onorevole Bocchino. Era l´ottobre del 2008 e lo scrupolo degli osservatori della post-politica non arriva fino al punto di verificare se il vicecapogruppo abbia assolto con successo alla mission affidatagli dal Cavaliere; né se Cicchitto vada in giro un po´ meno sciamannato del solito.
Ma l´amena scenetta, rinverdita nel giorno del duello, rende bene non solo il peggioramento dei rapporti in seno al Pdl, ma anche l´andazzo di allegro e futile paternalismo che fin dall´inizio ne ha impostato e dominato i codici.
Nell´era dell´apparenza si parte dal guardaroba e si arriva molto lontano. Addirittura alla democrazia. Nel senso che quando un partito, o un popolo, o un gruppo parlamentare, o quello che è, dimostra di averne perso completamente la nozione e le procedure, questa, la democrazia, si vendica.
E meno male che Silvio c´è: non c´è dubbio. Ma quando è occupato, o peggio è contestato? Ecco, allora il dibattito assume toni assurdi e grotteschi; per cui Briguglio invoca la «lealtà», l´«amor di patria», il «codice cavalleresco» e il suo collega Menia il «gioco delle tre carte»; e la Beccalossi, perplessa, prova a nominare «la strana primaria delle minoranze», ma l´impressione è quella di una battaglia fra pigmei per la conquista di alcuni strapuntini che oltretutto non si capisce chi abbia messo a disposizione, e di chi.
Accadono quindi cose strane e anche un po´ buffe. Cicchitto, per dire, vestirà pure male, ma si è fatto lo stesso la sua fondazione, intitolata per giunta al Riformismo e alla libertà, donde l´acronimo Rel, vi ha chiamato a collaborare degli intellettuali; ebbene, da uno di questi, il professor Sechi, a sorpresa è partita ieri un´ode alla libertà di dissentire e una bordata pazzesca proprio contro gli amici di Cicchitto, definiti conformisti, temerari, insolenti, quasi fascisti. Fra questi, evidentemente, si potrebbe arrivare a comprendere il senatore Quagliariello, il quale da parte sua ha messo in guardia contro quelli che incoraggiano il «regicidio».
E sarà senza dubbio la disabitudine, ma le agenzie sul Pdl aveva un che di maliziosamente stralunato. Per cui mentre Bocchino riscopriva le virtù del più vetusto politichese, «la convocazione congiunta», «l´interpretazione autentica», «l´avvio di un percorso», la citazione latina, «la pausa di riflessione» (di due settimane!), ecco, sul più bello veniva fuori che Bondi, oltre che ministro e coordinatore, in giornata aveva assunto anche «l´importante incarico» di «responsabile tematico» dei Promotori della libertà, ente quest´ultimo di ancora complessa e indefinita valenza, pure se non soprattutto tematica.
Intanto Robilotta chiedeva un incontro con Berlusconi sul Lazio, e Berlusconi ne rinviava uno sulla Sicilia. Ecco, veniva da pensare, a cosa portano (anche) gli inni, le salmodie, le acclamazioni, i maxi-schermi, il sole in tasca, il bagno di folla, il «ghe pensi mi» e il partito dell´amore. Verso sera arrivava l´imperdibile sondaggio di Crespi pro-Fini, ma non pro-finiani, altrimenti dettisi con ardore «la minoranza»; mentre donna Assunta, pronta ad auspicare per l´ex leader di An un ruolo di «coadiutore», concludeva che «gli uomini politici sono diventati un po´ come le comari che vivono di pettegolezzi e non di valori».
A parziale smentita di questo amaro assunto, che a suo modo conferma i disagi procurati dallo smarrimento della democrazia e del suo canone vivificante, il dibattito pubblico del Pdl ha accolto ieri per la prima volta le preziose valutazioni di Geronimo La Russa, che ha spostato il discorso - ma sul serio - su Diabolik e Gastone Paperone. Che poi, a pensarci bene, nell´epoca della pop-politica, potrebbe perfino connotare un balzo in avanti rispetto all´ipotesi di un Cicchitto rimesso a nuovo da Mazzuoccolo.